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Un brodino per ricominciare

A Salerno, Udinese migliore di quella vista contro la Juve, ma urgono ancora rinforzi
Redazione

L’Udinese esce da Salerno con qualche certezza in più rispetto alla vigilia, qualche rimpianto e la percezione che ancora qualcosa vada fatta sul mercato prima del gong finale. Ne esce una partita nella quale gli uomini di Sottil stavolta approcciano nel modo corretto la gara.
Partita preparata bene dal tecnico con pressing alto, finalizzato a non far ragionare gli uomini di Sousa, baricentro pure alto, con il tridente difensivo ad accorciare in avanti. Due punte molto mobili con Thauvin a venire incontro e Lucca a mettere giù i palloni aerei e a fare sponde, con buon frutto, per le mezzali a rimorchio. Se solo i quinti fossero stati un tantino più intraprendenti il risultato si sarebbe sbloccato già nel primo tempo. Ferreira è bravo ad accompagnare il gioco con i piedi, è più disciplinato difensivamente di Ebosele, ma rispetto al nigeriano di passaporto irlandese non possiede i suoi strappi in avanti e la sua capacità nell’uno contro uno. Kamara si è rivelato un tantino più intraprendente ma ancora non basta. Con Molina e Udogie la prima frazione sarebbe finita sul 2 o 3 a zero ma è inutile fantasticare su ciò che è stato e che non è più. I due sopra citati hanno reso, dopo anni, un senso compiuto all’insindacabile modulo che a Udine ormai governa come una dittatura: il 352. Quando hai due quinti del calibro di Molina e Udogie non solo lo puoi fare ma ti diverti anche. Se invece impieghi sulle corsie esterne giocatori più abituati a fare i terzini, beh il gioco perde volume, ariosità e la manovra diventa più prolissa. Cambiare modulo ? Sembra non sia istituzionalmente previsto, o forse servirebbe un’interrogazione parlamentare nelle stanze dei bottoni societari; qualcosa più simile ad un golpe di stato. Insomma… più facile rimescolare gli ingredienti che cambiare la ricetta.

Tornando a noi, Udinese in controllo, dominante, e alla lunga anche pungente, con un’azione da manuale, di quelle che vorremmo vedere più spesso: pennellata di prima di Thauvin per Kamara che si muove nello spazio, cross, torre all’indietro di Lucca e zampata d’autore di Samardzic. Tutto molto bello direbbe Pizzul. La Salernitata non si è scossa nemmeno dopo il gol, paventando una pochezza ai limiti dell’imbarazzante, e l’impressione è che la squadra di Sottil con un po’ più di convinzione avrebbe potuto uccidere la partita; se non lo fai sull’1 a 0 rischi di farti recuperare. Così è infatti. Al primo tiro in porta, come spesso accade ai nostri avversari, la squadra di Sousa raggiunge il pari, grazie ad un’imbucata di Candreva e ad un bug in marcatura di Perez, che lascia libero l’inserimento di Dia che trafigge Silvestri sul suo palo (già ). Il finale è una sofferenza. Se Sottil ha dimostrato di averla preparata meglio di Sousa, il portoghese ha dimostrato di averla saputa leggere meglio con i cambi dalla panchina. Gli ingressi di Jovane Cabral (ex-Lazio) e Martegani soprattutto, cambia volto alla squadra di casa. Cabral diventa la variabile impazzita, e i 3 dietro si stropicciano per seguirne i movimenti, di conseguenza si aprono spazi nuovi nei quali Candreva comincia a inoculare la sua qualità, mentre l’Udinese non riesce più a ripartire perchè non dispone più di un attaccante che sappia allungare la squadra in avanti e ripartire in velocità. Sottil avvicenda un buon Lucca con Success, al quale non viene fischiato un fallo che fosse uno, mentre Thauvin dopo 70′ di discreto livello, dove si è pure fatto il mazzo, non ne ha più per ripartire. Semedo e Ake non vengono buttati nella mischia: Sottil cambia i quinti e una mezzala: mosse non sufficienti ad uscire dall’apnea. Silvestri deve quindi entrare in partita e difendere il pari che alla fine ci può anche stare. Insomma, partita che l’Udinese ai punti avrebbe potuto fare sua, ma Sottil dopo aver incartato bene il collega per 70 minuti, stavolta non ha azzeccato i cambi. Il calo nel finale è più imputabile ad una natura tattica e di interpreti che fisico, a mio modesto avviso. Per il resto, sotto la lente di ingrandimento, nella partita all’Arechi è finito Lucca, il quale è stato chiamato a sostituire il partente Beto e vedere che effetto fa. E che effetto fa? L’ex Ajax è un giocatore differente dal portoghese. Decisamente più abile nelle sponde spalle la porta e a mettere giù palloni; più abile e disposto al dialogo con i compagni in virtù di un tocco di palla più pulito; sufficientemente mobile anche per attaccare lo spazio. Con una spizzata è comparso alla voce assist. Nel complesso è piaciuto. Che abbia la capacità per andare pure in doppia cifra lo scopriremo solo nel seguito del campionato. Nel dubbio, pare che la società sia intenzionata a guardarsi attorno per completare il pacchetto offensivo.
Considerati i numeri però, a questo punto, se qualcuno dovesse arrivare dovrà essere un titolare di sicuro affidamento, magari con la partenza di qualcuno in prestito (Semedo ha bisogno di giocare). Vedremo. Di sicuro qualcosa si muoverà in difesa, laddove Masina resterà fuori un po’ e comunque non sembra dare le dovute garanzie a livello fisico, mentre anche per Ebosse manca ancora qualcosa prima di considerarlo nuovamente arruolabile. Tutto questo in attesa del rientro del figliol prodigo Pereyra.
Insomma, ultime ore che si prospettano calde per il mercato: ma intanto qualche bagliore di luce in quel di Salerno la squadra di Sottil l’ha lasciato intravedere.

Paolo Blasotti

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