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Gazzetta dello sport: caccia ai responsabili

Individuare chi ha insultato Maignan ridurrebbe anche le sanzioni per l’Udinese, che rischia fino alla chiusura del Friuli
Monica Tosolini

Ieri dure condanne verso l’episodio di razzismo accaduto a Udine a Maignan. La Gazzetta dello sport riporta le parole di Infantino, di Gravina, ma anche l’iniziativa del sindaco di Udine, le parole del governatore Fvg Massimiliano Fedriga (“Ogni forma di razzismo va assolutamente condannata. Bisogna però tracciare una netta distinzione tra un piccolo gruppo isolato e i tifosi del Friuli Venezia Giulia”), del Dg Collavino e del Questore di Udine Alfredo D’Agostino (“Ci siamo attivati già sabato sera e stiamo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione per identificarli. Fortunatamente il sistema di sorveglianza audiovideo del Bluenergy Stadium è all’avanguardia e questo ci fa ben sperare. Vogliamo essere veloci, il caso merita la massima attenzione investigativa”).
E commenta: “Di certo se dovessero essere trovati i pochi autori dell’attacco a Maignan, la posizione del club si alleggerirebbe e non di poco. Al momento però la decisione è tutta nelle mani del Giudice sportivo Gerardo Mastrandrea. Alla luce del referto arbitrale e del rapporto degli ispettori della Procura federale – che già sabato sera hanno ascoltato Maignan – potrebbe punire club e tifoseria già domani oppure chiedere un ampliamento d’indagine alla Procura Figc. Il Codice di giustizia sportiva all’art. 28 (Comportamenti discriminatori) prevede sanzioni che vanno dalla chiusura di uno o più settori per una o più gare, la sconfitta a tavolino, le porte chiuse, la squalifica del campo fino a un massimo di due anni, ma pure penalizzazioni di punti, esclusione dal campionato e non ammissione ad altre competizioni. Nel caso in questione – considerato pure che si tratta di un primo episodio e che la Curva dell’Udinese non era diffidata – ci si può orientare sulla prima sanzione (come per la Lazio, una giornata a settori chiusi per i cori razzisti contro Lukaku), la seconda avrebbe più un valore simbolico, la terza si può prendere in considerazione nel caso si volesse dare un messaggio molto forte. Il club, che tra l’altro è da sempre virtuoso sul fronte dell’integrazione, può però contare sulle attenuanti previste dall’art. 29: prima di tutto per la collaborazione già attivata con le autorità, ma anche per i programmi contro ogni forma di discriminazione che organizza da anni portando i giocatori nelle scuole”.

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