Tempi duri per i tifosi, vittime anche loro di sconsiderati aumenti di prezzi negli stadi, anche in impianti tuttora inospitali, privi di coperture nelle curve e spesso con disservizi. In loro soccorso, annuncia Tuttosport, è rinata a giugno la Fissc, Federazione Italiana Sostenitori. Dalla D alla serie A hanno già aderito in parecchi: Lecce, Parma, Pistoiese, Ravenna, Monopoli, Salernitana, Frosinone, Latina, Ternana, Empoli, Pisa, Genoa, Cesena, Bologna, Bari, Cagliari, Spal, Vicenza, ma anche altre tifoserie hanno manifestato la voglia di unirsi a breve al progetto di Fissc. Il direttore Antonio Ricciato denuncia “discriminazioni che a ogni partita vengono perpetrate ai danni dei tifosi non certo esagitati. Non può più esistere che in migliaia si debba rimanere chiusi dentro lo stadio nelle serali fino a mezzanotte, che a un bambino venga tolto il tappo della bottiglia della bibita, non ha senso far scendere dal pullman signori e signore di una certa età per poi perquisirli. Nemmeno gli ombrelli vengono più concessi e quando piove bisogna stare sotto l’acqua prendendosi un accidente. Questo perché gli stadi in Italia sono spesso fatiscenti e chi ci rimette siamo noi tifosi».
Ed ecco quindi il capitolo del caro biglietti: «Poter assistere a un match, da posti che una volta venivano definiti popolari – continua Ricciato – a volte è impossibile per chi ha una famiglia e uno stipendio medio-basso».
Il quotidiano snocciola i prezzi dei biglietti in curva, stadio per stadio. Solo Empoli, Udine e Verona hanno effettivamente prezzi popolari, 10 euro, con il club toscano che ha ridotto il costo del 33%. Bologna, Lecce, Monza e Napoli non hanno aumentato il costo dei tagliandi, che comunque hanno prezzi tra i 19 e i 25 euro. La Juventus ha tagliato del 10%, ma il costo è di 45 euro per il tagliando in curva. L’Atalanta registra un -20% per biglietti che ora costano 20 euro. Tutti gli altri hanno aumentato i prezzi con le neopromosse Cagliari e Frosinone arrivate al +100% e tagliandi venduti a 30 euro.
