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L'Udinese esce ridimensionata dalla sfida di Bergamo
Redazione

L’Udinese esce dalla trasferta di Bergamo ridimensionata. Non tanto dal risultato; una sconfitta su questo campo ci può stare; In casa la dea bergamasca è un rullo compressore, quarta forza della serie A non a caso. Esce ridimensionata perchè, delle ultime gare da “Champions” come le ha giustamente definite Cioffi (Affrontate in un mese rispettivamente le attuali settima, sesta, quinta, terza e quarta della classe… insomma esistono sfide più alla portata diciamo così) questa è quella dove l’Udinese ha meno dato la sensazione di poterla fare sua, di poter portare a casa punti o anche un solo punto. Da Bologna al Milan le prestazioni non sono infatti mai mancate e l’Udinese ha decisamente raccolto meno del dovuto, soprattutto se pensiamo alle gare con la Fiorentina e con il Milan, nella ormai famigerata sfida che verrà ricordata per gli insulti a Magnan. Cioffi anche a Bergamo prepara un piano gara interessante, per poi ribaltare tutto all’ora di gioco.
Nello specifico cerca, come al solito, di andare a prendere alto il giro palla della Dea, che si sa gioca uno contro uno senza preventive (non sempre a dire il vero, in questo senso Gasp ha recentemente smussato certi angoli del suo integralismo tattico), cercando poi, nel caso, di ripartire in verticale con gli uomini di gamba in seno al gruppo. Se la filosofia di gioco di Cioffi pare ormai abbastanza chiara, diventa più nebulosa e di difficile interpretazione il modo in cui gli uomini si muovono in campo, scomponendo i numeri del modulo che si sa, sono buoni solo per la carta. Sul campo spesso l’Udinese si predispone ormai da tempo con una difesa a 4, dove è Kamara a rimanere più basso mentre pare che ad Ebosele vengano dispensati tanti compiti di copertura, con la licenza di rimanere più alto, con Lovric nel caso a scalare sulla sua zona a dare manforte a Ferreira. Oltre a ciò la gara di Bergamo offre anche altri spunti. L’Utilizzo degli esterni in questa Udinese pare a volte bizzarro; raramente vanno sul fondo ad operare un cross, e raramente quando accade il cross è alto, e questo non pare la mossa della vita specie se al centro dell’area hai uno spilungone di 2,01 m come Lucca. Sul fondo ci va infatti solo Kamara, che crossa basso per i rimorchi dei centrocampisti (Lovric mette a lato in maniera curiosa), mentre Ebosele lo si vede spesso tagliare verso il centro, a volte pestandosi i piedi con Lovric. Nella ripresa invece, con Ezhibue al posto di Ebosele, abbiamo visto l’ex-Colonia fare dei tagli verso il centro da punta centrale, senza mai percorrere la fascia di competenza, con Lucca che a quel punto viene utilizzato più come catalizzatore di rinvii dalla retroguardia, mettere giù e giocare palloni. Pare insomma che Cioffi, non disponendo di punte di gamba davanti, cerchi di allungare la squadra con gli esterni, dispensandoli dai loro compiti accademici. Eppure Thauvin nell’ora di gioco in cui sta in campo si muove assai bene negli interspazi, in orizzontale e in verticale, mandando in porta Ebosele, e suggerendo per i compagni.
L’Atalanta in tutto questo muove bene palla, con qualità. Ha in De ketelare il suo 9 e mezzo che smista, manda al Bar, portandoli fuori posizione, sia Perez che Ferreira, i quali non riescono mai a leggerlo, con gli esterni Holm e Ruggeri che vengono spesso lanciati alle spalle di Lovric che scende a coprire su Ferreira attirato fuori posizione, e Samardzic dal lato di Kamara, anche se il franco-ivoriano dispone di una gamba tale che riesce spesso a rimontare il pur veloce Holm.
In questo contesto tattico, la difesa di Cioffi però tradisce. Tradisce perchè Perez e Ferreira si perdono in questo entrare e uscire dalla zona di competenza, prima di perdersi Miranchuk che con un po’ di fortuna timbra l’1 a 0, e poi Scamacca (perso malamente da Perez) sulla sponda di De Ketelare (ancora lui) sul secondo gol; secondo gol che fa male sia perchè viene preso sugli sviluppi di una rimessa laterale, sia perchè giunge nel minuto di recupero del primo tempo. Un gol preso afine primo tempo taglia le gambe, specie se poi viene preso nel tuo momento migliore, con 3 occasioni create e non sfruttate le quali avevano rappresentato una buona reazione al primo gol atalantino. L’Udinese parte forte in realtà anche nella ripresa, fino a che Cioffi decide di togliere gli interpreti in grado di pungere e accendere la luce ovvero Thauvin e Samardzic, per un Pereyra al piccolo trotto e soprattutto lasciando in campo uno spento Lovric. Due cambi che rappresentano un bel bastone tra le ruote sulle velleità di rimonta friulane. L’Atalanta entra in modalità gestione.
L’Udinese accumula possesso palla ma non riuscirà più a rendersi pericolosa, come era facilmente intuibile. Gasp sentitamente ringrazia. L’impressione è che Cioffi si sia tirato la zappa sui piedi con questo doppio cambio, pregiudicando ogni possibilità di rimonta, chiudendo anticipatamente la contesa. Due cambi che lasciano molto, molto perplessi. Ai microfoni si giustificherà con una ricerca di maggiore equilibrio, come se sotto di 2 gol fosse più importante quello che non cercare la rimonta, rischiando pur di concedere qualcosa come è normale che sia. L’equilibrio in effetti vieneraggiunto poiché non vengono concesse ripartenze alla squadra di casa, ma per contro non viene nemmeno creato nulla dalle parti di Carnesecchi. Ci si chiede se fosse davvero doveroso gettare per forza nella mischia un Pereyra al piccolo troppo in luogo di un Thauvin sicuramente più pungente.
O se fosse davvero il caso di estromettere dalla contesa un Samardzic che pur senza fare la gara nella vita a corrente alternata qualche giocata deluxe l’aveva concessa come pure qualche grattacapo a Carnesecchi. Insomma, i cambi dell’ora di gioco cominciano ad essere un fattore, in negativo, in quella che è la gestione della partita da parte del tecnico. Pare che ad un tratto debbano essere fatti più per partito preso piuttosto che per aderire alle reali esigenze tattiche orientate allo sviluppo del match.
Per fortuna quelle dietro non corrono. Ora il ciclo da Champions è finito, e viene il bello.
L’Udinese ha davanti a se gare alla portata. L’Infermeria si è abbastanza svuotata e insomma, se c’è un momento in cui va data un’accelerata alla classifica pare essere proprio questo. Monza, Juve,Cagliari, Genoa e Salernitana, offriranno molte indicazioni se il finale di campionato potrà tranquillo o se ci sarà da penare fino alla fine.

Paolo Blasotti

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