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Messaggero Veneto, Helveg: “Nostalgia Udinese”

Proposta amarcord dal Messaggero Veneto che ha intervistato Thomas Helveg, terzino bianconero di quasi 30 anni fa.
Monica Tosolini

Proposta amarcord dal Messaggero Veneto che ha intervistato Thomas Helveg, terzino bianconero di quasi 30 anni fa. Uno che in Friuli ha vissuto 5 anni indimenticabili nella prima squadra a conquistare l’Europa. Oggi fa da consulente all’Odense, squadra in cui gioca il figlio 16enne Riccardo.

L’album dei ricordi si apre con le prime immagini della sua nuova avventura: “All’epoca ci allenavamo al Moretti. Quando entrai in spogliatoio restai malissimo: strutture fatiscenti, due sedie di plastica per cambiarsi, un paio di docce e un freddo cane. Mi chiesi: “Ma dove sono capitato?”. Primo allenatore, Fedele, che gli diceva “Un po’ di tutto, ma io capivo poco all’inizio. Sono sempre stato un timido e prima di parlare in italiano ho voluto impararlo alla perfezione. Ci ho messo un anno. Prima della partita il mister si presentava con il suo foglietto e ci dava le indicazioni. Alla prima convocazione finii in tribuna a Piacenza perché su tre stranieri se ne potevano schierare due. E anche quel giorno mi chiesi se avevo fatto la scelta giusta”.

Ma ben presto si rese conto che “il livello del calcio italiano era alto e potevo migliorare molto”.

Il momento più bello della sua avventura a Udine non è stato la partita di ritorno con l’Ajax giocata in un ambiente incredibile, ma “la vittoria a Torino sulla Juve per 3-0 in dieci contro undici dopo 3′. Quella è stata la vera svolta. Il mister ha avuto coraggio a optare per quella soluzione e noi siamo stati bravi a metterla in pratica”.

Quella era una squadra che è rimasta nella mente e nel cuore dei tifosi: “Io so solo che in quegli anni si era creata una grande empatia tra la squadra e l’ambiente. Noi vivevamo in mezzo alla gente, a fine partita si usciva a prendere l’auto e ci si fermava a scambiare due parole con i tifosi, a mangiare e bere qualcosa con loro. Vivevamo molto la città, era qualcosa di particolare per cui non mi stupisce che il pubblico ricordi ancora quella squadra con grande affetto”. 

Venendo all’Udinese di oggi, “Quest’anno la squadra sta facendo bene, il distacco da chi sta davanti non è poco ma in queste undici partite può succedere di tutto”.

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