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Collavino: ai nostri tifosi chiedo di starci vicino anche se sono ‘lontani’

Il calcio riparte: il Dg Franco Collavino ne ha parlato durante una video conferenza del Centro Studi Borgogna nell'ambito della rubrica 'InterVenti'
Monica Tosolini

Il calcio riparte: il Dg Franco Collavino ne ha parlato durante una video conferenza del Centro Studi Borgogna nell’ambito della rubrica ‘InterVenti’ a cui hanno preso parte anche l’ex Ds del Genoa Giorgio Perinetti, l’ex calciatore del Milan Filippo Galli e il giornalista di Radio Rai Filippo Grassia. Tema: la ripartenza del calcio italiano’. 

“Con questa nuova fase è partito il calcio italiano. Ci sono tre questioni che voglio affrontare” ha esordito Collavino:

1. La logica seguita come Udinese nella ripartenza: L’Udinese è sempre stata disposta a ripartire, ma a farlo in sicurezza. Ha fatto scalpore la lettera di Pozzo a Spadafora, in cui chiedeva maggiori tutele per la salute. Più volte abbiamo insistito sui fattori di rischio per quanto riguarda gli infortuni, soprattutto rispetto alla data della ripresa del 13 giugno. Il Governo ha poi aderito alla nostra richiesta, fissando per fine giugno la ripresa. Possiamo dire di aver contribuito a tracciare una strada sulla ripartenza, segnata comunque da incognite come la quarantena e il calendario complesso che rischia di aumentare il rischio infortuni. C’è poi l’incognita dei contratti fino al 30 giugno, che riguarda in minima parte l’Udinese. Questo è stato un periodo complicato, ma la ripartenza permetterà di sciogliere alcune criticità legate al tema dei diritti tv, di chiudere un campionato che comunque resterà monco dal punto di vista delle performance sportive, e si rimette in moto una macchina anche se in contorni incerti e ancora da definire.

2. Gli aspetti pratici: gli schemi che stiamo adottando sono unici. La sosta di tante settimane, il surplus di controlli e screening ai giocatori, la paura del contagio e il fatto che il finale sarà senza tifosi. Ci chiediamo come tutto questo influirà sulle performance sportive. Noi abbiamo iniziato gli allenamenti individuali il 5 maggio, quelli di gruppo il 23. Il nostro staff ha curato tutto nel dettaglio e in questi giorni i giocatori hanno potuto riprendere ad utilizzare gli spogliatoi sanificati. La buona notizia è che i calciatori hanno una gran voglia di riprender a giocare, non si sono risparmiati negli allenamenti e tutti si sono comportati benissimo anche nel lock down, presentandosi al rientro in condizioni buone. Come società abbiamo fatto tutto quello che si poteva, per dare ai giocatori la tranquillità necessaria.

3. Le prospettive per il futuro: Non ho risposte, ma solo diverse domande. Tutto ruota intorno all’interrogativo se l’emergenza è davvero finita, se le regole attuali valgono solo adesso o se continueranno anche nel prossimo campionato. Noi abbiamo imparato a essere resilienti, ma dobbiamo lavorare per saperne di più. Come Udinese vogliamo chiudere nel miglior modo possibile questo campionato, seguendo le regole stabilite: giochiamo e vediamo di rendere il più sicura possibile questa esperienza. L’Udinese, grazie alle buone gestioni precedenti, ha i conti in ordine e possiamo affrontare con serenità le sfide future. C’è una cosa che mi preme dire, rivolgendomi ai nostri tifosi che non potranno seguirci dagli spalti: a loro chiedo di restarci vicino anche se sono lontani”.

Si vorrebbe far tornare i tifosi allo stadio già in estate: “Sì, la speranza è che prima della fine del campionato si possa riaprire lo stadio facendo rientrare i tifosi in maniera graduale. E se non sarà possibile cercheremo modalità alternative per averli vicini”.

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