Finisce con l’Inter che acciuffa un’insperata e sofferta vittoria al 94′ al tramonto di una gara condotta sempre in completo dominio, ma che si è terribilmente complicata dopo il gol a sorpresa di Samardzic, e grazie ad un atteggiamento, da parte dell’Udinese, di grande attenzione in fase difensiva, che ha filtrato e ridotto al minimo le conclusioni nello specchio da parte della squadra di Inzaghi. Se pensiamo che le statistiche recitano che la sfera è rimasta incollata ai piedi interisti per il 77% del tempo, e che il tema tattico della gara è sempre stato uno: l’Inter a condurre e a dominare la gara, Udinese in trincea pronta a ripartire, riuscendoci anche poco, alla fine le conclusioni in porta degli uomini di Inzaghi sono state anche poche.
Cioffi, rimasto senza punte di ruolo ha imbastito una formazione con due surrogati di punte, ovvero Pereyra che è al più un trequartista, e Thauvin che è un esterno alto. Tale mossa ha praticamente azzerato la possibilità da parte dell’Udinese di risalire il campo con lanci lunghi, non avendo il centroboa che spalle alla porta avrebbe potuto mettere giù il pallone per giocare di sponda e quindi sulle seconde palle. L’unica soluzione per risalire il campo era con il fraseggio dal basso, e i passaggi a tagliare fuori il pressing interista. Più difficile a dirsi che a farsi soprattutto se la precisione dei passaggi da parte dei bianconeri ieri sera si è attestata sotto il 60%.. davvero troppo poco. Sotto il pressing feroce della squadra di Inzaghi, che pressa come si conviene ad un top team di stampo europeo, i limiti tecnici della squadra di Cioffi sono emersi in toto, manifestando tutta l’inadeguatezza al piano gara. Ezhibue faceva fatica a verticalizzare sulla sua perpedicolare per Samardzic (finalmente riammesso alla sua zona di competenza ovvero a destra), Walace non aveva nemmeno il tempo per abbozzare un passaggio che Mikhitaryan o Chalanoglu gli avevano già soffiato la sfera ( a questi ritmi il brasiliano va in grosse difficoltà) mentre Kristensen dall’altro lato non era più pulito nelle uscite su Kamara e Zarraga. Di fatto la manovra bianconera non raggiungeva il cerchio della metà campo, e Thauvin in tutto il primo tempo non è riuscito a capire di che marca fosse il pallone. A dispetto di un dominio territoriale totale da parte degli interisti, le conclusioni in porta però si sono contate sulle dita di una mano monca, se è vero che il primo vero pericolo è stata una sassata di Chalanoglu al 31′ e il secondo a tramonto della prima frazione con un gran colpo di testa di Lautaro; entrambe le conclusion sventate da un ottimo Okoye. Nel mezzo di queste due, ghiotte opportunità per l’Inter, l’Udinese era riuscita a colpire una volta sola, ma duramente: il break di Kamara in anticipo su Dumfries aveva fornito l’occasione per una ripartenza che gli uomini di Cioffi hanno condotto al meglio, con Pereyra ad aprire per Samardzic, che dalla destra, la sua comfort zone, ha potuto accentrarsi per lasciar partire un cross che nessuno dei suoi compagni ne degli avversari, ha intercettato, e che si è spento alle spalle di un sorpreso Sommer. Sorpreso lui, come tutto lo stadio, su un gol che è giunto come un autentico fulmine a ciel sereno, con palla spinta in rete dalla Dea Eupalla, complice anche la dormita di Dumfries che non è intervenuto a spazzare in corner un pallone di facile lettura. Il tema della gara non è cambiato un granchè nemmeno nella ripresa, con l’Inter sempre protesa in avanti alla ricerca del pari ma se nel primo tempo la squadra di Inzaghi sfondava per lo più a sinistra con la coppia Di marco Mikhitarian che tagliavano sempre fuori Ezhibue e Walace (sempre a vuoto ieri sui tentativi di anticipo) nella ripresa anche dal lato di Dumfries sono cominciati ad arrivare spifferi di pericolo. Di fatto è stato un errore sull’uscita da parte del fin li perfetto Okoye, a concedere la palla del pari sul dischetto all’Inter.
Va rimarcato tuttavia che anche senza l’intervento fuori tempo del portiere nigeriano, probabilmente Thuram avrebbe comunque tramutato in gol quel pallone. A quel punto la gara si è fatta più interessante. L’Inter ha attaccato a pieno organino alzando di molto la linea di difesa, rischiando anche qualcosa con Mikhitarian provvidenziale a salvare su Thauvin un gol già fatto, sulla galloppata di Kamara (sempre lui) attivato da un ottimo lancio di prima di Lovric, che appena entrato aveva impattato subito bene. L’Udinese in questa parte di gara è riuscita a trovare spazi per distendersi in un paio di occasioni in contropiede, seppur senza concludere altre volte in porta. Sul fronte opposto invece, la linea maginot eretta da Cioffi incredibilmente reggeva, tra tiri respinti e conclusioni imprecise degli avanti interisti, che confermavano di non godere di un ottimo momento di forma. Di fatto Okoye non è stato costretto a nessuna parata di rilievo. Il muro di fatto reggeva, anche se gli uomini a difendere le palizzate del forte Udinese, stavano via via sparendo, se è vero che Lovric, ottimo subentrante, si è infortunato al 35′,bucando di fatto un cambio negli slot a disposizione di Cioffi, che dopo una manciata di minuti non aveva potuto sostituire un altro caduto in battaglia ovvero Thauvin, che rimasto in campo per onor di firma, concedeva all’inter un uomo, con pure Pereyra sulle gambe. In questo contesto, con l’Inter che assaltava a pieno organico, con la difesa bianconera sempre più sottopressione, il gol nei minuti di recupero pareva scritto e inevitabile. L’occasione si è manifestata sulla conclusione al veleno di Lautaro, e sul rimpallo fortunoso che dal palo ha fatto carambolare la palla proprio sui piedi di Frattesi, bravo ad attaccare la porta. La difesa è rimasta in bambola, ma onestamente, dopo 100′ di assedio, faccio fatica a biasimarla… di fatto nonostante una partita in apnea all’inter era stato concesso fin li solo il gol su rigore, e su errore di un comunque positivo Okoye.
Par logico che se il nemico staziona alle porte, e anche nel cortile della tua casa per tutta la gara, prima o poi trova anche il modo di entrare ed accomodarsi.
Partita che lascia l’amaro in bocca, ma fino ad un certo punto. Come detto, il gol nel lungo recupero ( 7 minuti) non sembrava nemmeno quotato, andando a rivedere la storia del campionato 2023/24 dell’Udinese. Tutto è parso come da copione.
Di questa partita salverei la tenacia e la resilienza con la quale la squadra si è battuta,contro un avversario molto più forte, e in condizioni critiche, ovvero senza punte di ruolo dal primo minuto, e senza un uomo e mezzo (Pereyra non ne aveva più) negli ultimi 14′. La vittoria dell’Inter è legittima e ci mancherebbe. Non era questa la gara laddove l’Udinese avrebbe dovuto fare punti.Nella tabella di marcia di questo finale di campionato, la squadra di Cioffi dovrà ragranellare almeno 8 punti; risultato possibile mantenendo la media punti attuale ( 1-1,1 punto a gara). Le occasioni quindi non mancheranno e nemmeno gli scontri diretti.
Giocando così, inoltre un punticino con la Roma si potrebbe anche ottenere. Resta da vagliare lo stato degli infortuni di Lovric e Thauvin. L’assenza specie del francese potrebbe essere davvero molto pesante, in quanto l’elemento più qualitativo e d’esperienza dell’intero reparto avanzato. Sarà una lotta senza quartiere fino alla fine, sperando che la squadra mostri sempre questo carattere e questo spirito, che ieri sera non hanno premiato, ma che per fare punti nelle prossime gare potrebbe essere sufficiente.
Paolo Blasotti