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Udinese, ecco perché arriverà la ‘vittoria a tavolino’

A Udine nell’ultima di andata, si riassapora la medesima situazione vissuta poco più di un anno fa tra Juventus e Napoli, allorquando i campani non partirono per il Nord del paese a causa di un cluster sviluppatosi tra gli atleti.
Monica Tosolini

A Udine nell’ultima di andata, si riassapora la medesima situazione vissuta poco più di un anno fa tra Juventus e Napoli, allorquando i campani non partirono per il Nord del paese a causa di un cluster epidemico sviluppatosi tra gli atleti. Le polemiche sí susseguirono a lungo, dal 3-0 a tavolino con ulteriore punto di penalizzazione comminato ai campani, deciso dagli organi competenti oltreche da un regolamento, sino al recupero della gara avvenuto quasi 7 mesi dopo, al fine di evitare di inficiare valori sportivi ritenuti inalienabili, sotto spinta indomita del clan partenopeo in lotta per i vertici del torneo.

Ma se allora si trattava di una situazione inedita, inconsueta invero, oggi non si può dire lo stesso. L’UEFA al fine di garantire la disputa dei tornei ‘21/22 a fronte di un virus pandemico malignamente mutevole e in grado di minare subdolamente le squadre nella propria potenzialità, si é affrettata a varare un protocollo adottato dalla gran parte di federazioni, quella italiana inclusa.

Il Consiglio di Lega all’unanimità ha deciso infatti di adottare stagione in corso, la formula utilizzata dall’UEFA che prevede si debba giocare con 13 calciatori disponibili compreso un portiere. In deroga a questa norma, nel caso in cui in una società si verificasse un focolaio Covid con più di dieci giocatori positivi riscontrati nell’arco di una settimana, il club interessato avrebbe facoltà di chiedere il rinvio di una partita. La ‘deroga’ può essere concessa solo una volta nell’arco di una stagione.

Come dichiarato dal DS Pierpaolo Marino ai microfoni di DAZN poco prima delle 18.30, orario di ipotetico avvio partita, nella stagione scorsa l’Udinese si é trovata a scendere all’Olimpico contro la Lazio guidata guarda caso da mr.CIOFFI, con ben 7 giocatori e tecnico indisponibili causa Covid. La vittoria giunta un po’ a sorpresa, fortificó di fatto un gruppo in piena emergenza da virus. Per giunta nel corso di stagione diverse società hanno subito assenze importanti per lo stesso motivo, senza per questo rinunciare ai confronti in programma.

Immobile e Insigne non saranno disponibili nel corso della 19ª giornata, ma né la Lazio, né il Napoli si sognano di chiederne il rinvio.

In merito alla Salernitana l’intervento della ASL locale, immaginiamo non invocata, pone un interrogativo profondo legato alle competenze tra politica, sanità e organi sportivi, settore che deve rimanere assolutamente indipendente dalla giustizia ordinaria (clausola compromissoria), ma pur sempre integrato nel sistema paese avvinghiato da una fase deliberatamente emergenziale. Avrebbe potuto la squadra granata salire su un volo di linea? No, non é ammesso dai protocolli; ma su di un volo charter, seppur previo deroga, o su di un pullman per estrema ratio, riteniamo di sì, qualora i valori sportivi si fossero ritenuti valori cardine. Raggiungere il Friuli per onorare e rispettare un sistema complesso costituiva un postulato, troppo convenientemente eluso. Tifosi, televisioni, società, già sin troppo in affanno nel rispetto degli innumerevoli protocolli da seguire, sembrano sin troppo penalizzate da decisioni arbitrarie che non possono venire determinate dall’ultima ASL del caso (non ce ne voglia Salerno).

Che ne sarebbe della regolarità del torneo se a corrente alterna l’autorità del riferimento inibisse o meno il regolare svolgimento delle gare? Si pensi solo ai contenziosi generantesi tra tv penalizzate dagli ascolti e società cui i lauti proventi costituiscono linfa vitale, o ai rimborsi da garantire ai tifosi per gare soggette ad inevitabili spostamenti di programma. Una vera e propria nassa all’interno della quale il calcio italiano pare si sta pericolosamente infilando, complice combinati disposti quali proprietà inesistenti (vedi Salernitana appunto) o plusvalenze artificiose elaborate maldestramente al fine di riordinare bilanci sbilenchi, nonostante società quotate in borsa!

E allora alla fine ci sentiamo di dar ampia ragione all’italo americano Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, il quale disporrá di una visione del calcio un po’ USA Style, ma rimane pur sempre un self-made man di gran successo che non parla a vanvera quando pretende trasparenza nei bilanci dei competitor.

Un calcio 2.0 che movimenta miliardi di Euro non può, non deve essere gestito da dilettanti allo sbaraglio. Se vogliamo che il gioco più seguito al mondo abbia lunga vita, oltre a rappresentare le rispettive identità, dovremmo pretendere attori capaci, amministratori onesti, uomini veri.

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