Home » L’Udinese rimane scettica sulla ripresa del campionato

L’Udinese rimane scettica sulla ripresa del campionato

I nuovi casi di giocatori positivi nella Fiorentina e nella Sampdoria non sembrano per ora pesare sulle possibilità di ripresa del campionato.
Monica Tosolini

I nuovi casi di giocatori positivi nella Fiorentina e nella Sampdoria non sembrano per ora pesare sulle possibilità di ripresa del campionato. Eppure, proprio il tema sul da farsi in caso di casi di positività durante la ripresa, era uno dei due punti focali sui quali le società avevano chiesto chiarimenti. In particolare, i club volevano direttive precise al riguardo.

Nonostante la A si sia presentata ufficialmente compatta nella volontà di portare a termine la stagione, le posizioni dei club prese singolarmente rimangono diverse. Cellino non ha mai fatto mistero di non volerne sapere di rimandare in campo il Brescia. E l’Udinese, tramite i suoi dirigenti, ha sottolineato ad ogni occasione l’opportunità di considerare chiuso questo campionato, sollecitando a concentrarsi sul prossimo. 

I poteri che spingono per la ripartenza mettono ovviamente in difficoltà la società friulana che, forse anche per questo, cerca di mantenere un profilo basso. La società non era favorevole nemmeno alla ripresa degli allenamenti individuali: non dovrebbero mettere a rischio la salute, ma il fatto di far rientrare al lavoro i giocatori, apre altre problematiche economiche e legali. Da quel punto di vista, il dietrofront è stato immediato. 

Non torna indietro, invece, sull’idea principale, quella di chiudere questa stagione. Pierpaolo Marino, già poche ore prima che fossero annunciati i nuovi casi a Firenze e Genova, aveva spiegato: “Mi sembra impossibile ripartire per metà giugno, non ci sono i tempi giusti per la preparazione. Caso Bundesliga? Fare paragoni con altri paesi sarebbe un errore. Ad esempio la Germania usa il sistema per il test del tampone che dà un responso entro tre ore, un sistema che in Italia non ha”. Guarda a caso, è proprio questo uno dei principali problemi emersi dal confronto di ieri tra Figc e Cts: sul tema, la palla è passata al ministro della salute Speranza.

Ma non è tutto: in merito alle differenti posizioni delle società, Marino ha puntualizzato: “Ricordiamo che i singoli presidenti sono anche legali rappresentati dei club, quindi responsabili civilmente e penalmente su tutto quello che potrebbe accadere a calciatori, staff e dirigenti. Da questo punto di vista bisogna considerare che una società coinvolge 70-80 persone”. Ed ecco un altro valido argomento che pone un freno alla ripresa.

Siamo ancora nell’incertezza più assoluta, sempre dipendenti dal Covid-19 e dall’incapacità-non volontà di prendere decisioni. Per questo, il destino di questo campionato verrà deciso nel termine fissato dalla Uefa: il 25 maggio.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia