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L’Udinese respira

Il pari meritato può rappresentare uno sliding Doors della stagione
Redazione

All’ultimo respiro, stavolta, è l’Udinese a raggiungere gli avversari sul pari, e non l’inverso; e il tutto con l’uomo più inatteso, quell’Isacc Success che non segna mai, e che non segnava di fatto da oltre un anno. 

Udinese Napoli, tra il ricordo per le vittime del terremoto del 76′ e l’ansia per l’ordine pubblico, gestito stavolta in maniera prudente e pevidente impedendo la trasferta a migliaia di napoletani della provincia d’origine, ha fotografato bene il momento delle due squadre se non la stagione delle stesse. Un Napoli ormai lontano parente di quello che solo 12 mesi fa proprio su questo prato festeggiava il terzo scudetto, e un’Udinese ridotta ai minimi termini da una sfilza di assenze importanti (non ultima quella del tucu Pereyra) e con lo spettro della serie B ora più che mai tangibile. Che non potesse essere una bella partita lo si poteva intuire. Nella sfida tra la squadra partenopea alla ricerca di vitali  punti che le possano consentire di non guardare le altre italiane nelle coppe dal divano di casa nella prossima stagione, e la squadra di casa, nel fare lo stesso la domenica dopo aver giocato il sabato, è prevalso l’equilibrio. Il Napoli di Calzona logicamente più manovriero e titolare del possesso di palla, come da copione, Udinese di Cannavaro raccolta e pronta a ripartire. L’Udinese portava bene a compimento il primo impiego, ovvero quello di non regalare profondità e spazio alle manovre del Napoli, chiudendo ogni possibilità di fuga a Osimehn sia per cielo che per terra,   era però  molto rivedibile all’atto di ripartire. Le assenze si sono fatte sentire. Un Payero in versione Bologna (andata e ritorno) sarebbe servito come il pane, il tucu tra le linee anche, e magari anche  un Kamara in giornata, perchè quello di ieri è stato piuttosto evanescente ed impreciso. Se anche Lucca poi, si presenta in versione palo della luce, al quale offri il pallone senza ricevere nulla in cambio, ben si puù capire come la produzione di gioco dell’Udinese nel primo tempo sia stata di una sterilità imbarazzante. All’Udinese troppe volte quest’anno è mancato un terminale offensivo che allungasse la squadra in avanti, che attaccasse la profondità. Sono sempre più convinto che il povero Lucca, centravanti d’area, non sia l’ariete adatto al gioco di questa squadra che mediamente parte da un blocco medio basso. Anche Samardzic ieri ha sofferto e non poco. Nel primo tempo apatico, nel quale i bianconeri hanno indossato più la tuta e l’elemetto che non il frack, il serbo, a margine di un possesso palla bianconero del 28%, ha toccato forse 10 palloni, 4 dei quali per battere i piazzati; insomma un pò pochino per poter anche entrare in panchina. Samardzic è giocatore per squadre che palleggiano, che fanno del dominio del gioco la loro caratteristica; ha bisogno di avere spesso  la palla tra i piedi. Se deve passare il tempo a rincorrere il torello avversario va da se che si svilisce e anche quelle poche volte in cui della sfera ne è in possesso, può risultare impreciso. Anche dai piazzati. Brenner stesso, con un compagno di reparto come Lucca e con una squadra che non saliva mai in blocco ha faticato e non poco. La sua  prima dall’inizio; ha mostrato lampi di qualcosa in effetti: l’apertura di prima per Kamara che poi ha vanificato tutto con un tiraccio in curva, e qualche fallo guadagnato nello stretto lasciano intravedere diversi aspetti qualitativi; aspettiamo di vederlo in un altro contesto e magari con un compagno di reparto più affabile. A Bologna per dire con Davis aveva confezionato l’azione del palo nei minuti finali. Ecco, siamo arrivati al britannico ex-Aston Villa. Ieri nella mezz’ora abbondante in cui si è visto in campo, ha confermato quel che di buono aveva lasciato intravedere in tutti i piccoli spezzoni in cui è stato impiegato fino adesso  (che a sommarli tutti forse non si arriva a 90′). L’inglese ha confermato di avere: fisico, tecnica, forza, velocità, tiro e capacità di  legare con i compagni di reparto. Decisamente il migliore in campo ieri assieme ad un redivivo Success, entrato ieri come non ce l’aspettavamo, dopo diversi ingressi in ciabatte. Il nigeriano ha provato subito a saltare l’uomo e ad andare al tiro, tenendo su palloni, facendo sponde e guadagnando falli, tutta attività sconosciuta al buon Lucca ieri sera  ( e non solo). Si può dire che le due punte inserite, anche per disperazione, da Cannavaro nell’immediatezza del gol di Osimehn, che stava spalancando le porte dell’inferno all’Udinese, sotto gli occhi di un Gino Pozzo preoccupato in tribuna,  hanno rappresentato l’ancora di salvezza alla quale questa squadra si è aggrappata nell’ultimo quarto di gara. Giocare con due punte ha impedito al Napoli di attaccare in massa, quando nella ripresa il centrocampo non aveva più la forza di accorciare sulla difesa, impedendo di subire il colpo del K.O. Certo il Napoli dello scorso anno lo avrebbe inferto, ma questo Napoli è ben altra cosa, e se si trova ottavo in classifica un motivo ci deve per forza essere.

Il pari, alla fine mertitato, per come è stato ottenuto, può rappresentare uno sliding doors della stagione. Aver acciuffato il risultato per una volta al 92′ (e non il contrario) con il gol meno atteso poi, può dare una bella scarica positiva al morale della squadra. E’ un pari che moralmente sa di vittoria, esattamente come tutti le volte in cui ci si è fatti raggiungere nel finale, i pareggi moralmente valevano quanto una sconfitta. Morale, coraggio insomma, gli ingredienti che potrebbero conferire il giusto slancio per andare ad affrontare le ultime tre finali. I motivi per guardare al bicchiere mezzo pieno non si esauriscono qua. A Lecce rientreranno gli squalificati Perez e Payero, quando ieri nessuno di quelli della lista nera è incorso in un giallo squalificante. Inoltre, si dovrebbe recuperare, come ha fatto capire Cannavaro, certamente Pereyra, e si può coltivare speranza anche nel recupero di Thauvin e Lovric, ormai davvero prossimi al rientro. Soprattutto però, c’è la consapevolezza di aver recuperato tutto il parco attaccanti, e sapere di poter disporre di un Davies così, di un Success ritrovato e anche di Brenner, per le ultime tre vitali battaglie, beh fa dormire sonni più tranquilli; per la prima volta un tecnico dell’Udinese quest’anno avrà possibilità di scelte nel reparto avanzato,  e direi che non è poco. E’ interessante notare poi come con Davies l’impiego di Success può tornare ad avere un senso logico prima che tattico. Success orfano di Beto, colui che lanciava con precisione negli spazi che il portoghese attaccava,  era caduto nel dimenticatoio, poichè per tutto l’anno era venuta a mancare questa opportunità tattica. Il fatto che Davies abbia la velocità per attaccare gli spazi, può garantire una nuova opportunità di impiego per il nigeriano, e finalmente può ricomporsi una situazione tattica che negli anni scorsi è stata molto fruttuosa per la squadra. Insomma una soluzione in più per Cannavaro per questo finale incandescente.

Paolo Blasotti

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