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Udinese all’altezza dei campioni d’Italia che passano di misura al Friuli

Udinese senza timore contro l'Inter
Monica Tosolini

Grazie all’exploit infrasettimanale maturato a Firenze in grado di consacrare il gruppo di CIOFFI come una delle compagini più in forma del momento, i bianconeri si apprestano ad affrontare i campioni d’Italia in lizza per il bis, con il dichiarato intento di ottenere ulteriori riconoscimenti da tifoseria e critica, legittimando al contempo valori tecnico-sportivi affatto trascurabili, purtroppo non sempre emersi nel corso del girone d’andata.

Un’Inter determinata a riscattare la magra di Bologna che ritrova comunque tra i pali una pedina fondamentale come il portierone sloveno, mai dimenticato in Friuli Samir Handanovic, con Inzaghi costretto ancora a rinunciare all’azzurro Bastoni fuori per infortunio nonché autentico pilastro della retroguardia, ed allo squalificato Calhanoglu.

CIOFFI rispetto alla vittoria dalla portata storica ottenuta nella natia Firenze, perde per squalifica il mastino MAKENGO sostituito dal rientrante PEREYRA in mediana, ripresentando l’albiceleste PEREZ in luogo del solido NUYTINCK nei tre dietro. Sul fronte offensivo perdurando l’assenza di BETO, massima fiducia alla coppia SUCCESS-DEULOFEU. L’intera Italia calcistica, interisti e milanisti in primis, é presumibile si sia sintonizzata ore 18.00, sull’evento calcistico di maggiore interesse in giornata, in programma al Friuli.

Partono bene i campioni d’Italia che trovano il gol con Perisic imbeccato su angolo di Di Marco. SILVESTRI nulla può sulla testata forte e precisa indirizzata sul primo palo dal mancino croato. L’Udinese reagisce bene giocando alla pari con i più blasonati avversari. WALACE prima con un tiro da fuori e PEREZ che conclude alto, rappresentano comunque serie minacce per un Inter forte e attenta. A metà frazione SUCCESS é costretto alla resa per un indolenzimento muscolare lasciando il posto a Nacho PUSSETTO. Al 35° però i nerazzurri confezionano un’azione molto pericolosa che mette Lautaro solo davanti a SILVESTRI, il quale compie un’autentica prodezza nell’uno contro uno, vanificata da una ribattuta sulla quale si precipita Dzeko in anticipo su MARÌ. L’arbitro Chiffi in un primo momento fa correre sul contatto, ma poi richiamato dal VAR concede il penalty. Lautaro incaricato del tiro, coglie il legno alla destra del portiere bianconero che ha la sfortuna di colpire con l’avambraccio la ribattuta sul legno, ribattuta che con la carambola tornava per nostra malasorte in zona tiratore. Un gioco da ragazzi per l’attaccante della nazionale argentina ribattere in rete di testa la palla che gli si parava innanzi. 2-0 per la squadra di Inzaghi, forse un divario non così netto in ossequio a quanto in visto in campo, ma frazione che si chiudeva con il doppio vantaggio per gli ospiti.

Alla ripresa la squadra di CIOFFI prova a fare la partita con i nerazzurri a rifiatare per concedersi ripartenze, pericolose ma sempre mancanti della precisione necessaria alla finalizzazione vincente. Un gol annullato a Vidal su netto fuorigioco a seguito di efficace contropiede indicava presumibilmente una certa mancanza di lucidità tra gli ospiti, forse anche per quanto speso nel primo tempo. Bene SAMARDZIC entrato nella ripresa per un comunque positivo ARSLAN, bene DEULOFEU quando, chiamato al calcio di punizione dal limite a poco più di un quarto d’ora dal termine, impegna Handanovic in una sorta di miracolo che non evita però la ribattuta vincente di PUSSETTO imbeccato da un assist di UDOGIE. Arriva un meritato 1-2, che lascia dunque presagire un finale piuttosto combattuto.

L’Udinese lotta su ogni palla dimostrando di essere all’altezza della contesa pur riconoscendo un gap tecnico in quanto opposta a compagine con lo scudetto sul petto, forse anche la più titolata a rivincerlo, Milan permettendo. L’ arrembaggio finale pur tenendo sulle spine entrambi le tifoserie, ha il potere di appagare ogni cuore bianconero pulsante, finalmente in grado di battere per una squadra solida, volitiva, determinata come il proprio allenatore, al quale va dato merito di esser riuscito in una trasformazione mentale motivazionale che “deve” in tutti i modi essere preservata e mantenuta nel tempo.

Se le perdite in organico in fase campagna acquisti saranno contenute nei minimi termini (non oltre 2 titolari), allora i presupposti per ammirare qualcosa di buono nella prossima (anomala) stagione, ci sono tutti. In fondo basta poco, un giocatore potenzialmente titolare per reparto, qualche esubero di qualità dal Watford retrocesso e la salvezza potrebbe essere un lontano ricordo.

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