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Il Gazzettino, Arslan: “Dalla gara con il Sassuolo ho capito che potevo difendere bene la causa dell’Udinese”

Tolgay Arslan, lieta sorpresa di questa prima parte di stagione dell'Udinese, è stato intervistato da Guido Gomirato per 'Il Gazzettino'.
Monica Tosolini

Tolgay Arslan, lieta sorpresa di questa prima parte di stagione dell’Udinese, è stato intervistato da Guido Gomirato per ‘Il Gazzettino‘. Ha parlato del prossimo avversario, la Roma, dell’Udinese e del suo inserimento nella nuova realtà.

Dei giallorossi conosce bene la levatura e sa che non vanno sottovalutati, ma soprattutto è conscio che “Possiamo farcela, a patto però di non specchiarci nei risultati conseguiti nelle ultime due gare, due convincenti vittorie. Basta poco per cadere e il cammino è ancora lungo: per cui dobbiamo rimanere con i piedi ben ancorati a terra, cercando sempre di dare il meglio”.

Un girone dopo, lui come calciatore sente di essere cresciuto molto: “Allora eravamo all’inizio del campionato ed era da poco cominciata la mia nuova avventura. Il primo allenamento con la squadra l’avevo sostenuto proprio alla vigilia del debutto in trasferta a Verona. Senza contare che non mi preparavo da tempo come avrei voluto e dovuto. Oltretutto ero reduce da un’annata in cui non avevo giocato molto, una ventina di gare, tormentato da problemi di natura fisica. Ora sto bene, sotto questo punto di vista. Il lavoro che svolgo a Udine mi ha consentito di essere al top sotto il profilo fisico e atletico e avverto più fiducia nelle mie qualità. Inoltre conosco molto meglio i compagni e il campionato italiano”.

Difficile, però, per lui, dire se questa è una delle sue migliori stagioni: “È una situazione sicuramente diversa da quelle vissute in Germania e soprattutto in Turchia, nel Besiktas, dove ho trascorso tre anni conquistando e disputando pure la Champions League. Lì c’erano molte pressioni. Nell’Udinese invece no, c’è la giusta tranquillità. L’ambiente è familiare e hai la possibilità di essere un pochino più rilassato, nel senso di non vivere particolari tensioni”.

Sul suo ruolo, spiega: “In primis dico che è importante giocare. In ogni caso preferisco essere un play, perché posso toccare più palloni essendo sovente nel vivo del gioco. Poi è chiaro che sto agli ordini. È l’allenatore che turno dopo turno, in base a tanti fattori, ti assegna il compito da svolgere”.

Il momento più bello della sua esperienza friulana? Lo ha individuato bene: “Mi ha fatto piacere segnare gol pesanti contro la Lazio e il Bologna, ma ho soprattutto un ottimo ricordo del match con il Sassuolo. Quella sera dopo lo 0-0, in cui tutti hanno fatto la loro parte, sono rientrato sollevato negli spogliatoi. Ok, sto proprio bene, mi sono detto. Ho capito che potevo difendere al meglio la causa dell’Udinese e ricevuto risposte positive da tutto il gruppo, di cui sono felice di far parte”.

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