Una rete di Malinovskyi decide la sfida tra Atalanta e Juventus, valida per la 31.a giornata di Serie A: il gol del centrocampista ucraino (con la decisiva deviazione di Alex Sandro) all’87’ consente ai nerazzurri di superare in classifica la squadra di Pirlo e di piazzare un importante colpo in chiave qualificazione Champions League. I bianconeri scivolano al quarto posto in classifica e perdono anche Chiesa, infortunato.
LA PARTITA
La lotta per un posto in Champions trasferisce in campo l’effetto Champions. La partita sgabbia a cento all’ora, i duelli sono estremi in tutte le zone del campo, consuetudine consolidata per l’Atalanta e molto meno per la Juve, abituata a un possesso palla continuo e costante ma a volte un po’ sotto ritmo. Pirlo sa bene quanto si gioca in questa domenica pomeriggio uggiosa e piovosa, la sua squadra accetta il guanto di sfida, risponde con la stessa moneta, rischia anche un po’ in certe circostanze, come quando Cuadrado va a cozzare contro un Muriel assatanato e lo butta giù in area con tre mezzi falletti che per Orsato non fanno un fallo intero. Gasp ha messo in campo l’Atalanta in modo da evitare gli svolazzi della difesa avversaria: Zapata-Muriel davanti non lasciano pause nell’attenzione difensiva, Pessina alle loro spalle unisce quantità e qualità. E’ subito elettrico il duello in fascia tra un Cuadrado ispirato e un Gosens marziale, al solito. C’è comunque più Atalanta che Juve in una prima mezz’ora che vede Morata molto isolato dal resto della squadra, McKennie non sempre sincronizzato con Cuadrado sulla catena di destra, Bentancur positivo ma solo in fase di interdizione. Confronti sostanzialmente pari quelli tra la coppia centrale bianconera de Ligt-Chiellini e i due bomber colombiani Zapata-Muriel, tant’è che la prima vera occasione dei bergamaschi arriva da un’incursione di Pessina, con sinistro finale rimpallato in calcio d’angolo. Un fisiologico abbassamento dei ritmi sembra dare una mano alla Juve, che da un certo punto comincia a soffrire molto meno ma non crea quello che ci si aspetterebbe da una squadra di queste dimensioni. Il primo mezzo squillo, dopo 34 minuti di gioco. è un mezzo regalo di Maehle che sbaglia la chiusura su Chiesa e libera al tiro Morata. Troppo piano, troppo molle il destro dello spagnolo, che Djimsiti toglie dalla linea di porta senza la necessità di miracoli. Un tempo per ribadire vari concetti: 1)l’Atalanta è una delle squadre più in forma del campionato e sarà molto difficile portarle via un posto nella prossima Champions League; 2)Gasperini ha imparato a variare il sistema di gioco, pur mantenendo fissi i concetti di intensità e ritmo; 3)la Juventus di quest’anno, a tre quarti di stagione, non ha ancora trovato la sua identità di gioco definitiva; 4)quando Ronaldo gioca c’è sempre qualcuno che è pronto a definirlo il problema e il limite della Juve, quando manca ci si chiede come mai le occasioni da gol non arrivino. Sembra cambiare qualcosa nell’atteggiamento della Juve all’inizio del secondo tempo, si vede un minimo di determinazione in più, ma il tutto dura poco, circa un quarto d’ora, il tempo di perdere Chiesa per un problema muscolare e di rendersi conto che si può ovviare numericamente ma non tatticamente, dentro Danilo sulla linea dei difensori con uno spento Alex Sandro avanzato di una ventina di metri. L’Atalanta esce dalla breve pausa e si fa pericolosa con Muriel. La Juve torna nella sua cesta, non risponde o forse risponde solo in parte, con un punizione di Dybala che esce di poco. La difesa dell’Atalanta svetta sempre, anche se spesso sono i due mastini Freuler e De Roon a presidiare la zona nevralgica con la solita autorevolezza. Si fa strada l’impressione che dopo una settantina di minuti giocati e lottati, il pari potrebbe essere buono per entrambe. Impressione fallace, perché proprio in questa calma apparente l’Atalanta va a un passo dal vantaggio con Zapata (tuffo di testa su cross di Ilicic), la Juventus tira per la prima volta nello specchio della porta (Morata al volo e paarata di Gollini), ci si comincia a picchiare in mezzo al campo costringendo Orsato a tirare fuori qualche cartellino dopo oltre un’ora di elevatissima correttezza. E poi arriva quello che non ci si aspetta. Malinovskyi si prende i rimbrotti di Gasperini perché non sta partecipando al gioco, mette la palla per terra e scivolando batte una punizione da lontanissimo che Szczesny para. dal calcio d’angolo la palla arriva ancora a Malinovskyi e sul suo sinistro c’è la deviazione di Alex Sandro che beffa il portiere. Ma la beffa peggiore è per Pirlo che ha ereditato una squadra reduce da nove scudetti consecutivi e con questa sconfitta rischia di restare addirittura fuori dalla Champions.
LE PAGELLE
Dybala 5,5 – Parte sempre lontano dalla porta. Tanto lontano. Non è chiaro se sia per disposizione tattica o scelta autonoma. Ma così è difficile valutare davvero la sua condizione e programmare il suo futuro.
Morata 5 – Manca qualcosa a livello psicologico nella sua prestazione e nel suo periodo. Convinzione da ritrovare, e che si nota soprattutto quando appoggia un pallone di destro a porta quasi vuota, ma senza forza, nel primo tempo. Poi al 31′ della ripresa finalmente un tiro in porta, parato da Gollini.
Zapata 6,5 – Svolge l’insolito ruolo del buttadentro, nel senso che anziché farsi trovare pronto alla finalizzazione, va a combattere con tutta la sua apertura alare lontano dall’area, per provare ad aprire spazi utili per il compagno di reparto Muriel.
Muriel 6 – Inizia bene, convinto e determinato, poi con il passare dei minuti giustifica la teoria secondo la quale il suo rendimento è molto migliore quando viene impiegato a partita in corso, anche se intorno all’ora di gioco sfiora l’incrocio con un bel diagonale.
Toloi 6,5 – Gladiatorio nei suoi interventi fin dai primi minuti, quando si scontra spesso con Chiesa e lo spinge venti metri più indietro del normale.
Cuadrado 6,5 – Se si vanno a tirare le somme della stagione, il colombiano risulta essere una delle pochissime note positive in casa bianconera e anche in questo caso il concetto si ribadisce, pur trovandosi al cospetto di un cliente complicato come Gosens. Un vero e proprio regista laterale.
Bentancur 6 – Non sarà mai un regista alla Pirlo, non sarà mai un centrocampista di quelli per cui dalla Premier League fanno offerte da capogiro, ma quando c’è da lottare l’uruguayano risponde sempre presente.
Pessina 6,5 – Ormai risulta chiaro a tutti che questo ragazzo è maturo per una grande squadra in cui esprimere ancora di più le sue doti tecniche e la sua intelligenza tattica.
McKennie 6,5 – Non sempre fa la cosa giusta dal punto di vista tecnico, ma almeno ci mette quel qualcosa di suo che se fosse prerogativa di tutta la squadra potrebbe fare la differenza.
Alex Sandro 5 – Prestazione ad alto tasso di anominato, qualche chiusura puntuale nel primo tempo, scarsissima partecipazione alla fase di possesso. Pure sfortunato con la deviazione sul tiro di Malinovskiy che porta all’1-0 per l’Atalanta.
Chiesa 5,5 – Molto al di sotto dei suoi standard recenti, limitato dal lavoro oscuro dell’atalantino Maehle, poco prima dell’ora di gioco deve arrendersi a un dolore muscolare.
Malinovskyi 7 – Sembra un estraneo nei primi minuti della sua presenza in campo, fa arrabbiare Gasperini, poi con il suo sinistro magico si esibisce in un doppio numero: punizione da lontanissimo parata da Szczesny e siluro sull’azione successiva che inganna il portiere juventino con la deviazione di Alex Sandro.
IL TABELLINO ATALANTA-JUVENTUS 1-0
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 6,5; Toloi 6,5, Palomino 6,5, Djimsiti 6,5; Maehle 6 (27′ st Malinovskyi 7), De Roon 6,5, Freuler 6,5, Gosens 6; Pessina 6,5 (1′ st Pasalic 5,5); Muriel 6 (23′ st Ilicic 6), Zapata 6,5. All.: Gasperini 7. A disp.: Sportiello, Caldara, Miranchuk, Rossi, Sutalo, Ruggeri, Kovalenko, Lammers.
JUVENTUS (4-4-2): Szczesny 6; Cuadrado 6,5, De Ligt 6, Chiellini 6, Alex Sandro 5; McKennie 6,5 (32′ st Arthur 5), Bentancur 6, Rabiot 5,5, Chiesa 5,5 (13′ st Danilo 6); Morata 5, Dybala 5,5 (23′ st Kulusevski 6), All.: Pirlo 5. A disp.: Buffon, Pinsoglio, Bonucci, Ramsey, Demiral, Frabotta, Correia.
Arbitro: Orsato
Marcatori: 42′ st Malinovskiy (A)
Ammoniti: Gosens, Malinovskyi, Djimsiti (A), Bonucci, Cuadrado (J)
Espulsi: