L’Italia Under20 di Carmine Nunziata inizia oggi la sua avventura al Mondiale in Argentina: a Mendoza si parte con la sfida al Brasile. Simone Pafundi, uno degli azzurri più attesi, ha raccontato le sensazioni sue e del gruppo a poche ore dalla sfida alla Gazzetta dello sport: “Iniziamo subito con la partita più tosta del girone, ma abbiamo i mezzi per giocarcela alla pari con tutte. E poi siamo già un gruppo unito, con il mister lavoriamo bene, vedrete”.
Non gli pesa essere il più giovane del gruppo perché, ricorda: “gioco contro gente più grande da sempre, non è mai stato un problema. Anzi, devo dire che mi piace parecchio, mi stimola”.
Sulla sua stagione all’Udinese, dice: “Da febbraio 2022 mi alleno in pianta stabile con la prima squadra dell’Udinese, quando ho esordito il ritmo ce l’avevo. Poi ovvio, a livello fisico, tattico e tecnico è tutta un’altra storia. Ci sono stati momenti difficili ma ho tenuto botta. Con la testa me la sono cavata, ed è la cosa più importante. Dove migliorare? Nel fisico. Poi devo anche perfezionare il modo in cui attacco la porta, i movimenti senza palla, la fase difensiva”.
Il suo idolo è Messi. E’ già stato paragonato a lui e a Maradona: “Credo che in questi casi si tenda a esagerare, ho soltanto 17 anni, tutte queste discussioni intorno a me sono iniziate troppo presto. Quando le sento però le prendo come uno stimolo per darci dentro, e dimostrare quello che valgo”.
Mancini ha detto che quando fa la lista dei convocati, prima viene Pafundi e poi gli altri. Una investitura importante che il classe 2006 commenta così: “Devo dire che non me l’aspettavo. All’inizio ero parecchio scosso. Poi mi sono sentito pieno d’orgoglio, di felicità, una sensazione strana”.