Nacho Pussetto a Udine sta vivendo un buon momento. E’ uno dei beniamini della tifoseria, gioca e segna. A ‘Il Gazzettino‘ ammette: “Non nego di essere soddisfatto, pur restando consapevole che comunque i bilanci si fanno alla fine. Posso e deve fare meglio, però la strada è quella giusta e sta a me non smarrirla”.
Un anno fa, rispondendo a chi aveva chiesto se le piaceva il compito assegnatole da Tudor, ossia quello di quinto di centrocampo, disse che il ruolo le andava bene. Si era trattato di una bugia a fin di bene? “Nessuna bugia, volevo semmai sottolineare che un calciatore deve essere pronto a svolgere più compiti. Non ero né sono un quinto di centrocampo. Ma se Tudor avesse insistito, avrei dato tutto me stesso per meritarmi la fiducia sua e dell’ambiente, anche agendo in posizione defilata e un tantino arretrata. Se sei disponibile ad assecondare in tutto il tuo allenatore si rafforza la tua mentalità. A parte il fatto che nel calcio moderno bisogna saper fare un po’ tutto. Certo, mi ritengo una seconda punta”.
La crescita dell’Udinese è merito della sua anima argentina? “È merito di tutti. L’Udinese è una specie di blocco armato e noi argentini ci troviamo d’amore e d’accordo con il resto del gruppo. Nel bene e nel male, non esistono migliori o peggiori”.
Ora siete attesi da 4 gare, difficili ma alla vostra portata, con Torino, Crotone, Cagliari e Benevento. C’è la possibilità di chiudere nel modo migliore l’anno solare? “È molto importante, questo finale del 2020, che fortunatamente affronteremo con la rosa quasi al completo. Si giocherà ogni tre giorni e servirà l’aiuto di tutti. È chiaro che vogliamo migliorare la posizione: io sono fiducioso, pur tenendo conto che basta niente per cadere. Quindi dovremo evidenziare tutte le nostre qualità caratteriali, atletiche, tecniche e tattiche. In ogni caso è giusto rimarcare che l’Udinese è squadra forte. Dobbiamo pensare che possiamo approdare alla settima-ottava posizione, per cui ci sta anche l’obiettivo di tornare in Europa”.