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Tuttosport, Santurro: “La Repubblica Dominicana mi fa bene!”

Intervistato da Tuttosport, l'ex portiere bianconero Antonio Santurro (sfortunatissimo nella sua esperienza friulana, vissuta per lo più da infortunato) ha debuttato in Nazionale con la Repubblica Dominica
Monica Tosolini

Intervistato da Tuttosport, l’ex portiere bianconero Antonio Santurro (sfortunatissimo nella sua esperienza friulana, vissuta per lo più da infortunato) ha debuttato in Nazionale con la Repubblica Dominica e ha accontato la sua particolare storia partendo proprio da quest’ultimo capitolo: «Una nuova e bellissima esperienza, di cui sono orgogliosissimo. Sono andato a rappresentare il Paese di mia mamma Carmen, quello dal quale lei tanti anni fa è partita per cercare una vita migliore, trovandola in Italia. Sono contento di aver chiuso il cerchio in questo modo».

Come è nata questa possibilità di giocare per la Repubblica Dominicana? «Sono stato contattato da una persona su Instagram! Non so se fosse stato incaricato o meno dalla Federazione di scovare quei giocatori, dalla doppia cittadinanza, eleggibili per la Nazionale. Fatto sta che mi ha trovato e da lì è partito tutto».

Come reagì inizialmente alla notizia? «In principio ero rimasto spiazzato, non era un qualcosa a cui potessi pensare. Ma allo stesso tempo ero molto intrigato. Si trattava pure sempre di una bella vetrina, si parla di una Nazionale assoluta».

Lei ha militato gran parte della carriera in Lega Pro. Che differenze ha notato con le partite della Nazionale? «Uno da Guatemala-Repubblica Dominicana si potrebbe aspettare una partita tra scappati di casa, ma vi assicuro che non è assolutamente così. Pensi che siamo arrivati allo stadio e c’erano 15.000 persone ad aspettarci, col match in diretta tv nazionale. Già questo non si vede ovunque nella nostra terza serie. Il livello di gioco dipende dagli avversari, con punte che toccano tranquillamente le grandi gare della Lega Pro».

Lei ha esordito contro la Guyana Francese, doppio l’espulsione al portiere titolare. «Entrare a freddo, gli ultimi venti minuti, dopo tre anni in cui non avevo mai giocato, senza riscaldamento e la sana pressione che ti prepara alla partita: è stato difficilissimo». 

Una esperienza che gli ha dato le motivazioni per voler tornare ad essere protagonista.

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