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Il bel gesto di Vicario: ospita una famiglia ucraina nella sua casa di Udine

Guglielmo Vicario, portiere udinese classe '96, è davvero un numero 1.
Monica Tosolini

Guglielmo Vicario, portiere udinese classe ’96, è davvero un numero 1. Non solo in campo, dove è protagonista di una buona stagione ad Empoli, ma anche fuori. Il 26enne calciatore ha deciso di stare veramente in prima linea negli aiuti alla popolazione ucraina e sta quindi ospitando, nella sua casa di Udine, una donna con il suo bambino di otto anni fuggiti dalla loro Patria a causa della guerra.

Vicario può così dare a loro una serenità che in Patria non c’è più. Il pensiero di mamma e bimbo rimane comunque verso il loro Paese, dove il marito/papà è rimasto a combattere. Ma qui cercano di recuperare la tranquillità per poter guardare ancora al futuro con un po’ di fiducia. Inoltre, al piccolo, appassionato di calcio, Vicario sta cercando una scuola calcio in cui inseguire i propri sogni.

Lo stesso Vicario ha spiegato: “A Udine, dai miei genitori, sono arrivati Hanna e Milan, madre e figlio ucraini, che accoglieremo a tempo indeterminato. Lunedì ci siamo conosciuti nel tardo pomeriggio e abbiamo cenato assieme. Il bambino è molto appassionato di calcio e quando ha saputo che sono un giocatore era emozionatissimo, ma è una situazione che ha toccato nel profondo anche me: dopo cena ho fatto il viaggio verso la Toscana con questo unico pensiero”.

Ha quindi raccontato la storia: “Una decina di giorni fa si è aperta questa possibilità tramite la Danieli, un’azienda friulana che ha una sede in Ucraina: avevano preso in affidamento le famiglie dei lavoratori in Friuli Venezia Giulia e stavano cercando destinazioni per ospitare le persone. I miei genitori mi hanno chiesto cosa ne pensavo e ho detto che sarebbe stata una gran cosa riuscire a dare una piccola mano a persone che stanno vivendo questo dramma”.

Ha quindi rivelato che “Non parlano né italiano né inglese, quindi abbiamo usato Google Translate e ci siamo fatti capire: abbiamo potuto apprezzarne l’educazione smisurata. Milan sarebbe molto contento di giocare a calcio e mi sto attivando assieme a mio padre per farlo entrare in una scuola calcio di Udine, per inseguire questo sogno. Cercherò di mettergli a disposizione anche un insegnante di italiano, per imparare la lingua, anche perché credo che vivranno con noi per un periodo abbastanza lungo. Entreranno a far parte della famiglia e questa è una cosa che mi fa molto piacere”.

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