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A marce ridotte

Da Cagliari non sono arrivate notizie confortanti sulla squadra di Sottil. Siamo agli inizi, ma già urge darsi una mossa
Redazione

Prosegue senza squilli il cammino dell’Udinese. Senza squilli ne tonfi, elettroencefalogramma piatto. Terzo pari di fila, secondo per 0 a 0, e dopo 4 giornate alla voce gol fatti rimane solo quello firmato da Samardzic contro la Salernitata. Una marcia che comincia ad essere preoccupante, perchè se è vero che un punto muove sempre la classifica, è anche vero che i pareggi sono stati conseguiti contro dirette concorrenti (tra cui due neopromosse) con le quali almeno una vittoria era auspicabile portarla a casa. Gli avversari da adesso in poi saranno tutti più coriacei, e onestamente non vediamo come, allo stato attuale, l’Udinese potrebbe riuscire a portare a casa l’intera posta contro squadre di un certo livello.
A preoccupare ancora di più i tifosi, e l’ambiente, è la mancanza di gioco, di uno spartito tattico efficace, le pochissime occasioni create ieri allo stadio Unipol Domus, e dal nulla offerto dalla cerniera di centrocampo Samardzic-Walace-Lovric, coloro che dovrebbero creare gioco e che invece ieri sembravano spenti e addormentati. L’Udinese vista a Cagliari sembrava una squadra scolastica, che magari teneva il possesso palla, ma che faceva una fatica incredibile ad accelerare il gioco, a verticalizzare, a saltare l’uomo per creare una sortita offensiva credibile, e alla lunga, sugli errori (tanti) di disimpegno nella costruzione da dietro, gli isolani ripartivano a mille creando diverse occasioni, che solo l’imprecisione di Deiola (il più pericoloso sugli inserimenti) e il palo di Luvumbo (su ennesima palla persa dalla difesa) salvavano la squadra di Sottil. L’Udinese per contro ha bussato pochissime volte dalle parti di Radunovic, quasi sempre su combinazioni dei due attaccanti, che va detto provano a cercarsi con impegno ma ancora i risultati sono modesti. Una bella sponda di Lucca a lanciare in porta Thauvin (su rilancio di Kamara) con il tiro del francese rimpallato in angolo e nella ripresa un bel lancio calibrato sempre dell’ex Marsiglia per Lucca, che in centro area ha fatto tutto bene, dallo stop alla conclusione, ma il portiere isolano si è davvero superato chiudendo la porta in faccia al centravanti bianconero. Per il resto, in una partita da ritmi soporiferi (il gran caldo non ha aiutato ) il Cagliari è riuscito, pur tenendo meno palla, a rendersi più pericoloso, anche sulle palle alte, ma l’imprecisione è stata una costante tra gli attaccanti di Ranieri, al punto che Silvestri di fatto non ha dovuto compiere un intervento. Nel finale gli ingressi di Pereyra e Payero hanno portato qualità e raziocinio alla manovra, ma la squadra ormai non ne aveva più.
Se analizziamo attentamente la gara direi che dell’Udinese si salvano ben poche prestazioni singole, da Bjiol dietro, fondamentale in un paio di situazioni, a Lucca che si è mosso bene, ha cercato di lavorare bene con il compagno di reparto, e ha fatto il massimo nell’unica occasione avuta, facendo pure espellere il suo marcatore. Sottil continua a parlare di imprecisione nelle conclusioni, ma ahimè di vere occasioni davvero ieri si doveva andarle a cercare con il lanternino. Ieri è stato tutto il centrocampo a latitare, quinti compresi. La scusa dei tanti interpreti nuovi per Sottil regge fino ad un certo punto, poiché di fatto pronti via ieri di nuovi interpreti rispetto allo scorso anno vi erano solo 3 elementi (Kabasele, Kamara e Lucca). Lecito attendersi quindi qualcosa di più dal punto di vista della manovra e degli automatismi di gioco, stante che, come ripetuto fino alla nausea, questo modulo, ormai incancrenito, sembra più tarpare le ali a questo collettivo, che non a valorizzarlo. Veri quinti non ce ne sono, e perseverare su questo vestito tattico, a mio parere, non può portare a nulla di buono. Sarà poi curioso capire dove potrà essere inserito Pereyra in questo 352 raffazzonato, considerando che farlo giocare quinto pare un’altra forzatura; sarebbe curioso capire anche come potrebbero trovare spazio, sempre con questo vestito tattico, giocatori di estro che agiscono sulla trequarti come Ake, Pafundi, ma anche Success, detto che pure Thauvin pare molto sacrificato nel ruolo di seconda punta di raccordo.
Ci si chiede davvero se perseverare con questa ricetta, visti i magrissimi risultati, sia davvero opportuno: ai più pare davvero accanimento terapeutico. Il campionato aspetta un po’, siamo ancora nella fase dove la classifica non ha senso guardarla, ma non aspetta in eterno. Sottil e L’Udinese devono battere un colpo se non due, ingranare altre marce, far rombare il motore, perchè a marce ridotte, o addirittura in folle, non si va certo lontano.

Paolo Blasotti

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