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Beffa viola… l’ennesima

Udinese ancora vittima di errori individuali che paga a caro prezzo
Redazione

L’Udinese esce dal Franchi con 1 punto e con l’impressione di averne lasciati altri 2 sul campo. Impressione questa che sta diventando cronica guardando le partite dell’Udinese. Facessimo una conta di tutte le volte in cui la squadra di Cioffi si è fatta rimontare all’ultimo a seguito di episodi casuali e inaspettati, che esulano dal contesto di una gara in controllo, probabilmente l’Udinese veleggerebbe a metà classifica, più o meno a 24/25 punti. Invece bisogna scendere patti con la realtà. Una realtà che vede l’Udinese aver totalizzato solo 2 vittorie, e 12 pareggi, metà dei quali vittorie sfumate all’ultimo, a fronte di prestazioni buone e meritevoli dell’intera posta. Gli episodi, perchè di questo si tratta, continuano a girare contro: c’è sempre una mano malandrina o un falletto in area che manda gli avversari sul dischetto a rimontare lo svantaggio, un cross sbagliato avversario che diventa tiro, un’uscita a vuoto del portiere oppure l’unico tiro nello specchio della squadra avversaria alla quale spesso vengono concesse le briciole, ma con quelle briciole viene sempre prodotto il pane. Il pane diventa quello duro della bassa classifica con un solo punto sopra la zona rossa. Pane duro e per niente fragrante insomma, quando a metà classifica si potrebbe addentare dolci brioches che profumano di tranquillità. E’ curioso notare come il portiere dell’Udinese non compia una vera parata dalla gara contro il Sassuolo, di oltre un mese fa, quando gli uomini di Dionisi stavano assediando l’area bianconera in 11 contro 10. Dopo quella sfida chiunque difendesse la porta bianconera (da Silvestri a Okoye) ha dovuto sempre e solo raccogliere il pallone in fondo al sacco, al netto di telefonate avversarie che anche un bimbo avrebbe potuto neutralizzare.
Alla vigilia della sfida di Firenze ero personalmente ottimista, non per le statistiche degli ultimi anni che ci ha visti uscire sconfitti dal Franchi 15 volte su 16 (statistica che inibirebbe qualsiasi proposito ad intraprendere la trasferta in terra toscana) quanto per le caratteristiche del gioco di Italiano, che ben si sposano con le peculiarità del gioco di Cioffi. Italiano fa la partita e ama ilpossesso palla, l’Udinese ne fa volentieri a meno e fa del suo credo le ripartenze. Partita quindi perfetta per esaltarsi. Come col Bologna, come a Milano col Milan, come con l’Atalanta etc.. e non come la Lazio che si era snaturata per affrontare i bianconeri, incartandoli in una brutta partita. Italiano rimane un integralista in questo senso. Il primo tempo ha rispecchiato a dovere le impressioni della vigilia: Udinese raccolta dietro a serrare le fila e intasare le linee di passaggio viola, il cui giro palla era davvero troppo lento e orizzontale, recupero palla e feroci ripartenze a mille all’ora. Così è stato confezionato l’uno a zero, così sono state confezionate le altre azioni che hanno portato al tiro Lucca e Pereyra, i quali colpevolmente hanno fallito il raddoppio. La difesa a zona della squadra di Cioffi ben si sposava con il movimentismo degli avanti di Italiano, soliti a venire dentro il campo e portare fuori zona i difendenti avversari. I centrali difensivi hanno fatto una grande partita mantenendo la posizione senza farsi mai attirare fuori zona, mettendo la museruola a Beltran e annullando sia Ikone che Brekalo, con Bonaventura mandato a sua volta fuori giri. Il giro palla di Duncan e Mandragora poi era troppo lento per sperare di cogliere fuori posizione i bianconeri. La pecca dell’Udinese è stata quella di non aver dilatato il vantaggio oltre all’1 a zero, perchè per come era stata preparata la partita Cioffi aveva messo nel sacco Italiano.
Nella ripresa il tecnico viola ha inserito un acceleratore di giro palla nel motore, ovvero Arthur, e un crossatore più in giornata di Kayode ovvero Faraoni.Con Arthur si sono rivisti cambi di campo più repentini, che hanno messo in difficoltà gli scivolamenti laterali dei bianconeri, non sempre pronti a scalare da destra a sinistra e viceversa in modo da ostruire lo spazio del cross agli esterni viola. In uno di questi cambi di campo Faraoni si è trovato libero di crossare, e in area Beltran è stato perso da Perez, che si è trovato a dover scegliere tra due attaccanti avversari, frutto appunto di una scalata ritardata dell’intero reparto bianconero. Errore, va detto, messo in evidenza dalla maggior velocità acquisita dalla viola nel giro palla grazie ad Arthur. Cioffi stavolta non si è fatto attendere nei cambi, e sebbene quello di Lucca con Success abbia fatto storcere il naso ai più (anche al sottoscritto) è innegabile che i tre subentri abbiano recitato un ruolo chiave nella preparazione del secondo gol, dove Lovric pure ha fatto la parte del leone (come tutta la partita, che l’ha visto decisamente come il migliore). L’Udinese si è mantenuta viva nelle ripartenze, e sempre pericolosa, con una Fiorentina che aveva si migliorato il giro palla, ma mai aveva dato l’impressione di mettere alle corde la squadra di Cioffi, con una produzione offensiva davvero minimal; alla fine le statistiche riporteranno 4 conclusioni di cui una telefonata di Mandragora, il palo di Bonaventura e appunto i due gol; L’Udinese questi numeri li aveva raddoppiati.
I rimpianti salgono quindi. Ma è tutta colpa dell’episodio isolato, che ha visto stavolta la mano malandrina di un ottimo (come sempre ) Ferreira rovinare la sua bella prestazione e pregiudicare una vittoria meritata? Beh di sicuro quell’episodio è stato determinate, ma giusto ricordare anche i gol sbagliati davanti la porta nel primo tempo, da Lucca e Pereyra, il tucu a dire il vero ne ha ben due sul groppone, uno anche a inizio ripresa. Ma è colpa di Pereyra o di chi si intestardisce ad impiegarlo punta? Negli articoli precedenti avevo rimarcato che Pereyra non è una punta; che da lui non ci sono tanti gol da spremere; che sarebbe più logico impiegare una seconda punta come Thauvin a fianco di Lucca, che ha decisamente più gol nel suo carnet dell’argentino. Con una seconda punta in campo dall’inizio magari il primo tempo si chiudeva sul due a zero, e magari la partita avrebbe preso un indirizzo diverso. Inserire poi il francese e contemporaneamente togliere Lucca, pure forse non è stata una grande idea, se è vero che nessuno crossa meglio di Thauvin in questa squadra e il fatto di avere Lucca in mezzo all’area che è alto 2 metri, rimane sempre un argomento interessante da approfondire. L’ex Pisa si è dato da fare, ha giostrato bene spalle la porta, tenuto su la squadra e smazzato un assist. Aveva si fallito un gol, ma diamine capita anche a CR7 dopotutto, la sua partita la stava facendo e bene, anche in assenza totale di cross per le sue quote.
Toglierlo per inserire uno che il gol non lo farà mai come Success, non crediamo abbia aumentato la pericolosità dell’attacco bianconero, e il fatto che il nigeriano sia entrato con un blocco nell’azione del gol, come rimarcato da Cioffi su precisa domanda della giornalista di turno che chiedeva lumi appunto su tale avvicendamento, rimane un argomento un po’ deboluccio.
Ritengo che Cioffi sia assolutamente l’allenatore giusto per questa squadra. La strada intrapresa è indubbiamente quella corretta. Il cambiamento di rotta e anche la miglior media punti, sono evidenti, anche in virtù del fatto che i punti potevano essere molti di più, che un po’ gira male,e che il calendario è stato pure piuttosto duro. Nelle ultime tre gare si sono affrontate rispettivamente quarta quinta e sesta in classifica, con 4 punti totalizzati, che ad onor del vero potevano essere 6 ma anche sette. Il fatto è che forse Cioffi dovrebbe un po’ disinnamorarsi di Success, e innamorarsi di altri interpreti, alcuni dei quali sono stati appena recuperati dagli infortuni, e che si spera possano fare innamorare anche i tifosi. Chiosa finale su Samardzic. Oggetto del mercato. Ieri in campo a posto dell’acciaccato Payero ha condotto una partita sporca, di corse e recuperi, creando i dovuti pericoli sui piazzati e sfoderando una prestazione sufficiente, considerando il fatto di essere impiegato da mezz’ala dal lato opposto a quello a lui più congeniale. Ricevere la palla e venire dentro il campo con il piede debole non può essere il massimo per lui. Se rimarrà dovrà comunque remare con ferocia nella stessa direzione degli altri, perchè il bene della squadra viene prima della gloria personale.

Paolo Blasotti

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