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Bollicine bianconere

L'Udinese sfata il tabù Franchi e per farlo si avvale di un tecnico fiorentino DOC.
Monica Tosolini

L’Udinese sfata il tabù Franchi e per farlo si avvale di un tecnico fiorentino DOC. Cioffi Gabriele di Piazza Beccaria. Sfata un incantesimo che durava 14 anni, e che aveva seminato molti rimpianti, anche in coppa Italia quando nel 2014 la formazione di Francesco Guidolin venne estromessa dalla finale della competizione nazionale proprio dalla formazione allora guidata da Vincenzo Montella. Tante contese nelle quali all’Udinese spesso era andato tutto storto, daltronde se non raccogli mai nemmeno un punto vuol dire che nulla è girato per il verso giusto, e se sommiamo al conto la gara dell’andata vinta dalla viola senza tirare in porta e con un rigore molto discusso, si può ben capire come la formazione friulana si sia presa una rivincita con tanto di interessi pesanti maturati. Perchè il 0 a 4 è roboante; perchè il risultato fa male soprattutto in considerazione delle ambizioni europee viola e del fatto che la formazione di Cioffi era stata annunciata priva di stimoli e in ciabatte da tanti addetti ai lavori.

Nulla di più falso. L’equipe di Cioffi ha un solo obiettivo in testa: finire alla grande, raggiungere quota 50 punti e decimo posto, e considerando dedizione, forma atletica e attenzione con la quale continua ad approcciare le partite, non è escluso che l’obbiettivo non venga centrato. Per molti potrebbe essere considerato un obbiettivo effimero, che non regala nulla. Certo ai fini della classifica arrivare 14,mo o decimo cambia poco, ma cambia molto in relazione alla mentalità che in questo modo si coltiva. Una mentalità vincente, che allena l’ambizione ad arrampicarsi sempre più in alto, cercando di superare limiti e a sfatare tabù. Una mentalità che poi il gruppo squadra troverà in eredità anche nella prossima stagione, perchè a meno di cataclismi dell’ultim’ora il tecnico dovrebbe rimanere al comando del vascello bianconero, che ora varca i mari della serie A a vele gonfie.

La gara di Firenze ha mostrato molte facce dell’Udinese, alcune vecchie e alcune nuove. La Fiorentina è un complesso squadra che Italiano ha plasmato molto bene, a suon di fraseggi raffinati, possesso palla, gioco arioso sulle fasce, cambi di campo e inserimenti centrali. Il bel gioco insomma, quello che la viola spesso ha seminato sul terreno di gioco quest’anno, raccogliendo giustamente il feedback di tanti punti. La classifica è li a certificarlo.

E’ partita subito in quarta quindi, sospinta da un pubblico insolitamente numeroso per l’orario della gara. Si è trovata però di fronte un’Udinese non meno tenace e soprattutto sorprendente nell’atteggiamento tattico. Questa gara verrà protocollata dai più come il trionfo del contropiede all’italiana contro il la squadra giochista e dominante. D’altronde il 77% di possesso palla e i 14 corner potrebbero indurre a pensarlo. Non tutto è come sembra, o meglio, si l’Udinese l’ha dilatata in tale maniera la partita, ma è come è stata stappata che è interessante sottolinearlo. Minuto 10′ dopo le due occasioni più pulite concesse dall’Udinese a Pjatek e Gonzalez, Terracciano, portiere viola, si trova nell’atto di rinviare la palla; si potevano contare sulla trequarti in pressing alto: Molina, Success, Deloufeu, Makengo e Udogie. Impossibilitato a giocarla corta il portiere viola rinviava centralmente, intercetto alto di Walace e scarico su Molina vicino all’area di rigore viola. Poco importa se l’argentino perdeva banalmente la sfera, l’idea di andare a prendere alta la Fiorentina per sporcare il suo palleggio dal basso era emblematico. 2 minuti più tardi il gol, con l’Udinese in pressione alta, Pablo Mari quasi sulla linea di fondo che si accentra per crossare (poi sarà la bordata per il gol del vantaggio) e in area viola accampati ci sono le due punte bianconere e Rodrigo Becao! Il centrale difensivo che in fase di possesso segna con il terzo di difesa che è pronto ad attendere il pallone in area con le punte; contestualmente i quinti poco dietro e Makengo e Arslan ad attendere un eventuale rimbalzo ad uscire. Questo non è contropiede, è occupazione militare della trequarti avversaria e gol trovato con un difensore. La Fiorentina, sorpresa da questo atteggiamento, per diversi minuti non è riuscita più ad aggiornare il feed del sul palleggio basso, solitamente orchestrato da Torreira e alimentato da Bonaventura, e per tutto il resto della partita ha potuto solo appoggiarsi sugli esterni per costruire presupposti di rimonta : Torreira e Nico Gonzalez da una parte, Biraghi e Sottil dall’altra. L’Udinese ha accettato ​ gli uno contro uno sulle fasce, affollando il centro del campo come Wall Strett all’ora di punta. Certo di presupposti per il gol la Viola ne ha creati tanti, ma quasi mai occasioni pulite come le prime due della gara, e di riflesso si è esposta costantemente ad una serie infinita di contropiedi bianconeri, infinita come il numero dei corner infruttuosi che la squadra di Italiano collezionava. Il punteggio si è così instradato già nel primo tempo ma per dilatarsi in maniera definitiva si è dovuti attendere il 91′ con la rete di Walace. Forse si sarebbe potuto chiuderla prima.

Forse l’Udinese ha avuto stavolta un po’ di fortuna su alcune delle tante palle vaganti in area, quelle mezzo e mezzo che non sai mai come vanno a finire, però quando sfati un tabù,per una volta ti viene restituito tutto quello che ti è stato tolto nel corso degli anni, e qui si parla per l’appunto di 14 primavere, non poche. Il tutto accompagnato con molti duelli individuali vinti, tanto vigore fisico, tanta concentrazione e naturalmente qualità. Sviscerato l’angolo tattico della gara rimane il tempo per i rimpianti.

E’ un peccato vedere una squadra con una coppia di quinti così impressionante (forse i migliori del campionato) non lottare per qualcosa di più importante che un decimo posto; e che dire di questi difensori? E di questi attaccanti? Quel che è certo è che Gabriele Cioffi da Piazza Beccaria ha costruito una base giovane, sana, forte, sulla quale poter cullare sogni di gloria nell’immediato futuro.

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