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Pozzo: l’Udinese vuole giocare, ma non è possibile riprendere il campionato prima della fine di giugno

Gianpaolo Pozzo è intervenuto questa mattina in diretta a Radio Anch'io Sport su Radio Uno.
Monica Tosolini

Gianpaolo Pozzo è intervenuto questa mattina in diretta a Radio Anch’io Sport su Radio Uno. Il Paron è tornato sulla questione della lettera a Campoccia e ha spiegato: “Mi dispiace che ci siano stati tutti questi equivoci, noi abbiamo sempre operato con correttezza, rettitudine e coinvolgimento. E’ stato un problema nato ai tempi dell’incontro Udinese-Fiorentina a porte chiuse. Loro sono arrivati qui contagiati, con diverse positività. Noi siamo stati coinvolti, e siamo finiti in quarantena. A quel punto i nostri medici si preoccupano perchè vengono a sapere che non esiste una legislazione che tratti la loro responsabilità, che è anche penale. Il discorso è serio. Su queste cose si sta attenti.E’ sufficiente che un giardiniere dell’Udinese contagi il nonno, e noi dobbiamo risponderne. Io per tranquillizzare medici e dirigenti, che sono tutti coinvolti, ho sentito il dovere di mandare questa lettera, che non c’entra niente con il fatto che noi non vogliamo giocare. Anzi, noi vogliamo giocare. Non sono d’accordo sulla data del 13 giugno, è un insulto all’intelligenza. Noi siamo qui per ragionare: dopo due mesi e mezzo di attività in appartamento, serve almeno un mese di allenamenti veri, con la palla, con le partitelle, con scontri fisici. Noi siamo ancora qui, che ci alleniamo con gradualità. E ringrazio il Governo per la prudenza che sta utilizzando”.

Marino ha detto che si rischia di compromettere l’inizio della stagione, secondo lui è meglio pensare a quella successiva. Lei concorda? “I giocatori sono fermi da due mesi e mezzo, hanno bisogno di giocare. Sarebbe opportuno trovare una soluzione logica per giocare. Ma in Germania adesso hanno 16 infortunati dopo la prima partita. E loro stanno giocando una gara a settimana, noi dovremmo giocarne due, dopo soli 15 giorni di allenamento”.

E’ favorevole alle 5 sostituzioni? “Sono favorevole alle 5 sostituzioni e a giocare, ma in sicurezza. C’è ancora tempo per iniziare, ma facciamo con il cervello”.

C’è volontà di dire sì o no in serie A? “C’è una grande dose di individualismo, di egoismo, ognuno cerca di fare il furbo. Basta vedere cosa ha fatto una squadra negli allenamenti con il pallone”.

L’Udinese ha un centro sportivo. Dove alloggerebbe? “Non abbiamo l’hotel, ma non c’è problema, abbiamo un albergo a un chilometro. Il problema è che dobbiamo giocare ogni due giorni, dobbiamo andare in ritiro e di fatto i giocatori dovrebbero rimanere in quartantena permanente per 3 mesi: solo allenamenti e partite”.

Quando si rirpenderà, secondo lei? “Per me, per coerenza, visto come ci stiamo allenando, abbiamo bisogno di tutto il mese di giugno. A fine mese di giugno si comincia. Meglio ragionare così, non possiamo fare un calendario di 12 ore invece che di 24”.

Discorso diritti tv: “E’ relativo, ci si può mettere d’accordo. Si deve ragionare serenamente, come fa il Governo. Così in qualche maniera, gradualmente ne stiamo uscendo. Anche se abbiamo ancora 300 morti al giorno, quindi bisogna continuare con la dovuta prudenza. Non dimentichiamoci i disastri fatti con le partite di Milano e di Valencia”.

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