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Cioffi gattopardo bianconero

Gabriele CIOFFI é uomo nato e cresciuto in Toscana, terra che ha dato i natali a personaggi illustri
Monica Tosolini

Gabriele CIOFFI é uomo nato e cresciuto in Toscana, terra che ha dato i natali a personaggi illustri quali Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Dante Alighieri, Galileo Galilei e molti altri se ne potrebbero citare, gente che ha saputo far buon uso della materia grigia di cui peraltro ognuno di noi é abbondantemente dotato. Ma CIOFFI é anche persona incaricata dalla società, quale responsabile tecnico designato alla guida della prima squadra. Per essere un abile manager, dunque gestire un gruppo di professionisti, é noto come non sia sufficiente possedere unicamente qualità intellettive, ma é necessario calarsi in tempi rapidi nelle priorità da perseguire, nel contesto delle risorse di cui si dispone.

Fosforo, tempo, risultati, son parametri da cui non é possibile derogare, qualora si ambisca a svolgere con profitto il più intrigante, ma anche complesso mestiere al mondo, l’allenatore di calcio a livelli professionistici.

CIOFFI nasce 46 anni fa nella città di Firenze, da origini contadine ma con valori forti come rispetto del lavoro e solidarietà. Nasce calcisticamente nella Sestese a pochi chilometri dal capoluogo toscano. Si conquista una categoria per volta partendo dai dilettanti, senza che nessuno gli regali nulla. Si rompe per tre volte i legamenti perdendo anni preziosi di carriera, ma a 31 anni arriva anche per lui la massima serie, raggiunta con il Torino di Alberto Zaccheroni che lo richiede dopo il play-off per la A vinto dai granata di De Biasi contro l’ottimo Mantova del presidente Losi, società in cui ha militato per diverse stagioni. Accumulerà 18 presenze nella massima serie segnando persino una rete a Livorno il 23.12.2006, neanche a dirlo di testa, grazie ai sui 196 cm.

E sarà proprio la testa a fare la differenza ora che é chiamato a dimostrare se le sue molteplici esperienze da tecnico maturate in giro per il mondo sapranno concretizzarsi in risultati di rilievo. Esperienze da tecnico che partono dall’Australia per continuare nel Gavorrano nella profonda provincia toscana, per poi concretizzarsi al Súdtirol, successivamente negli Emirati all’Al-Jazira, poi chiamato da Zola al Birmingham; torna negli Emirati per un breve periodo per poi accettare la 4ª serie inglese al Crawley Town nel West Sussex. Il resto, a partire da settembre 2020, é storia tinta di bianconero grazie al ruolo di allenatore in seconda di mr. Gotti che proprio in Inghilterra lo aveva apprezzato.

E veniamo all’attualità, sempre in Toscana, ad Empoli per la precisione, terra che già marcó il capolinea per Julio Velazquez nel 2018, quando ad inizio dicembre un altro allenatore, Luca Gotti per l’appunto, in sella da oltre un paio d’anni, viene esonerato dalla guida tecnica, schiudendo di fatto le porte nell’incredulità generale, proprio al fiorentino a lungo vissuto in piazza Beccaria, investito sino ad allora del ruolo di secondo.

La situazione non appariva rosea ai più, data una squadra che come si direbbe a casa di Gabriele sembrava “morta nei cenci”, e in grado di conseguire una sola vittoria nelle ultime 13, ma soprattutto incapace di reagire agli stimoli dell’allenatore. Empoli metteva in evidenza una volta di più la criticità della situazione, palesando un secondo tempo caratterizzato da anarchia tattica assoluta, peculiarità che normalmente rappresentava uno dei punti di forza ascrivibili a Gotti.

Milan capoclassifica con una vittoria sfumata sul finale solo a causa di una prodezza dell’immarcescibile Ibra, e Cagliari espugnata attraverso un trionfo eclatante, ci segnalano lo spessore di un tecnico scaltro, capace di tesaurizzare le esperienze passate, abile nel comunicare con un fluente inglese concetti chiari ai poliglotti elementi costituenti l’organico. Il merito di CIOFFI é stato quello di “cambiare tutto” senza cambiare niente, un po’ come proferiva Tancredi nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Niente rivoluzioni tattiche, ripristino di un 352 forse scolastico, comunque in grado all’apparenza di diventare un fortino con i due esterni a coprire le fasce. Rimane probabilmente il vestito che meglio si attaglia all’organico a disposizione, tanto più che la difesa rappresenta il settore meglio conosciuto per i trascorsi personali. Gradi ripristinati nei confronti di capitan NUYTINCK, vero regista della retroguardia ai cui fianchi agiscono due mastini più abili nel one-to-one che nella disciplina tattica.

In mezzo al campo il brasiliano WALACE, a volte ingiustamente criticato nonostante il gran numero di palloni recuperati, é affiancato in assenza del Tucu, da due interni come ARSLAN, più tecnico, e MAKENGO rinfrancato dalla gestione CIOFFI. I due esterni paiono inamovibili a seguito del divorzio ormai sancito con STRYGER; UDOGIE a sinistra e MOLINA anche goleador, a destra, sono i titolari delle fasce con SOPPY pronto a subentrare a gara in corsa. Davanti ad affiancare lo straripante BETO, più libertà d’azione al catalano DEULOFEU, giocatore dalla classe cristallina. SUCCESS e PUSSETTO rappresentano qualcosa in più di semplici alternative.

Detta così, vista dal di fuori, sembra si sia rivelata operazione semplice, comoda, ma chi conosce il calcio nelle recondite sfumature, ben sa che non é mai agevole tirar fuori il meglio da 27 elementi senza conflitti inevitabili da chi é premiato dalle scelte, chi meno. Un bravo dunque al mister che ha fino ad ora ottimizzato le risorse a disposizione motivando il gruppo, oltre a cementare al contempo uno spogliatoio che dopo Empoli pareva lentamente scollarsi. Il difficile ovviamente arriva ora, e il buon CIOFFI che di calcio ne mastica da una vita, bene ha fatto a rimanere a Udine, chiamando a se la famiglia per le festività, al fine di non lasciare proprio nulla di intentato. In merito alla Salernitana non contiamola, né tra le sfide immediate, né quale vittoria a tavolino, poiché il possibile salvataggio rimane la soluzione più probabile; ciò che conta innanzi, sarà verificare l’approccio alla gara e relativi riscontri con Fiorentina, Atalanta, Juventus, 3 cime oltremodo insidiose per un tecnico pronto a dimostrare con i propri uomini, tutte le qualità necessarie ad un auspicata conferma.

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