De Laurentiis senza freni. Dopo aver aperto alla Superlega, il presidente del Napoli oggi rincara la dose e dice la sua su come dovrebbe essere strutturato il calcio, anche in Italia, in una lunga intervista al Corriere dello sport. In merito alla Superlega, ribadisce: “La Superlega è stata una mossa sbagliata, che però ha sortito questo cambiamento. Adesso bisogna fare un ragionamento serio. Ho parlato con Florentino Perez e siamo d’accordo a mettere attorno a un tavolo alcuni veri imprenditori, non più e non solo presidenti nominali. Perché oggi il calcio è amministrato da persone anziane dal punto di vista anagrafico, ma soprattutto prive di visione”.
Quindi affronta, a modo suo, il tema della riforma dei campionati: “Farei subito una serie E, dove E sta per élite. Sole squadre di città con un numero rilevante di tifosi. Un Palermo che dà garanzie economiche non può fare la trafila dalla serie D. Un Bari che ha un bacino di un milione duecentomila fan non può stare dove sta. Mentre in prima serie ti trovi città di ventimila abitanti che non fanno diecimila biglietti. Allora io dico: alle sette, otto squadre che egemonizzano la classifica, aggiungiamone altre sette che possono avere le stesse ambizioni. E chiudiamo a 14 posti nella serie d’élite. Poi due gironi di Serie A da venti squadre. E il resto è dilettantismo, che funga da vivaio”. E ancora: “Voglio dire che ai risultati sportivi vanno aggiunti quelli economici. Non mi sono mai redistribuito i guadagni, ho sempre reinvestito tutto. E quest’anno ho chiuso il bilancio con 80 milioni di utili e una riserva di 154 milioni. Nessun club italiano ha fatto tanto. Poi certo, vincere tutti gli anni non è possibile. I giocatori possono sentirsi appagati, ci sta. Bisogna rimotivarli..”