“Ripartire il 13 giugno in sicurezza? Si può fare rischiando il meno possibile. E’ necessario conoscere la data di inizio per programmare gli allenamenti”. Lo ha detto il professor Enrico Castellacci, ex responsabile medico della Nazionale. “Se vogliamo finire il campionato non possiamo entrare nella logica della quarantena con un positivo al Covid-19. Bisogna entrare nella logica tedesca. Si esce fuori da un lockdown di due mesi, rimettere in quarantena dei giocatori non è facile”.
“Questa mattina manderemo una lettera al ministro Spadafora, al presidente della FIGC Gravina e del CONI Malagò, dei nostri legali per fare chiarezza dal punto di vista giuridico: è inconcepibile che il medico sociale sia l’unico responsabile”, ha aggiunto il presidente Lamica, associazione medici italiani di calcio, ospite di ‘Radio Anch’io Sport. Per Castellani “il medico sociale è l’anello debole della catena del calcio, è poco istituzionalizzato e non ha neanche i contratti depositati in Lega. Non siamo mai stati invitati alla trattativa per le linee guida. E’ inconcepibile che la responsabilità sia data esclusivamente al medico, che già di per sé è carico di quelle civili e penali”.
Per quanto riguarda il protocollo per ripartire, l’ex medico della Nazionale ha detto “che debbono essere proposte delle linee guida che ancora non escono fuori in maniera concreta, e devono poter essere applicate altrimenti sono carta straccia”.