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Pellegrini: Giacomini era un ‘rivoluzionario’

Claudio Pellegrini, ex attaccante di Torino, Udinese, Napoli, Avellino, Fiorentina e Palermo tra le tante, tra gli anni ’70 e ’80 ha collezionato quasi 20o presenze in Serie A, mettendo a segno 38 reti.
Monica Tosolini

Claudio Pellegrini, ex attaccante di Torino, Udinese, Napoli, Avellino, Fiorentina e Palermo tra le tante, tra gli anni ’70 e ’80 ha collezionato quasi 20o presenze in Serie A, mettendo a segno 38 reti. Attaccante di quel Napoli che nella stagione 1980/1981 sfiorò uno storico scudetto, Claudio Pellegrini è stato ospite del programma radiofonico “Var Sport” in onda su Rtv Star Channel. 

Oggi Pellegrini lavora con i bambini e racconta: “Io reputo il bambino un contenitore, dove noi istruttori dobbiamo portare più notizie possibili, da cui lui poi imparerà a sviluppare il gioco del calcio. La mia priorità è quella di insegnare il gesto tecnico, la prima cosa che bisogna imparare è giocare con il pallone. Poi, chiaramente, nella crescita del bambino bisogna dargli dei valori. La prima cosa che viene sviluppata è la competizione tra due bambini: bisogna fargli capire che perdere il pallone e/o la partita non deve essere vissuto come un dramma, ma ci può stare perdere. Quindi bisogna far capire che la sconfitta spesso è dovuta a propri errori e quindi deve essere un’esperienza di crescita, di evoluzione, di miglioramento. Questa è la filosofia della mia società che ho fondato nove anni fa, chi sta con me sa come la penso. Alcune volte, affronto squadre di ragazzini che vedono la vittoria come unico scopo o gente che insegna ai pulcini di 6/7 anni come disporsi tatticamente in campo. Questa è, secondo me, una delle cose più deleterie che si possano fare a un bambino: ogni bambino deve essere libero di poter giocare come vuole. Il resto verrà nelle categorie superiori, quando si farà più grande”.

Tra considerazioni e ricordi, Pellegrini ha anche parlato di Udine e dell’Udinese: il suo vissuto qui gli ha lasciato un ricordo positivo dell’esperienza e delle persone.

Lei ha giocato in diverse squadre ma quale piazza ti ha segnato di più? “Particolarmente, sono legato al Napoli, all’Udinese e al Palermo. Perché a Palermo ci salvammo all’ultima giornata quando vincemmo 2-1 contro il Monza. Lì c’era un grande rispetto del pubblico nei confronti della squadra: non ci fu nessuna contestazione nei confronti della squadra. Se perdevamo la domenica si arrabbiavano ma tutto finiva lì, dal lunedì a sabato lavoravamo in grande tranquillità con 3mila/4mila persone a vedere l’allenamento. Nonostante abbia giocato solo un anno, Palermo mi ha lasciato un ricordo bellissimo e in più è una città bellissima, una città europea con una mentalità apertissima. Udine invece la considero la mia seconda città: sono tornato qualche anno fa dopo quarant’anni e sembrava come se fosse passato un solo giorno, mi sento a casa a Udine. A Napoli sono stato sei anni, è nata mia figlia ed è una città stupenda. Anche Torino ricordo con piacere perché mi ha dato la possibilità di intraprendere questa carriera”.

Oggi si parla sempre di tattica, come ha detto lei c’è un professionista per ogni tipo di fondamentale: c’è un allenatore che nella sua carriera le ha lasciato qualcosa in più di qualcun altro? “Quelli che io ricordo maggiormente e con più piacere sono Giacomini che ho avuto a Udine, che era un po’ rivoluzionario perché veniva dal supercorso di Coverciano: ci ha dato qualcosa in più sotto l’aspetto tattico, ha messo novità in mezzo al campo e sapeva cosa fare con quel gruppo”.

Che ricordi ha del periodo all’Udinese e quale è stato il gol più importante segnato con quella maglia? “Il gol più significativo fu il primo, perché fu il primo gol allo stadio Friuli, che era stato costruito da poco: magari un giorno mi metteranno una targa lì. In più, era la prima di C, venivamo dal post terremoto e allo stadio c’erano 17mila spettatori: vi lascio immaginare che atmosfera si respirava. Quell’anno, nonostante all’inizio stentammo un po’, mi presi tutte le responsabilità e vincemmo il campionato di C, la Coppa Italia Serie C e la Coppa Anglo-Italiana: fu una stagione irripetibile, bellissima”.

 

L’intervista integrale su https://news.superscommesse.it/calcio/2020/11/intervista-claudio-pellegrini-var-sport-406577/

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