Alla vigilia di Pasqua l’Udinese affronta il club con lo status di “provinciale” che ne ha ereditato virtù gestionali ed ambizioni tecniche, la Dea. La squadra più europea tra quelle che gravitano in orbita nazionale, oltre ad essere quella che realizza più gol tra le mura amiche (38 in 14 gare), è capace di esprimere come poche realtà sportive, un calcio molto efficace oltrechè appagante per i tanti cultori di calcio. Il mentore non può essere che mister Gasperini, uomo dal carattere discusso, molto esigente anche in allenamento, a nostro avviso tuttavia, il miglior interprete di una scuola di pensiero calcistico storicamente in grado di esprimere eccellenze gestionali ai massimi livelli. Mai ci stancheremo poi di menzionare il D.S. Giovanni Sartori – forse non tutti sanno che vanta dei trascorsi in bianconero da giocatore – in un ruolo che in passato fu ricoperto anche da PP Marino, vero talent scout e co-artefice dei successi ottenuti nelle ultime stagioni. Gli esterni Gosens, Hateboer, o il compagno in nazionale di STRYGER il danese Maehle, gli interni De Roon e Freuler, i difensori Toloi, Djimsiti o Palomino, sino a qualche anno addietro rappresentavano poco più che dei prospetti, per lo più ignorati dal mercato interno, elementi di qualità e applicazione che hanno di fatto reso indolore la separazione con il totem Papu Gomez. Per non parlare dei terribili cafeteros entrambi ex, Duvan Zapata (in odore di Premier) e Luis Muriel – 16 gol e 7 assist in stagione fortemente richiesto da Conte – partito il più delle volte dalla panchina ma nell’occasione titolare fisso. Squadra insomma che a pieno titolo lotterà sino all’ultimo per strappare un posto Champions a Milan, Juve, Napoli Roma e Lazio.
Una reginetta di provincia la cui quotazione di rosa (rif. Transfermarkt), ha raggiunto la bellezza di 381 mln, contro i 143 accreditati all’Udinese! Una vera e propria azienda capace di produrre valore aggiunto, oltrechè nuovo paradigma societario da seguire con attenzione.
Il pronostico alla vigilia, nonostante i tamponi negativi per Pessina e Toloi entrambi titolari, ma reduci dalla convocazione in nazionale laddove il virus si è subdolamente insediato, sembrerebbe segnata.
L’Udinese per contro arriva al Gewiss Stadium con le defezioni di DEULOFEU, attaccante che vanta ancora parecchi estimatori in patria (Villareal in primis), oltre ai soliti lungodegenti; SAMIR si accomoda in panchina viste le imperfette condizioni, mentre appare prossimo il recupero del giovane PALUMBO – bene in Primavera – per la mediana. Il modulo tattico scelto da GOTTI in parte sorprende; 352 con l’atteso debutto dal 1º minuto di gioco di BRAAF a supportare la prima punta OKAKA, l’anno scorso andato a segno nel nefasto 7-1 targato Tudor. El Tucu retrocede il raggio d’azione di qualche metro affiancando RDP che molto piace alla dirigenza orobica specie in ottica Champions. WALACE viene ancora preferito ad ARSLAN davanti ai 3 di difesa, confermato MOLINA a destra e rilancio per ZEEGELAAR a sinistra, schierato dal primo di gioco in considerazione delle presunte fatiche da nazionale cui si è sottoposto STRYGER. Si parte sotto un’acquazzone che rievoca inevitabilmente il rinvio dell’andata.
L’Atalanta è squadra di spessore e fa la partita. Ci vogliono solo 19’ affinché l’ex più temuto colpisca. Muriel non si fa pregare molto e castiga MUSSO complice una leggera deviazione di BONIFAZI dopo uno scambio con Pessina. L’Udinese prova a reagire, ma la Dea con i soliti 2 tocchi macina gioco e crea molto. La difesa bn regge ma qualcosa concede sempre. A 3’ dalla fine un Muriel dolorante per un colpo alla schiena non si risparmia, togliendosi la soddisfazione di segnare il 9º gol (ahinoi) al club che lo aveva scoperto e portato in Europa – core ingrato…. Il “gordo” grazie alla cura orobica pare diventato una libellula imprendibile. Che sciagura non esser riusciti laddove la Gasp & Co. ha dimostrato che la trippa per gatti c’era, eccome! E i tifosi abbacchiati ripetono il refrain – Per quanto ancora verremo purgati dal torello ingordo?
Certo è che l’esame di coscienza ciclico non può mai mancare, quando dall’altra parte del campo calca la scena il famoso mangiatore di merendine… E occhio perché alle viste rischia di materializzarsi anche un certo sig. Barak… Per fortuna che come accade spesso il gol realizzato fa abbassare la guardia. E in tali circostanze nemmeno il bravo tecnico di Grugliasco pare esser riuscito a mettere una pezza; una manovra tra argentini, RDP a MOLINA sempre più a suo agio sulla corsia ormai divenuta sua, cui segue un assist al bacio per l’accorrente Tucu, smarcatosi al limite dell’area, ed ecco che il piazzato infila inesorabilmente Gollini riaprendo in via teorica il match.
Si chiude la frazione con un’Udinese onesta, ma con la Dea meritatamente avanti. Il secondo tempo riprende sotto un bel sole e con l’Atalanta ristoratosi negli spogliatoi alla ricerca della rete che potrebbe dare ragionevole sicurezza sull’esito finale. Si rincorrono azioni a ripetizione almeno sino a che tocca all’altro ex Zapata, il quale castiga la banda di GOTTI poco dopo l’ingresso di STRYGER e LLORENTE in luogo di ZEEGELAAR e OKAKA. GOTTI cambia ancora, inserendo i recuperati SAMIR e FORESTIERI, il quale avvicenda un BRAAF apparso forse ancora estraneo agli schemi impartiti dal copione tattico. Il ragazzo comunque si farà, dimostra a tratti talento importante e corsa quanto basta; rimanendo in bianconero, al fianco di un attaccante dalle caratteristiche complementari, alla Joao Pedro per indicarne uno, le soddisfazioni certamente non mancherebbero.
Sul 3-1 la partita sembrerebbe apparentemente blindata se non imperversasse un MOLINA straripante sulla corsia destra. E proprio dal suo piede parte l’assist perfetto per STRYGER che da centro area batte facilmente Gollini. Il 2-3 mette in leggera apprensione i padroni di casa offrendo conseguente slancio ai bianconeri. 20’ alla fine son pochi e tanti al contempo. Le occasioni più ghiotte però sono appannaggio dei nerazzurri, poco lucidi nel chiudere la sfida che sino all’ultimo rimane di contro aperta.
Ai ragazzi di GOTTI servirebbe forse un guizzo dell’attaccante di razza, che oggi in organico sembra mancare. Si potrà rimpiangere l’indisponibilità fisica di Nacho o di DEULOFEU, l’età troppo verde di BRAAF o quella meno verde di LLORENTE, lo scarso opportunismo di OKAKA o il limitato peso atletico di NESTOROVSKI. La squadra crea, con MOLINA e STRYGER a posto gli esterni spingono quanto serve. La qualità dei centrocampisti è da Europa e FORESTIERI potrà essere molto utile una volta recuperato pienamente sul piano fisico.
Se pretendiamo però che le stagioni vissute insegnino qualcosa, va compreso che quanto sembra mancare oggi, va assolutamente colmato nella prossima sessione di mercato, ancorché contemplando la dolorosa ed inevitabile partenza del talento di Sarandì. Nel reparto avanzato oggi l’Atalanta disponeva di Ilicic, del nazionale Pessina, ma soprattutto di due giocatori sudamericani come Muriel e Zapata, qualche anno fa ingaggiati dalla società dei Pozzo. Trattasi di pura accademia, pane naturale dei Ct improvvisati, panni che noi tifosi amiamo spesso indossare…., ma siamo proprio certi che con i colombiani dalla nostra parte, acclarate le indubbie capacità del Gasp di ottenere il meglio dai suoi, il risultato finale potesse essere il medesimo?