Un anno fa l’incubo Covid ha fermato lo sport e il calcio. Il 9 marzo 2020 si è giocato il posticipo di serie A tra Sassuolo e Brescia, a porte chiuse come l’intero turno di quella giornata e negli occhi di tutti, per mesi, è rimasto l’appello dell’attaccante Caputo: “Andrà tutto bene, restate a casa”. E’ stata l’ultima partita giocata in serie A fino al 23 giugno: campionato sospeso alla 26esima giornata, con il turno precedente già disputato a metà. Non si sapeva se sarebbe ripartito e per settimane si era discusso su come eventualmente chiuderlo, determinando i verdetti.
Un anno dopo, possiamo dirlo, non è andato tutto bene. La soglia dei centomila morti è stata superata e siamo ancora qui, con la paura del contagio, l’obbligo delle mascherine, i Dpcm che aggiornano i divieti e gli stadi sempre chiusi.
E’ stato un anno decisamente allucinante in tutti gli aspetti del vivere, da quello umano a quello professionale. Lo sport, come l’economia e tutto il resto, è stato duramente colpito. E sta ancora pagando. Il calcio, come tutto del resto, è sempre sotto scacco del Covid da un anno. Giocatori fermati a poche ore dal match, gare rinviate, trasferte bloccate dalle ASL e chi più ne ha più ne metta. Alla fine, ‘only the strong survive’.
E l’Udinese, tosta lo è stata davvero in questo anno. La squadra di Gotti, sopravvissuto alla dura legge della ‘rotazione dei mister’ che dal 2015 aleggia sulla panchina della squadra bianconera, è perfino riuscita a fare meglio delle precedenti stagioni. Val la pena ricordare che quel pareggio con la Fiorentina datato 8 marzo, in un match surreale, era il quarto consecutivo di una squadra che cercava di rialzare la testa dopo i ko con Milan, Parma e Inter. Lo stop al campionato, durato dal 10 marzo al 23 giugno, rimetteva tutti sullo stesso piano alla ripresa, annullava tutte le distanze. Era un ‘ripartire da zero’, tutto tornava in ballo. Ma sull’Udinese aleggiavano preoccupazione e perplessità a causa delle molte incognite. A dire il vero, il discorso valeva un po’ per tutte le squadre.
Il gruppo di Gotti ha iniziato con una sconfitta, a Torino, in una gara maledetta in cui si è anche chiusa la stagione di Mandragora per la rottura del crociato. Ma già si vedevano segnali confortanti che si sono notati di più nella successiva sconfitta casalinga con l’Atalanta. Il successo di Roma ha dato il via alla vera riscossa frenata solo dai risultati contro Sampdoria e Napoli. Il successo sulla Juventus, venuta a Udine al gran completo per festeggiare lo scudetto, è stato il più bel regalo di questo difficile anno sportivo. Salvezza conquistata con anticipo in una sorta di mini torneo estivo consumato tutto d’un fiato al ritmo di tre gare alla settimana per ogni squadra. Il 2 agosto le sentenza e due settimane dopo bisognava già ripensare alla ripresa, mentre il Covid si ripresentava con focolai nei luoghi più belli delle vacanze italiane, quelli in cui anche i nostri calciatori si sono fatti attirare.
L’inizio della nuova stagione, fissato per il 21 settembre, è slittato immediatamente per l’Udinese, su richiesta dello Spezia, primo avversario designato, ma che aveva concluso il campionato di B a metà agosto. Partenza quindi con il Verona, recupero con lo Spezia e quindi Roma. Risultato: tre sconfitte di fila per una Udinese tutta da fare. Solo alla chiusura del mercato Gotti ha avuto conoscenza della rosa a sua disposizione e ha potuto metterci mano. Non ha però potuto lavorare tranquillamente: si sono messi di mezzo, un po’ come in tutte le squadre, infortuni e Covid (arieccolo) e la squadra non è riuscita a trovare pace e continuità fino all’inizio del girone di ritorno.
Un anno dopo, il Covid è sempre presente ed è costato a mister Gotti una multa per una cena in situazione di assembramento e fuori orario. Speriamo si fermi a quello. La guardia, ancora oggi, va tenuta più alta che mai.La situazione è di nuovo di seria emergenza, ma l’Udinese la sta affrontando, in campo e fuori, al meglio. Dopo una salvezza conquistata con tre giornate di anticipo un anno fa, oggi la squadra friulana si permette un +12 sulla terzultima (che alla stessa giornata di un anno fa erano +3) e, facendo la corsa su se stessa, sono +4 rispetto al 10 marzo 2020. E anche oggi, come allora, è arrivato il momento di ingranare la marcia giusta.