Nelle due settimane che separano l’Udinese dalla sfida con il Genoa, Gotti dovrà trovare quell’equilibrio tattico, auspicato anche da Pierpaolo Marino, che dovrà aiutare l’Udinese a risalire la classifica. Il Messaggero Veneto analizza le varianti tattiche della difesa a 3 nel classico 3-5-2 e di quella a 4 nel 4-3-3 su cui stava svoltando il tecnico bianconero.
Scrive Pietro Oleotto: “Il 3-5-2 se interpretato con la dovuta attenzione, con la giusta dose di agonismo nelle chiusure e nelle ripartenze, garantisce l’equilibrio che Luca Gotti ha sempre detto di voler esibire, una dote che l’Udinese sistemata con la difesa “a 4” tende a perdere, tanto che l’arma veniva utilizzata dal tecnico di Contarina nei finali di partita per i cosiddetti assalti disperati che, non a caso, aveva portato alla rimonta definitiva con il Parma o al finale in crescendo con la Fiorentina. Con Nuytinck al centro della difesa, poi, la saggezza nell’amministrazione del pallone e nei disimpegni è aumentata. Insomma, la difesa “a 3” ha delle qualità alle quali non si può rinunciare a cuor leggero, anche se abbinandola alla formula del centrocampo “a 5″, le punte devono vedere la porta di più e con più precisione, un argomento che fa il paio con il momento non proprio esaltante di Lasagna, tanto che, quando si trattava di scegliere il nome della punta unica, Gotti ha sempre optato per Okaka”.
Gotti deve trovare collocazione a Pussetto, che ha dimostrato di poter affiancare la punta nel 3-5-2, ma anche a Deulofeu e al rientrante Mandragora. Il 4-2-3-1 potrebbe essere la soluzione adatta ma se la difesa a 3 è quella che garantisce maggiore copertura, l’idea finale potrebbe essere il 3-4-3 usato a suo tempo da Zaccheroni.
