A 25 anni era richiesto da molti club importanti in Italia. Seko Fofana ha poi scelto Lens, club neopromosso in Ligue 1: “Dopo quattro anni in Italia volevo stare più vicino alla mia famiglia. Soprattutto dopo la situazione legata al Covid sentivo il bisogno di tornare vicino a casa”, ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Tutto qui? No, c’è molto di più. Ma andiamo per gradi.
DAL PARIS FC AL MANCHESTER CITY
Fofana è cresciuto a Parigi, con la maglia del Paris FC, la seconda squadra della capitale che quest’anno lotta per la promozione in Ligue 1: “Li seguo ancora. Sono molto attaccato al PFC, è una squadra che fa crescere ottimi giocatori. Ogni tanto mi sento ancora con Wylan Cyprien. Eravamo insieme là”. Nel 2010 il trasferimento al Lorient, poi il Manchester City inizia a corteggiarlo e nel 2013 parte per l’Inghilterra. Dove trova Attilio Lombardo come allenatore: “All’inizio ho avuto qualche difficoltà con lui, perché era molto esigente: alla fine ho capito quanto mi sia stato utile. Sono migliorato anche grazie alle sue richieste”. E Patrick Vieira: “Con lui sono migliorato tantissimo anche tatticamente. Lui si ispirava al gioco del Bayern Monaco di Guardiola. Facevamo molte sedute video. E come persona è stato utile per me: mi ha aiutato e ispirato”.
“L’UDINESE? POSTO IDEALE PER CRESCERE. PERÒ…”
Prestiti al Fulham e al Bastia. Poi nel 2016 arriva l’Udinese, che lo compra a titolo definitivo. In maglia bianconera Fofana passerà quattro stagioni, giocando 119 partite ufficiali, e segnando 13 gol. Il suo ricordo: “L’Udinese è un club che mette tutto a disposizione dei suoi calciatori perché riescano a fare bene. È un posto ideale per crescere. Ho dato tutto per questo club, ho passato momenti belli e momenti brutti”. E si toglie qualche sassolino dalle scarpe: “Con Tudor ad esempio avevamo iniziato bene, poi qualcosa si è rotto con lo spogliatoio”. Ma c’è altro: “Sempre nella stessa stagione a settembre quando sono partito in nazionale ho scoperto che il club voleva cedermi in prestito alla Sampdoria. Nei mesi precedenti avevo rifiutato offerte più importanti perché volevo rimanere. Quando ho saputo la notizia non ci sono rimasto molto bene, e ho rifiutato. Sono rientrato e non ho più giocato con continuità, e questo non mi è piaciuto”. Poi l’arrivo di Gotti, con cui ha ritrovato più spazio: “È una persona che merita rispetto. È un allenatore molto attento nelle analisi delle partite e sulla tattica. Riesce a migliorare molto i propri giocatori. Sono convinto che farà una bella carriera”.
LA SCELTA DI LENS
Le sue ottime prestazioni hanno attratto molti importanti club di Serie A: “L’estate scorsa si era fatto avanti il Milan, poi le trattative si sono bloccate. Anche l’Atalanta mi ha cercato seriamente: se fossi andato da loro avrei giocato la Champions League. Ero anche consapevole di esser pronto per quella competizione, ma ormai avevo già deciso di andarmene dall’Italia, e scelto la mia nuova sfida”. Ed eccoci arrivati alla scelta di Lens, club appena promosso in Ligue 1, dopo cinque anni di Ligue 2. Qui Seko Fofana inizia a parlare con orgoglio: “Forse la gente in Italia non lo sa, ma il Lens è una squadra top in Francia, con una bella storia alle spalle. È un po’ come il Parma: questo club vuole ritrovare il blasone di un tempo. Mi hanno convinto grazie al progetto sportivo e alla fiducia che mi hanno fatto sentire”. Più facile percepire la fiducia, quando diventi il più grande investimento nella storia del club (circa quindici milioni di euro, bonus compresi): “Il Lens mi ha fatto sentire importante. Il fatto di riportare in alto questo club mi ha spinto a fare questa scelta. Per me era una sfida molto più allettante”. Una scelta coraggiosa, difficile da capire per molti: “Mi hanno detto che ero un pazzo. ‘Cosa vai a fare a Lens?’, mi dicevano. Ma alla fine sono contento di vedere come sta andando il club”. Quinto posto dopo 30 giornate. Il Lens è la vera sorpresa della stagione in Ligue 1. Se il campionato finisse ora, Seko Fofana e i suoi compagni il prossimo anno disputerebbero la Conference League: “Siamo un gruppo composto dal giusto mix tra giovani talenti e giocatori d’esperienza: lavoriamo bene e ci troviamo tutti alla grande. L’Europa? Sarà dura perché mancano otto partite difficili. Ma siamo comunque ambiziosi”. E dalle parti di Lens si inizia già a sentir parlare di un paragone importante, con il vecchio idolo Seydou Keita: “Vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro, e la gente apprezza”.
GLI INSEGNAMENTI DEL CALCIO ITALIANO
Dall’Italia alla Francia: “Qui si prendono più rischi, non si difende come in Italia. Sono due modi diversi di vivere il calcio”. La Serie A, però, resta un’università diversa dalle altre: “Il fatto di aver appreso la tattica in Italia mi permette di avere un plus rispetto ai miei compagni, a cui do sempre molti consigli”. E in Italia ha stretto rapporti d’amicizia importanti, che durano anche a distanza: “Sono sempre in contatto con Mandragora, De Maio, Nestorovski. Ci sentiamo quasi tutti i giorni”. E sulla lotta scudetto in Serie A: “Penso che l’Inter vincerà. Bene, almeno si cambia un po’…” Come? “Eh, vince sempre la Juventus…”. Fofana poteva giocare in Champions League, ma essere protagonista del ritorno del Lens tra le grandi di Francia per lui era una sfida irrinunciabile. E il primo bilancio è positivo: classe, esperienza e anche gol pesanti. L’ultimo proprio due settimane fa, prima della sosta. Una rete decisiva per l’1-2 finale ottenuto sul campo dello Strasburgo. “L’obiettivo primario di questa stagione era la salvezza, ma io sono venuto qui per qualcosa di più grande. Voglio dimostrare di essere capace di riportare questo club nel posto che merita”.
Al primo anno dopo la promozione il Lens è già quinto e sogna l’Europa. Ed è solo l’inizio. L’avete capito che non è un pazzo?