“Alla fine poteva anche finire in parità, De Paul ha preso un palo all’alba del secondo round, ma la sfida ha seguito il detto “chi comincia bene è a metà dell’opera”. Gotti all’inizio ha cercato di non regalare spazi alle micidiali ripartenze di Immobile e soci, tenendo corta la squadra e con un Pereyra più prudente tra la linee. Ma dopo una decina di minuti di reciproco studio, la Lazio ha preso il sopravvento grazie alla migliore qualità di palleggio. La catena di destra Lazzari-Milinkovic era dormiente, come quelle spie in attesa di essere innescate, ma quella di sinistra Marusic-Luis Alberto funzionava benissimo e da lì sono arrivati i primi pericoli che però hanno avuto solo l’effetto di collezionare un sacco di angoli. L’Udinese aveva problemi in uscita, causa troppi errori in fase di costruzione e di passaggi, il solito De Paul provava a svegliare la squadra, ma anche in attacco Pereyra e Llorente non erano molto collaborativi. Così al primo flop difensivo, Marusic tutto solo in area ha avuto tempo e modo di accentrarsi e prendere la mira per centrare l’incrocio. L’Udinese al tramonto del round ha avuto l’occasionissima con Stryger Larsen su cui Reina ha fatto la prodezza, ma la vera reazione c’è stata nel secondo tempo. Gotti ha giustamente cambiato subito Llorente con Nestorovski e poi ha preparato la squadra come fosse una banda di pirata pronti all’arrembaggio: dentro anche Okaka (arretrando Pereyra) e poi pure Forestieri. Insomma, una selva di giocatori offensivi che hanno prodotto l’effetto desiderato. Finalmente i friulani hanno creato, oltre al palo del 10 argentino, altre occasioni inclusa quella di Nestorovski finita di poco a lato un minuto prima del fischio, anche se bisogna dire che la più ghiotta l’aveva avuta Immobile a metà round poco prima di uscire.
Diciamo che nel complesso è piaciuta di più la Lazio perché ha sfruttato il suo momento di superiorità, a differenza dell’Udinese che ha sprecato il suo. Udinese però che esce a testa alta: ha pagato il tasso tecnico nettamente superiore dei rivali, ma ha “rischiato” di pareggiare. E diciamo che forse Gotti (che qualche rumor indica proprio come papabile tecnico della Lazio se Inzaghi dovesse andar via) se lo sarebbe meritato per il coraggio nelle sostituzioni e per la capacità di mantenere un assetto equilibrato nonostante i tanti uomini offensivi”.
Così la Gazzetta dello sport commenta la vittoria della Lazio a Udine.
Nelle pagelle, valuta da 6 la prova dell’Udinese con De Paul, ancora una volta, il migliore dei suoi.
DE PAUL IL MIGLIORE 7 – Anche se fosse in Dad.
MUSSO 6,5 – Sarebbe il pupillo dei maestri: se c’è un esame, risponde sempre presente.
BECAO 5 – Marusic-gol è liberissimo, lui è in gita. In uscita, o rallenta il gioco o sbaglia il passaggio.
FORESTIERI 6,5 – Come entrare in partita. Tra le buone giocate, il cross per Nestorovski al tramonto.
BONIFAZI 6 – Cerca di contenere Immobile. In uscita il più preciso.
NUYTINCK 6 – Se la cava bene, e poi dal suo lato la Lazio spinge meno.
MOLINA 6 – Anche lui in vacanza sul gol, si riscatta con qualche volata e il tocco per Stryger.
WALACE 6 – Partenza diesel, poi quando l’Udinese si assesta dà il suo contributo.
MAKENGO 6 – Ci mette fisicità e voglia. Suo il primo tiro bianconero. Esce per questioni tattiche.
NESTOROVSKI 6 – Ci prova un paio di volte, sfortunato.
LARSEN 6,5 – Tiene bene Lazzari, e Reina gli nega il pari.
PEREYRA 5,5 – Non bene da trequartista, poco meglio in mezzo. Giornata no.
LLORENTE 5 – Con Acerbi vita dura, ma sbaglia anche appoggi facili.
OKAKA 6 – Almeno ci mette movimenti e fisicità.
GOTTI 6 – Ha studiato bene la partita, ma i suoi lo tradiscono nel palleggio. Ardito nel secondo round, e quasi viene ripagato.