Alla quarta stagione in Friuli, Walace sta vivendo il suo campionato migliore. La Gazzetta dello sport ricorda un dato, quello che lo vede primeggiare nei palloni recuperati, ben 220. Lui commenta: “Mi piace, la squadra respira, togli un’azione offensiva all’avversario”.
E’ un giocatore molto fisico e a volte gli avversari in campo ‘rimbalzano’ su di lui: “A volte mi viene da ridere in campo, quando succede. Qualche avversario si arrabbia pure. Poi finisce lì. Entro duro, ma sono timido. Pensi che mi vergogno a chiedere una maglia, a volte, però, la chiedono a me”.
Sulla flessione di rendimento della squadra: “Non so cosa sia accaduto, ma credo che un calo capiti a tutti. Le assenze di Becao e Deulofeu hanno pesato e “Beca” dietro è il numero uno. Abbiamo trovato qualche difficoltà nel fare la partita. Ora è arrivato il bel risultato di Empoli nel momento giusto. Dobbiamo dare continuità se vogliamo sperare nell’Europa”.
Poi confessa: “In estate volevo andar via. Mia moglie Camila stava per partorire due gemelli. Sentivo la famiglia lontana in ritiro. Ho 4 figli maschi ora. La proposta del Flamengo era allettante e non è facile dir di no a un club storico, alla possibilità della Libertadores. Ma penso di aver fatto la scelta giusta. Amo la Serie A, più della Premier e l’Italia come paese. Mi piace troppo”.
Impossibile non pensare al Brasile: “Io faccio il mio, sarebbe un piacere enorme tornarci”.
Infine lancia un appello alla persona che lo ha estratto dalla macchina prima che prendesse fuoco nell’incidente dello scorso ottobre: “Vorrei che quel ragazzo che mi ha estratto quella sera dalla macchina venisse a presentarsi da me. Vorrei rivederlo e ringraziarlo”.
