“Giovedì contro la Roma abbiamo un’altra occasione per rimediare. VAMOS”. Così Deulofeu, rammaricato per la batosta casalinga appena subita, cercava di spronare i compagni in vista di un altro confronto di quelli difficili, da giocare in un Olimpico dove, su 47 partite giocate contro i friulani, i giallorossi ne hanno vinti 28 e solo in 7 occasioni hanno ceduto i tre punti all’Udinese. L’ultima, indimenticabile, nell’estate che ha visto la serie A eccezionalmente in campo dopo la sospensione del campionato per Covid. Roma-Udinese finì 0-2 con un successo firmato da due attaccanti che per Gotti non sono più disponibili, Lasagna e Nestorovski.
Ma quella di questa sera è un’altra storia. Di fronte ci saranno due squadre reduci entrambe dalla prima sconfitta stagionale ed entrambe assolutamente vogliose di riprendere a fare punti. La Roma di Mourinho non può perdere terreno in classifica: lo vietano le ambizioni del club. L’Udinese di Gotti, che comunque è distante solamente due punti dai capitolini, deve confermare di essere un complesso affidabile e soprattutto in crescita dopo un inizio di campionato che è stato al di sopra delle aspettative.
In vista della seconda gara su tre in una settimana, si può ipotizzare un minimo turn over in casa Udinese. Difficile, però, capire quali sono i giocatori interessati. Di sicuro Makengo è favorito in mediana su Arslan così come Larsen sembra certo di un posto a destra o a sinistra. Stavolta si prevedono novità anche in difesa, contro il Napoli apparsa troppo ballerina, e c’è chi ipotizza la maglia da titolare per Nehuen Perez. L’ex Atletico Madrid, ad ogni modo, dovrà vedersela anche con l’esperto De Maio, rimasto finora a guardare.
C’è sempre il dubbio Pereyra: mezzala o trequartista? Da questa decisione, dipenderanno anche le scelte per l’attacco e la mediana, reparto in cui c’è chi spera di rivedere l’eroe di La Spezia, Samardzic. In avanti potrebbe essere la volta di Beto titolare, ma sono tutte supposizioni per le quali il condizionale è d’obbligo.
Stavolta è davvero difficile azzardare una formazione. L’importante è che in campo ne vada una che sappia metterci testa e cuore. Contro certi avversari, non si può chiedere altro.
