Giorgio Chiellini, tornato alla Continassa insieme a un altro gruppo di compagni per riprendere gli allenamenti in vista del rientro in campo, ha raccontanto in un’intervista a Repubblica il ritorno all’attività dopo diverse settimane in casa per l’emergenza Coronavirus: “Mi è piombata la tristezza addosso. Però mi è bastato uscire con la macchina allo svincolo di Venaria perchè mi si riaccendesse subito qualcosa – confessa Chiellini -. È stato bello ricominciare”. Il capitano della Juve non sa se e quando riprenderà il campionato: “Questa pandemia ci sta insegnando a vivere il presente, ad adattarci a cambiamenti quotidiani, a ragionare su un futuro di due mesi al massimo. Avevamo comunque bisogno di ripartire, non è semplice e l’ho notato in compagni più giovani di me”.
Chiellini duro con Balotelli e Felipe Melo
A giorni uscirà la sua autobiografia e i giudizi su Balotelli e Felipe Melo sono stati durissimi: “Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. Uno anche peggiore era Felipe Melo: il peggio del peggio. Non sopporto gli irrispettosi, quelli che vogliono essere sempre il contrario degli altri. Con lui si rischiava sempre la rissa. Lo dissi anche ai dirigenti: è una mela marcia”. Nell’intervista Chiellini spiega: “Confermo, ma non ho rancore né mi interessa averne, se mi toccherà condividere qualcosa con loro lo farò. Non sono il miglior amico di tutti, però loro sono gli unici due ad essere andati oltre un limite accettabile. Per come sono fatto, il problema non è se giochi bene, male o se qualche volta fai serata, ma se manchi di rispetto e non hai dentro niente. Una volta va bene, se è ricorrente no”. Van der Sar avverte: “Prezzi più bassi? Sono solo i compratori a dirlo…”
Chiellini e l’odio verso l’Inter
Mentre sull’Inter dice: “Io odio sportivamente l’Inter come Michael Jordan odia i Pistons, non posso non odiarla, ma il 99,9 per cento delle volte che ho incontrato fuori dal campo persone con cui mi sono scannato in partita, ci siamo fatti due risate. L’odio sportivo è quello che ci spinge a superare l’avversario: se gli si dà il giusto significato, è una componente essenziale dello sport”.
Qualora si dovesse tornare in campo lo si farà a porte chiuse. Una misura che non sembra piacere a Chiellini: “Se penso a tre mesi senza tifosi mi passa la voglia. Ci vorrà una forza mentale sovrumana e difatti mi chiedo: ‘ma perchè lo devo fare? Ma anche: e perchè no?’ È il nostro lavoro e dobbiamo adattarci, come anche a tutto il resto”. In futuro dietro una scrivania (“non come ds o talent scout ma con un ruolo gestionale”). Chiellini ha fatto le prime prove da dirigente mediando sul taglio degli stipendi. “No, ho fatto solo da tramite – replica -. La volontà era di trovare una soluzione che aiutasse il club in un momento di difficoltà e desse un esempio alla nazione, perchè non è vero che noi calciatori viviamo fuori dal mondo. Non è stato facile mettere d’accordo 25 persone, ma è stato un gesto di grande maturità da parte nostra”.