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Anche sospesa è sempre X

Per un'ora buona Udinese: il 3-4-2-1 dà coraggio alla squadra
Redazione

Al 71′ N’Dicka difensore della Roma si accascia al suolo accusando un dolore al costato. Intervengono i sanitari, sia quelli giallorossi che quelli del 118. Si teme il peggio. Vengono sollecitati con ampi gesti prima da Svilar e poi dall’arbitro. Il giocatore viene prontamente soccorso in campo e poi, dopo un breve accertamento, accompagnato in barella fuori dal rettangolo di gioco e quindi in Ospedale per accertamenti. De Rossi e tutto lo staff, preoccupati per un quadro clinico ancora incerto, memori di quanto accadde anche a Piemario Morosini 12 anni prima, proprio in questa giornata, e giustamente commemorato prima della partita, non se la sentono di continuare, e di comune accordo decidono di rimandare il tutto a tempi più sereni.
Questo è l’epilogo di Udinese Roma. Partita sospesa sul risultato di parità. Già perchè,nel campionato dei pareggi per l’Udinese, anche questa eventualità impronosticabile alla vigilia, non poteva che coincidere con l’ennesima divisione della posta tra l’Udinese e il suo avversario. Quasi fosse un disegno divino.
La settimana prima l’Inter era riuscita a smarcarsi dalla sindrome del pari proprio al 94′. Quale sarà il risultato finale tra le due squadre lo sapremo tra qualche settimana, quando verranno recuperati questi 20 minuti finali. Fino a quel punto il campo aveva sentenziato un 1 a 1 giusto per come era maturato fin li. Una Roma forse un pò troppo distratta e con la mente alla sfida di ritorno dei quarti di Europa League con il Milan di Giovedì, con qualche assenza dovuta ad un calcolato turn over, mentre un’Udinese più centrata sulla partita odierna, crocevia di una lotta serrata per non retrocedere, seppur anch’ella con diverse assenze pesanti, ahimè però, forzate da stati di defezione. Cioffi ridisegnava un 3421, che si era già visto contro l’Inter, con Samardzic finalmente riportato nel suo ufficio, sulla destra e 20 metri più in avanti del solito, a comporre un duo di qualità con Pereyra a sostegno di Lucca. Walace a tamponare, e Payero anche a ripartire con gamba. Rispetto all’inter però l’Udinese era parsa più sciolta, più convinta, anche nel pressare una insolita linea a 3 difensiva giallorossa, che balbettava oltre il dovuto in fase di costruzione, con gli esterni più alti Angelino e Zalewski e con Baldanzi tra le linee, spesso schermato da Walace e Payero. Quello che ne usciva era che il polacco di Tivoli alias Zalewski faticava non poco su Kamara, mentre Hujisen e Lorente rappresentavano l’anello debole della catena giallorossa.
Già dopo 4 minuti su palla recuperata da Pereyra e imbucata per Lucca, Lorente aveva steso in maniera poco ortodossa Lucca lanciato in porta, tamponandolo da dietro. Diciamo che sono stati fischiati rigori per molto meno. L’arbitro colpevolizzava Lucca ammonendolo addirittura verbalmente. La verità però era quella. Centrali giallorossi in affanno sulle ripartenze bianconere. In un’altra simile l’Udinese andava in meta, con Pereyra che dopo aver scippato palla ad Hujisen che si era messo a litigare con la palla, rotolava direttamente in porta subendo anche fallo. Il vantaggio era meritato. Per l’atteggiamento; per la velocità nelle ripartenze; per come l’Udinese amministrava la palla anche con Samardzic che ispirava finalmente sulla trequarti; e per come difesa rimbalzava ogni tentativo d’attacco giallorosso, che per tutto il primo tempo si riduceva ad un sinistro al volo di Baldanzi sullo sviluppo di un corner e su un colpo di testa di Lukaku sull’esterno rete. Nella ripresa la Roma calava pezzi di artiglieria pesante,tra tutti Dybala,che si sa all’Udinese è sempre letale. L’Udinese riusciva a dare via in ripartenza in un paio di occasioni, ispirata sempre da Samardzic e Pereyra,situazioni che portavano al tiro Lucca ( respinta del portiere) ed il serbo (di poco fuori) ma erano le ultime occasioni di alleggerimento. Le ultime boccate d’aria, che avrebbero preceduto l’assalto dei giallorossi, che dopo l’ingresso di Dybala avevano piazzato il loro campo base ai limiti dell’area di rigore bianconera, con gli uomini di Cioffi asseragliati, ed i giallorossi a far girare palla da destra a sinistra per poi trovare i tempi dell’imbucata. Peccato che il forte sia poi crollato su un traversone dalla trequarti di Karsdorp, ma letto da un incerto Okoye ( il portiere in queste situazioni ha di che lavorare). Lukaku ci metteva la zucca ed insaccava. Da li era un monologo giallorosso. Cioffi procedeva al solito avvicendamento sui quinti. Probabilmente andando avanti con la partita avrebbe inserito Ebosele nuovamente come punta, non avendo altri uomini di gamba in grado di attaccare gli spazi in avanti e che potessero alleggerire la pressione giallorossa. Non lo sapremo mai. La gara è stata sospesa per il motivo di cui sopra e forse, forse, per l’Udinese non è stato poi un male. La squadra di Cioffi era andata in apnea, e si sa, le alternative in panchina scarseggiavano, mentre quelle a disposizione di De Rossi erano tutte nobili, come i patrizi romani della Roma imperiale.
Ora la gara verrà completata, chissà quando, e ripartendo da questo punteggio. Impossibile fare previsioni, ma di certo il regolamento novella che c’è un tempo untile entro il quale dovrà essere calendarizzata, pegno sconfitta a tavolino per chi ha deciso di farla sospendere. Se la Roma dovesse passare il turno contro il Milan vedrà di sicuro restringersi il campo delle ipotesi sul calendario. Insomma, situazione ingarbugliata, e nel frattempo le avversarie nella lotta alla salvezza hanno tutte macinato punticini insperati. Insomma, se l’attesa è essa stessa il piacere, per parafrasare un vecchio detto, diremmo che in questo caso l’attesa per il recupero lascia spazio all’angoscia, e alla preoccupazione.
Di positivo c’è l’aver visto per un’ora di gioco una buona Udinese, ed il fatto che il passaggio al 3421 abbia portato una piccola ventata di coraggio e convinzione alla squadra. Serviva aspettare la 32.ma giornata?

Paolo Blasotti

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