Udinese-Sassuolo, sfida tra una squadra, l’Udinese, alla ricerca di continuità dopo le due vittorie su Cagliari e Lecce; e l’altra, il Sassuolo, reduce da due sconfitte e voglioso di rifarsi. Abbiamo chiesto a Gaetano Pannone, collega responsabile di canalesassuolo.it, di presentarci la squadra neroverde. Ecco le sue considerazioni:
“Il Sassuolo sta confermando la tendenza del proprio allenatore a privilegiare la fase offensiva ma soprattutto il gioco palla a terra. Anche a costo di correre qualche rischio, qualsiasi azione deve partire dal reparto arretrato che alzandosi consente alla squadra di aprirsi e intessere la manovra. Ciò vale anche in fase di disimpegno difensivo: soprattutto i centrali sono continuamente sollecitati a giocare il pallone e la proverbiale “spazzata d’aria” è vista come una soluzione d’emergenza”.
Come mai gioca bene ma senza continuità? “La squadra mostra qualche limite di maturità, come sottolineato dallo stesso De Zerbi. Ciò ha portato a perdere diversi punti per reti evitabili subite negli ultimi minuti di gara. A onor del vero questa tendenza non è nuova per il Sassuolo, che anche con Di Francesco ebbe purtroppo l’occasione di sperimentare la maledizione della Zona Cesarini”.
Qual’è la qualità della rosa, i giocatori rivelazione, quelli su cui puntare nella seconda parte di campionato? “A mio avviso la rosa può valere la parte sinistra della classifica. Certo sono stati molti i cambiamenti rispetto allo scorso anno e al netto di qualche punto perso di troppo, si può essere moderatamente ottimisti per la seconda parte della stagione. Marlon è cresciuto molto, ma purtroppo è incappato proprio in questi giorni in un nuovo infortunio. Oltre alla certezza Caputo sono da registrare le buone prestazioni di Locatelli, uno dei pupilli di De Zerbi, e l’esplosione per alcuni versi inaspettati del greco Kyriakopoulos, che si è guadagnato sul campo i galloni da titolare”.
Quali erano gli obiettivi del Sassuolo quest’anno? Il rendimento fin qui ottenuto come viene considerato alla luce di questo? “Il Sassuolo quest’anno non ha mai comunicato il proprio obiettivo, sebbene resti chiaro che una salvezza tranquilla era quello che ci si aspettava, magari raggiungendo il decimo posto. Il rendimento viene attualmente giudicato abbastanza negativamente ma per i risultati più che per il gioco in sé. Più volte la squadra si è infatti fatta raggiungere o superare nei minuti finali di una partita, perdendo così punti importanti anche dopo prestazioni convincenti”.
Come ha reagito, a freddo, l’ambiente alla sconfitta di Genova? “La sconfitta di Genova è stata probabilmente la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un rigore generoso concesso ai rossoblù e uno negato al Sassuolo, oltre al gol di Djuricic annullato per un fallo di mano inesistente. Una serie di ingiustizie che, forse per la prima volta nella storia, hanno portato la società ad esporsi direttamente contro l’arbitraggio con le dichiarazioni post-gara. C’è tanta rabbia quindi, sia nella società che nei giocatori, oltre che ovviamente nei tifosi. Un umore che si è accentuato dopo la squalifica di Berardi”.
Il successo di Lecce ha permesso all’Udinese di scavalcare i neroverdi in classifica, ma il campionato dei bianconeri non è stato lineare: come viene vista da lì la squadra friulana? “Abbastanza specularmente. Come il Sassuolo, l’Udinese quest’anno ha fatto molto bene o molto male, a seconda delle occasioni. Le vittorie contro Lecce e Cagliari dimostrano che la squadra c’è e che sarà un’ostica rivale”.
Che partita aspettarsi domenica? “Mi aspetto un Sassuolo con tanta voglia di rifarsi dopo le due sconfitte, ma anche un po’ sottotono per via delle assenze per squalifica di Berardi e Locatelli. A parte questo, mi aspetto una lotta un po’ sporca, molto fisica. Le due squadre vogliono far bene e dimostrare di meritarsi molto di più di quanto ottenuto finora”.