Home » L’Udinese sempre in zone nobili

L’Udinese sempre in zone nobili

L'Udinese non ha perso gioco e identità.
Monica Tosolini

Nonostante le trappole buttate sul terreno di gioco da Baroni con il suo Lecce gagliardo e velenoso, che in tutti i modi ha cercato di far ruzzolare giù il gigante (vista la classifica) friulano, i Sottil Boys sono riusciti ad evitare inciampi e a proseguire la scalata in classifica ma con un ritmo da camminata placida più che da corsa a perdifiato come fino a poche settimane fa. L’Udinese continua a muovere la classifica (solo in due circostanze non lo ha fatto in questo campionato) ma non compie balzi da tre punti da circa un mese, e ormai nell’ambiente i tifosi si chiedono cosa sia accaduto al giocattolo bianconero, che un mese fa pareva un freccia rossa in corsa mentre ora pare un espresso che sbuffa.

In un mese sono state affrontate nell’ordine: Atalanta, Lazio, Torino (sconfitta), Cremonese e Lecce. Se i pari con gli orobici e gli aquilotti potevano essere visti con l’indice del bicchiere mezzo pieno, le successive sfide, laddove si è raccolto solo 2 punti, potrebbero far spiegare sirene d’allarme, vista anche la caratura degli avversari. I punti sono pochi e le prestazioni non sono state certo arrembanti ma… nemmeno inguardabili a dire il vero. In nessuna di queste partite l’Udinese è stata messa sotto dall’avversario, e anzi ha prodotto sempre di più, ma è mancata in precisione al momento della stoccata.

La sconfitta col Toro è danzata su episodi, il pari di Cremona pure, dopo aver condotto a lungo la gara, e aver accusato un calo nel finale. Con il Lecce? Beh.. se a Cremona la squadra aveva chiuso arrancando, contro i salentini la squadra di Sottil ha chiuso in crescendo, nonostante qualche assenza. Ogni partita fa storia a se, certo, ma le ultime paiono tante perline unite da un comune filo logico, a formare una collana meno sgargiante di quella composta dalle pepite illuminanti unite da un altro filo comune logico che avevano caratterizzato il campionato dell’Udinese a Settembre.

Il filo comune attuale è quello di un calo della condizione, della lucidità negli ultimi metri e della cattiveria sotto porta. Se non segni non vinci, e non ottieni punti. Ultimamente non è tanto il gioco a mancare ma la fase realizzativa. In alcuni elementi soprattutto la squadra pare meno fresca, su tutti Deloufeu, sul cui impegno poco c’è da eccepire, ma si è reso responsabile ultimamente di errori di misura che alla fine hanno pesato eccome nell’economia del risultato. Diciamo che se prima la squadra era in Over performance produttivo, dove si segnava forse anche troppo in relazione a quanto prodotto, adesso si è in under performance, e si raccoglie meno di quanto si semina. Questo non vuol dire che la squadra si è normalizzata e che questo è e sarà il rendimento medio della stessa, significa che il rendimento medio della squadra è l’esatta media tra quello di prima e quello di adesso, con la classifica attuale che forse restituisce un valore più vicino a quello reale (o forse va ancora limato un po’ in difetto chi lo sa).

C’è da attendersi quindi sicuramente altri periodi di Over performance, soprattutto quando la condizione tornerà ad essere brillante. Per il gioco di Sottil, impostato su una corsa spesa in pochi km (anche quando si andava a mille l’Udinese era quasi fanalino di coda tra i km percorsi in serie A) ma a livelli di intensità molto elevata, un leggero appannaggio cagiona errori negli stop, rifiniture, conclusioni in porta, anche in elementi molto tecnici della rosa.

Relativamente alla gara di venerdì, forse anche Sottil ci ha messo del suo: senza Udogie, ci si è trovati ad essere orfani sulle corsie esterne, poiché l’assenza non poteva essere certo colmata dallo spostamento di Pereyra che pur giocando bene offre un’interpretazione diversa del ruolo, mentre dal lato opposto Ezhibue non è certo un quinto che spinge ma più un terzino basso da difesa a 4. Con queste premesse continuare a proporre il 352 è un po’ come provare a volare senza le ali, non si può decollare; nel 352 i quinti rappresentano l’ago della bilancia, se li hai vai a comandare, se non li hai ti appiattisci e soffri.

Chiave tattica

Con il Lecce che pressava uomo su uomo e in particolare la costruzione bassa dell’Udinese, per i bianconeri era difficile uscire dal pressing con le consuete aperture sui quinti, che non essendo propriamente di ruolo facevano mancare i riferimenti, ai difensori come anche alle mezzali. Anche la prestazione di Samardzic è stata figlia di questa situazione: se Ezhibue rimane basso per ​ attitudine, e Perez pure non è votato alla sovrapposizione sulla fascia in stile Becao, la catena di destra di fatto non si può formare e di certo non ci si può aspettare che il tedeschino vada in porta con la palla tra i piedi, specie con due avversari sempre addosso: mancano gli appoggi!!

Dall’altro lato qualcosa si è visto con Pereyra, il quale però, si sa, se la cava con l’esperienza e con la sua capacità di infilarsi nei mezzi spazi venendo dentro il campo. Risultato? Udinese costretta al rilancio lungo su Beto (che non ha la stessa capacità di Success di tenere su i palloni) e incapace di palleggiare, con i salentini vincenti sulle seconde palle e minacciosi e presenti davanti l’area bianconera. Poi certo la differenza di qualità tra le due squadre non si poteva cancellare solo con questi presupposti e ciò spiega come i leccesi abbiano si segnato ma sull’unica occasione creata dentro l’area di rigore di casa, e per giunta su un rimpallo favorevole tra Colombo ed Ebosse, mentre le altre due occasioni, i due pali, sono stati due tiri tentati della domenica che solitamente hanno un coefficiente di realizzazione infinitesimale.

L’Udinese del primo tempo, pur non giocando, di fatto ha creato più o meno lo stesso numero di occasioni, con le conclusioni di Pereyra e di Arslan da buona posizione , di Walace in area sugli sviluppi di un corner, e con un mancato aggancio di Deloufeu su cross di Ezhibue in una delle sue rare sortite offensive. Nella ripresa Sottil ha corretto il tiro riproponendo un più logico 4312 con l’Inserimento di Success e la musica è cambiata: la manovra è apparsa più fluida, con il nigeriano a tenere su palloni e a smistarli, e con il Lecce che aveva perso i riferimenti del pressing a seguito di un notevole miglioramento nel palleggio da parte dei bianconeri. La produzione offensiva è stata buona (mentre quella del Lecce insufficiente e incentrata tutta su un’altra conclusione della domenica di Gallo ) ma ancora una volta la squadra di Sottil ha spremuto un solo gol. 16 tiri a 9, 5 a 1 nello specchio, 11 a 5 le occasioni da gol, 10 a 5 i passaggi chiave, 350 a 226 i passaggi riusciti con una precisione del 77% contro il 67%, 4 parate del portiere del Lecce 0 per Silvestri (ma 2 pali) possesso palla 57% a 43%; insomma i numeri raccontano che l’Udinese è stata superiore in tutto ai salentini, nonostante un tempo regalato per scelta tattica rivedibile da parte di Sottil.

Insomma, finchè c’è il gioco c’è speranza, e i gol toneranno a sgorgare, è inevitabile. Era prevedibile che la squadra avrebbe affrontato periodi difficili, e riuscire a limitare i danni con questi pareggi alla fine può essere visto come un fattore positivo: gli anni scorsi molte di queste partite sarebbero state perse. La fortuna di disporre di un’identità, grazie al lavoro del mister, permette di limitare i danni in periodi di vacche magre, e questo non è poco. L’unico appunto da muovere a Sottil è appunto quello di aver voluto affrontare la gara con il consueto modulo ma senza dei quinti affidabili; si può capire come la perdita di Udogie un’ora e mezza prima della gara possa aver scompaginato i piani da battaglia di tecnico, ma per uno sveglio e arguto come lui, capace di leggere una partita in corsa, e meglio ancora alla vigilia quindi, mi aspettavo una virata di modulo già al pronti via.

Fa niente, la classifica continua a mantenersi molto buona, più di quanto ci si potesse immaginare. Godiamocela, tempi ruggenti torneranno, finchè gioco e identità non abbandoneranno questo team motivi per essere ottimisti non mancheranno mai.

mediafriuli_white.png
©2023 UDINESEBLOG. Tutti i diritti riservati | IL FRIULI – P. IVA 01907840308
Powered by Rubidia