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Corto muso

A Torino l'Udinese ha fatto la Juve
Redazione

L’Udinese sbanca lo Stadium e guadagna 3 punti fondamentali nella corsa alla salvezza, poiché stacca in un colpo solo Empoli e Sassuolo e si porta a più tre sulla terz’ultima, tutto questo alla vigilia di tre sfide finalmente alla portata, contro squadre dello stesso livello, la prima delle quali il Cagliari di Ranieri. Si può dire che d’un tratto si rivede la luce in fondo al tunnel, ma non va allentata l’attenzione: ora spetta alla squadra di Cioffi: non vincere contro il Cagliari vanificherebbe in parte questo bel mattoncino che ieri sera è stato posizionato sulla classifica.
L’Udinese ha fatto la Juve sul campo della Juve. Si può dire che ha sbattuto in faccia ad Allegri il suo credo: difesa e contropiede; golletto minimo e pochi fronzoli dietro. La Juve è andata a sbattere contro le 3 linee di Cioffi, compressate in 35 metri, dove in ogni zona del campo c’era il raddoppio di marcatura, scalate puntuali, attenzione ai massimi livelli, e appena era possibile si è ripartiti magari con poco stile, rilanciando lungo per Lucca, e sfruttando al massimo i calci piazzati.
Insomma, w il pragmatismo. D’altronde non si poteva certo chiedere calcio champagne ad una squadra che si presentava a Torino da terz’ultima della classe, alla ricerca di vitali punti salvezza. La Juve di questi tempi fa fatica a cambiare il piano gara in corsa. Non dispone della varietà interpretativa dell’Inter, dove tutti attaccano e si scambiano di posizione, ne della qualità di certi elementi di Inzaghi a dire il vero. La squadra di Allegri è rimasta a lungo aggrappata alla scia interista perchè ha raccolto il massimo dal poco, con una difesa ermetica e le intuizioni di qualche giocatore la davanti in grado di fare la differenza. Per il resto propone un 352 basico, con esterni spingenti,mezzali d’inserimento, un play non sempre ispirato come Locatelli, e una difesa che accompagna l’offensiva solo sui piazzati. Insomma poca fantasia, e se trova una squadra compatta che non si sbottona e che non concede uno spiffero, o sblocca la gara con un colpo del singolo oppure è destinata a soffrire. La Juve di ieri sera ha sofferto e non poco. Ha provato a mantenere un ritmo alto nella prima frazione, creando poco ( le due occasioni di Milik rappresentano la punta estrema delle occasioni da gol create), per poi spegnersi pian piano come una candela nella ripresa, arrendendosi al muro friulano che non concedeva crepe. Cambiaso e Chiesa sono stati i grimaldelli che più hanno provato a scardinare l’ermetica difesa di Cioffi, dal lato destro della stessa. Ezhibue e Lovric, oltre a Perez, da quel lato hanno dovuto sbrigare più lavoro ma se la sono cavata, mentre sempre da quel lato sono nate le pochissime incursioni dell’Udinese, con Ezhibue che saltando l’uomo ha conquistato la punizione che ha portato al vantaggio, mentre sempre dall’ex Colonia è partito l’unico cross pericoloso di tutta la gara, con conclusione di Lovric disturbato da Zemura.
Ecco qualcosa in più ci si poteva aspettare dall’ex Bornemouth, poiché da quel lato galoppava il più incerto Weah. Dell’Udinese va detto che la seconda gara di fila con Clean Sheat incluso ha visto in campo Lautaro Giannetti, il match winner di ieri sera. Un caso? Io non credo. L’argentino dimostra di avere l’esperienza giusta per tenere meglio la linea difensiva, senso innato della posizione, bravo nella marcatura e nella scelta delle uscite. Con lui hanno giocato meglio anche Perez e Kristensen, teleguidati dall’ex capitano del Velez. Perez da centrale è stato autore di buone prove quest’anno, come sottolineato da Cioffi, ma Giannetti porta quelle letture da uomo più navigato, e quella esperienza in più che consente di gestire certe situazioni spinose con maggior tranquillità. Insomma se quella col Monza poteva essere una prova positiva ma degna di riserva vista la pochezza dell’avversario, il Crash test di Torino con un cliente scomodo come Milik (spesso preso in consegna comunque da Kristensen) è stato certamente più rilevatore. Kristensen prosegue inoltre nella sua crescita personale. Lo spilungone danese dimostra di avere buoni piedi, personalità e discreta velocità, nonostante la mole. A volte esagera prendendosi certe licenze da panico; scelte dettate dall’incoscienza giovanile dei suoi 21 anni, ma ha notevoli mezzi, e personalmente mi piace sempre più. Ricorda per sommi capi un certo Perl Kroldrup.
Da evidenziare la notevole prestazione di Walace, ma ormai non fa più notizia, e il grande sacrificio degli uomini di maggior talento Samardzic e Thauvin, costretti a lungo a rincorrere la palla più che accarezzarla con la qualità dei loro piedi. Cioffi nella ripresa ha cambiato gli esterni dopo l’ora di gioco, per avere maggior copertura e forza dell’1 contro 1 a destra con un ottimo Ferreira, in luogo dell’ammonito Ezhibue, e cercato le ripartenze in verticale con Ebosele a sinistra. Come detto la Juve della ripresa è stata una candela che si è spenta col passare dei minuti, spegnendo la già flebile fiamma di gioco lasciata intravedere nel primo tempo, che comunque scaldava e illuminava poco.
Ora testa al Cagliari. Ora le sfide alla portata. Ottenere 6-7 punti nelle prossime tre gare potrebbe rappresentare la sgasata decisiva per la salvezza, considerando che quest’anno la soglia dovrebbe aggirarsi attorno ai 33-34 punti. La squadra di Cioffi torna a dipendere più da se stessa che dagli avversari. Ammettiamolo, nelle ultime settimane si guardava più ai risultati delle dirette concorrenti che al poco prodotto in campo dalla squadra di Cioffi. Il calendario non ha aiutato di certo in questi due mesi. Ora riprende a dare una mano. E’ il caso che l’Udinese si aggrappi a questa mano per tirarsi fuori una volta per tutte dalla toma ( Cit.)

Paolo Blasotti

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