Il mercato, in tutti i campi, è destinato a cambiare: quello del mondo del calcio non fa eccezione, anzi. Società e giocatori dovranno adeguarsi alle necessità post coronavirus. Bisogna ripartire, lo si dovrà fare per gradi e con sacrifici da parte di tutti. E’ il caso di iniziare a riflettere su questo.
Vincenzo Morabito, agente di calciatori che gestisce anche un paio di bianconeri, ragiona con noi su ciò che potrebbe accadere in casa Udinese nel prossimo futuro partendo da un calciatore di cui si parla molto: Rolando Mandragora. Il centrocampista è il protagonista di una operazione particolare, definita due anni fa da Udinese e Juventus. E’ arrivato in Friuli per 20 milioni, la Juve lo riscatterà per 26. In tempi di Covid-19 sono soldi comunque pesanti per le casse degli Agnelli e una plusvalenza incredibile per i Pozzo: anche stavolta gli imprenditori friulani hanno visto meglio di tutti? “Direi proprio di sì. In questo momento la quotazione del ragazzo è scesa, vale il discorso che si fa per tutti. I sei milioni di differenza che sarebbero dovuti essere il premio di valorizzazione per due anni all’Udinese, diventano una cifra enorme. E’ chiaro che l’affare lo hanno fatto i Pozzo, ma non escluderei, a questo punto, la possibilità che la Juve decida di lasciarlo ancora un anno a Udine per evitare una minusvalenza”.
In prestito, quindi? “Le quotazioni dei giocatori sono crollate, il mercato dovrà basarsi su prestiti e scambi, anche a livello importante. Oggi è difficile dare valutazioni ai giocatori”.
Potrebbe cambiare qualcosa se il campionato ripartisse? “Il campionato non può non riprendere. Siamo l’unico Paese che si sta ponendo il dubbio della ripresa delle attività produttive, a livello generale. E’ inutile lamentarsi, siamo i primi responsabili dei nostri problemi”.
Lei parlava di prestiti: l’Udinese, ormai, li fa solo con il Watford. Quindi? “Il club inglese dei Pozzo è in una situazione di classifica difficile, non si sa se si salverà. Per i Pozzo il contesto è complicato: il discorso economico sarebbe meno doloroso se non ci fosse da gestire anche l’Udinese. Per Gino è una fase complicata, dovrà rinunciare a fare plusvalenze”.
Si riferisce a De Paul? “E’ chiaro che non si potranno pretendere più i 25 milioni di prima: ora bisogna accontentarsi della metà. Lo stesso vale per Fofana, per cui oggi 15 milioni sono troppi”.
Lei controlla giocatori dell’Udinese? “Sì, due: Nuytinck e Larsen. Il danese ha il contratto in scadenza nel 2022, ha molto mercato in Italia e all’estero. Lui potrebbe partire, ma bisogna vedere quanto chiederà l’Udinese per cederlo. Nuytinck sta benissimo a Udine. Ha ancora un anno di contratto, vediamo quali sono le intenzioni dell’Udinese nei suoi confronti. Lo scorso anno sarebbe potuto andare alla Sampdoria con Pradè, se il dirigente fosse andato là. Adesso aspettiamo di capire le loro intenzioni”.
C’è anche un brutto rischio, quello di trattenere giocatori scontenti. Non è meglio evitare? “E’ chiaro che i Pozzo dovranno accettare il ridimensionamento generale. Per evitare effetti negativi subito, la cosa ideale è prendere tempo e procedere solo con scambi e prestiti”.
Anche per uno come De Paul, destinato alla cessione ormai da un paio d’anni? “Se davvero dovrà esserci la cessione dell’argentino, come ho detto, si dovrà ragionare su una cifra ben diversa da quella che si poteva chiedere solo un paio di mesi fa”.