Il sogno di una stagione che per Nacho Pussetto si stava rivelando davvero positiva si è infranto ad inizio 2021, nella prima gara del nuovo anno, il 3 gennaio a Torino contro la Juve. Diagnosi spietata, rottura del crociato. Una brutta tegola per l’Udinese e Pussetto, fino a quel momento autore di 3 reti importanti in 11 presenza da 756 minuti. Da allora l’argentino è concentrato sul recupero. Sa già, e lo ha detto alla Gazzetta dello sport, che non potrà esserci nemmeno nel finale di stagione e dà appuntamento a tutti a luglio. All’Udinese? Lui ci spera: “Spero proprio di sì. Non sono io che decido, ma vorrei restare qui. C’è tutto, ottime strutture, è stata la mia prima tappa europea e mi sono trovato subito a mio agio. Gioco con degli amici, mi sembra di stare in famiglia”. E, a livello ambientale: “Udine mi ricorda tanto il mio paese natale, Canada Rosquin. E’ una città tranquilla e la società è ben organizzata. E preferisco la serie A alla Premier, anche se il Watford può risalire. Lo seguo sempre in tv”.
Pussetto è felice anche di avere Gotti in panchina: “A Londra Nigel Pearson faceva giocare sempre gli stessi 11. Qui, Gotti, è uno con cui si può parlare anche di cose della vita normale. Una gran persona, l’Udinese ha trovato l’allenatore giusto”.
A proposito del campionato: “La strada intrapresa dall’Udinese è quella giusta. Ora ci aspettano quattro finali. Contro Torino, Crotone, Cagliari e Benevento dobbiamo fare punti”.
