Nella rete degli obiettivi di mercato bianconero c’è finito anche Jacopo Petriccione, centrocampista del Lecce originario di Gradisca d’Isonzo. Assomiglia molto a Modric, ma è riuscito a far parlare di sè soprattutto per la sua visione di gioco. Il Messaggero Veneto lo ha intervistato per far conoscere il ragazzo che si sta facendo apprezzare in serie A.
Delle voci sull’interesse dell’Udinese dice: “Non so quanto ci sia di vero. Se così fosse, l’interesse fa comunque piacere. Udine è vicina a casa mia, è una società importante, ha fatto Champions League e Europa League. La cosa mi inorgoglisce”.
In squadra con lui adesso c’è Antonin Barak: “È un giocatore con grandi qualità e mi stupisce il fatto che a Udine non abbia trovato spazio, anche se va detto che è dura portare il posto a gente come Fofana e De Paul”.
I ricordi nelle giovanili in Friuli: “Ne ho davvero tanti. Io e Petagna facevamo grandi cose in tutto il Triveneto. In più c’era anche Matteo Brumat (anche lui isontino, di Farra d’Isonzo, ndr), che adesso gioca in Lega Pro con il Picerno, in Basilicata”.
Di sè come calciatore racconta: “Penso che il mio punto forte sia l’intelligenza tattica. Con la velocità di pensiero sopperisco alle mancanze fisiche. Però so di dover migliorare ancora. Devo molto al mister Liverani, mi ha portato a Lecce dopo l’esperienza a Terni. Mi ha fatto crescere, se sono in serie A è grazie a lui. Dato che gioco in quello che è stato il suo ruolo, pretende molto, è un vero martello”.
La speranza, adesso, è quella di “tornare a giocare, significherebbe la fine del peggio. Con il virus sconfitto, potremmo stare tutti più tranquilli. Giocare d’estate sarebbe strano. A Lecce fa già un gran caldo ad aprile e maggio, figuriamoci a luglio e agosto. Però se tocca farlo, lo faremo. E in fin dei conti farà caldo per tutti”.