La rete da attaccante vero segnata ieri in Champions League al 94° di Lazio-Atletico Madrid, accende i riflettori sul 29enne portiere pordenonese Ivan Provedel. Tutti a scavare nel suo passato, per conoscere le sue origini e approfondire una storia davvero particolare. A 14 anni Ivan Provedel, bomber della squadra Giovanissimi Regionali del Pordenone allenata da Stefano Bozzo, decide che è ora di dare ascolto sul serio alla profezia fatta dal suo idolo, il grande Lev Yashin, a mamma Elena prima ancora che lui nascesse: “Tuo figlio farà il portiere”. Ricordi mai sbiaditi della storia di famiglia, tramandati dal nonno, compagno in guerra di Yashin, e dalla mamma, che in Russia è nata e ha vissuto la prima parte della sua vita. Ivan è cresciuto con quella convinzione, anche se ha iniziato da attaccante e in quel ruolo si stava togliendo parecchie soddisfazioni. Al termine della stagione 2008/09, in occasione di un torneo, il ragazzino ha trovato finalmente il coraggio di chiedere all’allora DS Giancarlo Migliorini di poter giocare in porta. Una follia, secondo gli addetti ai lavori: il ragazzo era già impostato in un ruolo. Perciò hanno deciso di non assecondarlo. Lui, testardo, ha quindi lasciato la società neroverde e ha chiesto in giro come fare a realizzare il suo sogno. Gianfranco Zigoni ha raccolto il suo appello e lo ha girato a Renzo Zanet, in quella zona conosciutissimo preparatore dei portieri. Zanet ha contattato diverse società ma la prima a dargli ascolto è stata il LiaPiave, di San Polo, vicino ad Oderzo. Lì, Provedel per la prima volta ha indossato i guantoni da portiere e già dopo una sola stagione Michelangelo Mason lo ha segnalato all’Udinese.
La sua carriera come estremo difensore era agli inizi, ma già prometteva bene. Ivan, voleva arrivare e dentro di sé, sapeva che avrebbe realizzato la profezia di Yashin. E il suo sogno..
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(Foto: archivio Pordenone Calcio)
