Sin da inizio torneo manca la vittoria in casa friulana; 8 gare con soli 5 pareggi obbligano SOTTIL all’ineludibile ricerca dei 3 punti.
Il Lecce é tutto meno che avversario comodo, forte di 12 punti ottenuti grazie ad un gioco piuttosto efficace e un Sansone in panchina la dicono lunga sulla pericolosità dei pugliesi, autori di un’ottima prestazione anche nella stagione scorsa.
D’Aversa non arriva da stagioni esaltanti, tutt’altro, ma la fiducia accordatagli da Corvino, vero deus ex machina oltre che acclarato talent scout in casa salentina, ha dato fiducia all’intero ambiente giallorosso, forte di un gruppo oggi in grado di giocarsela con chiunque dopo una partenza super.
Il mister bianconero alla vigilia sembra voler esternare ragionevole fiducia avendo notando nei suoi in fase di allenamento settimanale, una voglia di riscatto atta ad invertire un trend assai deludente. I dubbi di formazione vengono in fine sciolti in favore di KABASELE su KRISTENSEN resosi indisponibile nei 3 dietro, di PEREYRA per un LOVRIC anch’egli resosi indisponibile, con il FERREIRA che si fa preferire per fase difensiva al più dinamico EBOSELE. 352 più simile ad un 3511 con la personalità di PEREYRA a disposizione del gruppo in aggiunta a THAUVIN e SAMARDZIC invitati ad inserirsi più frequentemente in zona gol scambiando con la punta SUCCESS.
La classifica chiama obbligatoriamente i 3 punti che consentirebbero un possibile aggancio al duo Verona e Genoa distanziando momentaneamente Salernitana e Cagliari bloccate da un pari rocambolesco nello scontro diretto.
Il primo tempo non produce nulla di buono oltre due tiri, uno di THAUVIN e uno di KAMARA risultati completamente innocui mentre il Lecce orchestra trame maggiormente efficaci essendo molto più libera di testa. L’Udinese si mostra impaurita girando la palla con lentezza, si continua a correre male e come spesso accade ci si affida ai rilanci di SILVESTRI… Lo spettacolo è davvero triste.
Alla ripresa SOTTIL si rende conto di aver sbagliato nello schierare sull’out destro FERREIRA, apparso timido ed impacciato contro Strefezza. Dentro EBOSELE da subito, che ci mette poco a creare grattacapi sulla corsia di competenza. Da una sua sortita nasce il rigore che PEREYRA si guadagna con mestiere dopo che SUCCESS era riuscito a non tramutare in gol, l’ennesima occasione generata (senz’altro uno dei più fallaci tra occasioni avute e gol realizzati nell’intera Europa). THAUVIN con freddezza glaciale dagli 11 metri marcava il primo centro in A concretizzando un vantaggio in fondo meritato abituati come eravamo nel vedere rientrare la squadra dagli spogliatoi e subire quasi sempre l’iniziativa degli avversari. Dopo una quindicina di minuti difficili però, il Lecce trovava la forza di organizzarsi con cambi importanti come quello di Sansone, elemento che in genere contro l’Udinese si diverte spesso. La squadra in verità, sembrava non subire troppo le giocate dei salentini consentendo a SILVESTRI interventi di ordinaria amministrazione. Purtroppo però gli innesti a disposizione di D’Aversa trovavano conferme puntuali intorno all’83º, quando su assist di Sansone stesso, Piccoli dimostrava quali debbano essere le caratteristiche di un centravanti di serie A, una tra tutte la cattiveria agonistica che ai nostri sembra difettare.
Cala il gelo sul Friuli oltre a scoramento tra i tifosi che comprendono quanto sia complesso per questi uomini trovare la via del gol. Erano addirittura gli ospiti sul finale ad avvicinarsi più dei padroni di casa al raddoppio, peraltro ingiusto.
Si concludeva così con l’ennesimo pareggio, una gara da vincere senza se e senza ma, contro un avversario onestamente alla portata.
La squadra nonostante due settimane abbondanti di lavoro non è riuscita né a vincere né a cambiare lo status quo, dimostrando tutti i limiti palesati in questo scorcio di torneo. 6 punti in 9 gare porterebbero come tendenza dritti dritti verso la B. Non é possibile confidare una volta di più, di essere superiori ad almeno 3 squadre… Continuando di questo passo si gioca col fuoco avvertendo un rischio sempre più palpabile.
SOTTIL potrà appellarsi forse ad indisposizioni continue e sempre più frequenti (KRISTENSEN e LOVRIC gli ultimi casi seppur in arrivo dalle nazionali), ma va compreso con attenzione se trattasi solo si sventura o peggio di gestioni fisico-atletiche in grado di mettere a rischio i “delicati” muscoli degli atleti.
Fatto sta che non é più tollerabile continuare con questo atteggiamento o il “non gioco” che porta al nulla. La colpa tuttavia non può essere mai attribuibile ad un solo uomo – facile accanirsi contro SOTTIL – é altresì evidente come sia molto più praticabile per la società, la pista che porta al l’avvicendamento del tecnico, piuttosto che cambiare a gennaio una decina di uomini.
Si potrà persino ritenere come, tra giocatori rotti in organico, giocatori rotti tra gli acquisti, reintegri tardivi, condizioni approssimative di uomini chiave, l’apporto fornito dalla società al tecnico non sia parso il più lungimirante possibile, tanto che la pazienza dimostrata sino ad ora potrebbe essere figlia di tale situazione; la realtà però sentenzia che il momento della svolta non é arrivato e che rimanendo le cose come stanno, verosimilmente non arriverà! Serve dunque una svolta, non è più sufficiente il ritiro.
I difetti continuano ad essere i soliti, non si corre, non si segna, la palla gira troppo lentamente per creare pericoli agli avversari.
La qualità dei giocatori non si traduce in effetti concreti e la paura di sbagliare attanaglia i valori assoluti degli atleti, dimostrando di fatto una continua involuzione tecnico-tattica, che va arrestata.
Oggi la classifica ci retrocede; è l’ora di una vera svolta!
AM