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Gazzetta dello sport: Prova di forza

Rimane tortuosa la strada per la ripresa del calcio.
Monica Tosolini

Rimane tortuosa la strada per la ripresa del calcio. Ieri si è vissuta un’altra giornata intensa che alla fine ha visto stavolta contro Lega di serie A e Figc. Le due parti si ritroveranno oggi per cercare di trovare una intesa sul protocollo, giudicato troppo restrittivo dai club. Un protocollo che ovviamente deve essere condiviso con ministeri e Cts.

Molti i club di A che hanno chiesto chiarimenti, tra questi Inter, Milan, Napoli, Atalanta, Genoa, Samp, Fiorentina, Verona, Sassuolo, Brescia, Cagliari .

I nodi sono i soliti. La Gazzetta dello sport li ricorda: “I punti su cui la stragrande maggioranza delle società condividono le preoccupazioni sono sostanzialmente tre: la quarantena a cui verrebbe sottoposta l’intera squadra in caso di nuova positività; la responsabilità penale dei medici; il lungo ritiro “bolla” di due settimane. Le contro-richieste si rifanno al modello tedesco: in caso di nuovo contagio, le società vogliono che sia solo il singolo a procedere all’isolamento. Così come che la responsabilità non gravi solo sui medici sociali ma venga condivisa secondo modalità che sarà il governo a stabilire. E infine i ritiri: i club chiedono di cancellarli dal protocollo e di poter procedere come succede adesso (giocatori in campo e poi a casa, e dal 18 con allenamenti collettivi veri, non a gruppi di 7-8 giocatori). Anche in questo caso con riferimento a quanto accade in Germania e negli altri tornei europei” .

Nello specifico, “L’opposizione al ritiro nasce da differenti presupposti, soprattutto organizzativi: è difficile (se non impossibile data la chiusura degli hotel) individuare una struttura in grado di accogliere parte o l’intero gruppo squadra. Solo la Juventus ha nel J-Hotel l’alloggio adatto ma non intende, per questo, essere l’unico club a convocare i giocatori in ritiro: lo farà solo se lo faranno anche gli altri. Inoltre, se il gruppo negativizzato è costantemente sotto controllo non avrebbe senso, per i club, procedere con le due settimane di clausura. Certamente sgradita anche ai calciatori. L’Aic si associa ai club anche su un altro aspetto: «Le modalità di gestione delle eventuali nuove positività non sembrano idonee a garantire la conclusione del campionato; esiste il rischio di doversi fermare nuovamente, vanificando così tutti gli sforzi profusi»”.

Si guarda all’incontro con Conte, non ancora fissato e probabilmente possibile all’inizio della prossima settimana. Ma se la Figc spinge per partire intanto con gli allenamenti, i club non hanno intenzione di fare un salto nel buio.

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