Il tema principale sono gli effetti della sconfitta del Milan sulla classifica dei rossoneri, che rischiano di andare a -6 dall’Inter stasera. Poi, di Milan-Udinese 1-1, la Gazzetta dello sport scrive: “Partita a lungo brutta, priva di gesti tecnici, ricca soltanto di falletti e con molti altri diminutivi: tiretti, rovesciatine, puntatine. E marchiata da errori grossolani, altrimenti poteva finire 0-0. Quello di Donnarumma, ingannato da Nestorovski, sul colpo di testa di Becao, un tipo che ha segnato solo due volte in A: sempre al Milan. E quello folle di Stryger Larsen cinque secondi dopo lo scadere del recupero segnalato. Uno schiaffo al pallone che determina il rigore del pari al 97’. Il Milan stavolta evita la sconfitta ansimando, mentre all’andata se la cavò con un gesto di sfrontatezza atletica di Zlatan Ibrahimovic che adesso invece urla da bordo campo, causa infortunio, e non deve nemmeno far cucire il suo nome sullo smoking come al Festival di Sanremo, perché dentro uno stadio tutti sanno chi è Ibra”.
E l’Udinese? “L’Udinese si infuria per la vittoria buttata: non è comunque raggrinzita per le preoccupazioni, si mantiene sopra i bollori della retrocessione. Luca Gotti usa semplicità e buona applicazione per dare un tranquillo ordine alla stagione. L’Udinese come sempre non si sfianca nel recupero alto, cerca di restare ben addensata dentro i suoi territori difensivi e quando supera le frontiere avrebbe anche il gioco aereo come possibilità per guadagnare spazio e fiato. Anche gli ultimi tre gol erano arrivati di testa, perché sono cambiate le virtù offensive. Qui spiove il quarto, con Becao, e prima un altro era vicinissimo se Nestorovski non avesse tirato verso Romagnoli rimasto a difesa della porta dopo il cross di Pereyra, lanciato da un milanista, Hernandez. Il cambio di Llorente sullo 0-0 al posto di Makengo (con Pereyra da punta a centrocampista) mostra che Gotti dopo un’ora vuole tentare di più. L’ingresso sfortunato di Samir, subito infortunato e non sostituibile perché gli slot erano esauriti, lascia i bianconeri in dieci nel finale. Ma senza la pazzia di Larsen, Gotti avrebbe dormito beato. Invece racconta che gli mancherà il sonno. Come dargli torto”.
Nelle pagelle, all’Udinese va il 6,5 come squadra: “Muscoli, attenzione e tempismo, come quello di Becao in occasione del gol. Non è un caso che nel girone di ritorno viaggi a un passo da Champions”.
GOTTI 6,5 – Un tempo per ingabbiare il Milan, l’altro per colpirlo: il piano per il delitto perfetto regge fino all’ultima azione, ma resta negli occhi la solidità di una squadra che sta bene e fa punti. Siamo a 11 nelle ultime 6.
BECAO IL MIGLIORE 7 – Il gol, certo, che sta diventando un vizio contro il Milan. Ma oltre al colpo di testa con cui beffa Gigio, c’è molto di più: dalle sue parti non passa nessuno, nè Theo, nè Rebic.
LARSEN IL PEGGIORE 4,5 – San Siro dà e toglie: un anno fa qui aveva gelato lo stadio (pieno) con una gelata intelligente che aveva portato al gol. Stavolta la combina grossa: quel braccio largo poco prima del fischio finale costa 2 punti.
MUSSO 7 – Prima di arrendersi a Kessie, serve una tripletta di parate niente male. Bellissima quella di piede su Castillejo.
BONIFAZI 6,5 – Prende presto le misure a Leao e lo anestetizza. Non rischia mai nulla, telecomanda i compagni con urla che fanno a gara di decibel con quelle di Donnarumma.
NUYTINCK 6,5 – Il senso della posizione è da manuale, di testa non ci sono duelli che tengano e nei corpo a corpo con Castillejo e Diaz che si aggirano dalle sue parti, fa un figurone.
MOLINA 5,5 – Hernandez lo mette in soggezione e lui approfitta poco degli spazi che il francese si lascia alle spalle fin troppo spesso. Meglio alla distanza, ma senza guizzi.
DE PAUL 6,5 – Con l’angolo che manda a segno Becao siamo al terzo assist di fila. A Sanremo Achille Lauro ‘dipinge’ quadri, a San Siro l’unico artista che pennella è Don Rodrigo.
ARSLAN 6,5 – Si piazza davanti a Brahim e gli toglie il respiro. Bene anche in impostazione: nei primi 45′ quando la missione è anzitutto non prenderle, dialoga con De Paul.
MAKENGO 6 – Gotti opta per la sua fisicità, schierandolo titolare e il francese gli dà ragione: del trio in mezzo il lavoro sporco tocca a lui che sbriga la pratica senza affanni.
ZEEGELAAR 5,5 – Pensa soprattutto a contentere, come del resto Molina dalla parte opposta. I risultati sono altalenanti: soffre Meitè e lo ferma con le cattive. Giustamente ammonito.
NESTOROVSKI 5 – All’improvviso, dopo lunghi tratti di gara ad aspettare l’occasione giusta, ha la palla del gol facile come contro la Fiorentina. Stavolta però riesce a centrare Romagnoli.
PEREYRA 6 – Parte in linea con Nestorovski, ma si capisce presto che il compito è quello di ronzare tra le linee e cavare qualche invenzione: su Hernandez gli riesce a metà. SAMIR – SV
LLORENTE 6 – Gotti ha coraggio, dentro un attaccante per affossare il piccolo Diavolo che ha di fronte. Lui lo ripaga con qualche movimento interessante.
WALACE 6 – Entra in campo assieme a Stryger Larsen e tra i due cambi c’è un abisso. La mediana bianconera ha bisogno di polmoni freschi, lui risponde presente.