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Tutto cambia perchè nulla cambi

Modulo più prudente ma applicazione più sfrontata con il nuovo allenatore
Redazione

Chi si aspettava una rivoluzione copernicana da parte dell’Udinese con al timone il rientrante figliol prodigo Cioffi, beh evidentemente era investito da una vena di ottimismo un po’ troppo fervida. L’Udinese al Brianteo è scesa in campo con un modulo, sulla carta, ancora più abbottonato di quello di Sottil, ovvero con un 3511 con Pereyra piazzato sotto punta o comunque a galleggiare da punta in linea con Success, uno che la porta non la vede nemmeno in cartolina, con il vivace (di questi tempi ) Thauvin lasciato in panchina, e l’unica variazione sul tema l’impiego di Zemura in luogo di Kamara.

Modulo abbiamo detto sulla carta più prudente, per mascherare però, e questo pure si è notato fin dalle prime battute, un’applicazione sul campo più sfrontata. In cosa direte voi? Innanzitutto dalla posizione dei quinti, decisamente più alti, così come anche il tridente difensivo che ha accompagnato di buoni 20 metri più avanti, con Bjiol e Perez che cercavano il costante anticipo sul cerchio di centrocampo su Colombo e Vignato. Niente difensori bloccati a palleggiare con Silvestri per poi rilanciare lungo al primo accenno di pressing avversario quindi. Un Walace relegato al puro compito di flangiflutti davanti alla difesa, dispensato da troppi compiti in fase di costruzione; un Payero che sostituiva Lovric nei suoi classici inserimenti senza palla e che al più si allargava per favorire i tagli verso il centro di Zemura, un po’ come faceva Udogie, di modo da farsi seguire dall’uomo e svuotare l’esterno. Si è visto il movimento a venire incontro di Success per ricevere il pallone sui piedi e cercare subito un Pereyra che si buttava in verticale, piuttosto che il quinto che si alzava. Insomma, qualche concetto di gioco diverso, rispetto a Sottil si è visto, e in particolare l’innalzamento della linea dei tre difensori a metà campo era un marchio di fabbrica proprio dell’Udinese di Cioffi 2021/22. Che poi tutto questo abbia portato ad una parvenza di intraprendenza in più, più che ha una produzione concreta di occasioni, questo pure è un dato di fatto.

L’Udinese per tutto il primo tempo ha prodotto pochino, e d’altronde questo è il rovescio della medaglia di giocare senza punte, puntando tutto sugli inserimenti dei centrocampisti. Se si escludono due bei palloni scagliati da fermo da Samardzic, (più uno in movimento a cercare l’inserimento di Payero) su uno dei quali Di Gregorio ha dovuto pure intervenire con tempestività, il fatturato offensivo dei bianconeri del primo tempo non ha registrato altri squilli di rilievo. Vero il Monza ha prodotto il quasi nulla, e con il quasi nulla però è riuscita a passare in vantaggio: Kyriakopulos è scappato ad Ebosele e ha crossato in mezzo all’area dove l’altro quinto dell’Udinese (Zemura) si è addormentato sull’inserimento al volo di Colpani-gol. Insomma è bastata una dormita dei quinti per far scivolare l’Udinese sempre per prima sul risultato (ennesima volta che accade). Cioffi nel primo tempo è stato tradito dalla catena di destra Ebosele-Samardzic. Il nazionale irlandese non ha ne spinto ne difeso con efficacia, insomma un ectoplasma per tutto il primo tempo, mentre l’impiego di Samardzic da play spostato a destra (abbiamo detto di Walace dispensato da questi compiti) con conseguente stazionamento a 80 metri dalla porta avversaria, non ci ha proprio convinto. Chi si aspettava un Payero più bloccato a fianco di Walace per un innalzamento del serbo a fianco di Pereyra dietro a Success a formare un 3421 insomma è rimasto deluso.
Nella ripresa Cioffi ha inserito un Ferreira stranamente più concreto (miglior prestazione stagionale la sua, per carità nulla di trascendentale ma performance sufficente ), inserito una punta in più, riportando Pereyra mezzala e lanciato all’arrembaggio i suoi, che hanno prodotto occasioni (su Zemura strepitoso Di Gregorio, su Success….. meglio non commentare) fino a produrre la ragione di più intraprendenza che si certificava con il gol del subentrato Lucca, che dimostra di avere fiuto, presenza in area e risolutezza. Il pari ha riportato sui binari una partita che il Monza non solo non meritava di vincere, ma probabilmente nemmeno di pareggiare, visto il poco o nulla prodotto dalla squadra di Palladino davanti, con Colombo messo in gabbia da Bjiol e il tenero (ma veramente promettente ) Vignato limitato a qualche vagito da Perez. Gli esterni del Monza non hanno più fatto male e Colpani non ha avuto più altre chance per colpire. Gli ultimi 10-12 minuti, dall’82’ al 94′ il Monza ha quindi legittimato il pari mettendo per la prima volta alla berlina la squadra di Cioffi, chiudendola in trincea ma producendo ben poco, a referto il tiro di Ciurria da fuori area sventato da Silvestri.

Insomma pari giusto, che muove la classifica ma che poco serve. All’Udinese servirebbe come il pane una vittoria che muova la classifica di tre punti tutti in una volta. Cioffi avrà molto da fare. Comprendiamo come in pochi giorni abbia potuto lavorare più sulla testa dei giocatori che sulla tattica da campo: recuperare un gruppo di ragazzi depressi facendo leva sui 7/8 giocatori che lui conosce, è stato il primo passo da fare. Ieri si sono visti alcuni concetti tattici di rottura con la precedente gestione, ma dal tecnico ci aspettiamo quello che ha promesso, ovvero se non un cambio di modulo, un’interpretazione completamente diversa dallo stesso, ancor più di quello che si è intravisto ieri, magari anche con un utilizzo più marcato di pedine che Sottil aveva lasciato ai margini ( Ake, Quina, Pafundi), aldilà di quelle di rientro dall’infermeria.

La partita di coppa Italia con il Cagliari di mercoledì in questo caso casca a fagiolo, e siamo certi che verrà utilizzata da Cioffi come pretesto per provare altre soluzioni, e altre pedine, contro una squadra che ad ora è diretta concorrente per la salvezza ma che a differenza dell’Udinese, ha già ottenuto la sua prima vittoria, con una rimonta da film contro il Frosinone.

Paolo Blasotti

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