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Anticipo Sassuolo-Inter 0-3

Riecco l'Inter che piace, quella che vince ma soprattutto che agisce e pensa da squadra.
Monica Tosolini

Riecco l’Inter che piace, quella che vince ma soprattutto che agisce e pensa da squadra. Pratica risolta quasi completamente nel primo quarto d’ora con gol di Alexis Sanchez e autogol di Chiriches, chiusa definitivamente nella ripresa con la puntualissima conclusione di Gagliardini a coronare una ripartenza perfetta. Risparmiato Lukaku, definitivamente emarginato Eriksen, l’Inter potrebbe però avere svoltato.

LA PARTITA

Definire il ciclo circadiano di questa Inter è davvero impresa per scienziati d’alta accademia. Il sonno e la veglia di questa squadra si alternano secondo logiche indecifrabili: dormita pesante nel primo tempo contro il Torino, dormita totale nella sanguinosa notte della sconfitta con il Real Madrid, partenza altamente adrenalinica in questa trasferta di Reggio Emilia che si preannunciava a elevato coefficiente di difficoltà. Nel giro di un quarto d’ora l’Inter è avanti di due gol. Il primo è un comodo appoggio di Alexis Sanchez da un metro, beneficiando di un’azione di Lautaro Martinez esemplare per tecnica e determinazione. Il secondo è una deviazione sfortunata di Chiriches su un cross tesissimo di Vidal. Difficile trovare un quarto d’ora fatto così bene dalla squadra di Conte, andando a ripercorrere le prestazioni di questa stagione. Ma tra il primo e il secondo gol c’è tanta Inter, in qualità e in quantità. C’è un’incursione di Perisic sulla sinistra con diagonale potente deviato da Consigli. E c’è anche una paginetta di poesia pura, perché al decimo minuto, appena prima dell’omaggio programmato a Diego Maradona, il numero 10 argentino di una squadra che ha avuto storicamente molti bravi argentini, va vicinissimo al gol con una giocata di altissima scuola: pallonetto morbido di Lautaro Martinez, fuori di poco. In questo mondo nulla avviene per caso. Briciole di Sassuolo cominciano e spargersi sul campo quando l’Inter è avanti 2-0 e comincia a tirare un po’ il fiato. E’ il momento di cui Conte può andare più orgoglioso, non tanto per il punteggio, quanto per l’atteggiamento della sua squadra che sembra trovare improvvisamente quella compattezza e quella mutua reciprocità d’intenti che spesso aveva fatto difetto a questo gruppo. Il Sassuolo cresce d’intensità ma l’Inter tiene bene, rischia un po’ solo per due iniziative di Djuricic (un palo e una parata di Handanovic) e per un inserimento di Toljan sulla destra, mentre dall’altra parte c’è solo qualche apparizione estemporanea, tipo quella di Vidal che tira alto dal limite. Ma nello spogliatoio per l’intervallo Conte si porta un’impressione decisamente più positiva rispetto a quella delle ultime uscite: più squadra, più gioco,. più sicurezza nei propri mezzi. E’ evidente che ci sia stato un confronto tra allenatore e giocatori dopo la dolora sconfitta di mercoledì. Ci si abitua facilmente a una condizione di comodo. Vale per gli esseri umani, vale anche per le squadre di calcio. Viene naturale all’Inter cominciare a riflettere sull’imminente trasferta tedesca di Champions League. Naturale, ma poco produttivo e comunque rischioso. Sassuolo con il baricentro sempre più alto, Inter dedita a un atteggiamento risparmioso ma mai schiacciata completamente. Inter sempre puntuale in un pressing solamente un pochino più basso rispetto a un tempo prima. Inter pronta però sempre a colpire come avviene al 15′ quando Darmian va via di prepotenza sulla sua fascia destra e premia l’inserimento chirurgico di Gagliardini che va timbrare il gol del 3-0. Una partita è forse troppo poco per dare giudizi definitivi, ma non ci sarebbe di che stupirsi se questa gara rappresentasse la svolta di una stagione. Al di là del risultato ottenuto contro la squadra più divertente e più sorprendente di questi mesi, il segnale forte arriva dall’atteggiamento in campo, completamente diverso rispetto a quello visto in quasi tutte le precedenti uscite stagionali. Voglia di vincere che nasce da una ritrovata voglia di sacrificarsi. Segnali di Inter nuova, magari con principi tattici solo leggermente modificati, sicuramente con uno spirito rinnovato. Lo spirito delle squadre di Conte, quelle che vincevano.

LE PAGELLE

L. Martinez 7 – Sembra strano, ma quando manca Lukaku, l’argentino fa un po’ il Lukaku. Si mette il berretto da leader, detta i tempi del gioco offensivo e riempie meglio che mai gli spazi da metà campo in su. Tanto lavoro, faticoso ma redditizio, più da gregario e uomo-assist che da bomber.

Sanchez 6,5 – Abituato a inizi di partita complicati, stavolta entra invece con il piglio giusto e si fa trovare pronto quando Lautaro gli offre l’assist per l’1-0.

Chiriches 5 – Più che l’autogol dello 0-2, ha sulla coscienza il primo gol interista al quale collabora involontariamente con un paio di errori commessi nel raggio di pochi secondi. Non è semplice riprendersi da uno shock così. Si deve arrendere a un malanno muscolare prima della fine del primo tempo.

Djuricic 6,5 – Giocatore in continua crescita, è l’uomo che più di tutti prova a reagire quando la sua squadra si trova sotto di due gol, con un paio di conclusioni (una sul palo) che mettono in difficoltà Handanovic.

Handanovic 6,5- La sua è una partita da portiere di una grande squadra: non viene bombardato, ma si trova nelle condizioni di dover intervenire con parate qualitative nei momenti giusti.

Perisic 6,5 – Rimasto in nerazzurro a dispetto dei santi dopo essere stato offerto a mezza Europa, sta mettendo insieme una stagione che prende une piega positiva. Con qualche accorgimento tattico, se non è costretto a fare il terzino vero e proprio, può dare qualcosa di buono.

Vidal 7 – Un giocatore completamente diverso da quello nervoso ai limiti dell’isterico nella pessima notte di Inter-Real. Disciplinato, attento alle indicazioni di Conte, metronomo prezioso per i tempi del pressing.

Barella 6,5 – Giocare sulla linea dei centrocampisti anziché su quella del trequartista gli giova abbondantemente, anche perché in questo modo può seguire in maniera più costruttiva il suo istinto e la sua ispirazione.

Bastoni 6,5 – Quando l’Inter comincia a dare troppi metri di campo agli avversari, è l’unico tra i difensori a uscire dalla sua area con coraggio e personalità.

Darmian 7 – Averlo in nerazzurro sembrava un capriccio di Conte, invece in questo pomeriggio emiliano mette in campo dinamismo, esperienza e saggezza tattica.

Gagliardini 6,5 – Il gol del 3-0 premia la sua prestazione ma anche la capacità di reagire alle critiche e alle pressioni di una piazza che sa essere assillante quando ci si mette.

IL TABELLINO SASSUOLO-INTER 0-3

Sassuolo (4-2-3-1): Consigli 6; Toljan 5,5 (14′ st Muldur 6), Chiriches 5 (42′ pt Marlon 6), Ferrari 6, Rogerio 6,5; Locatelli 6,5, Lopez 5,5 (31′ st Schiappacasse 5,5); Berardi 5,5, Djuricic 6,5 (14′ st Obiang 6), Boga 5; Raspadori 5,5 (31′ st Traorè 6). All.: De Zerbi 5,5. A disp.: Pegolo, Peluso, Ayhan, Kyriakopoulos, Magnanelli, Bourabia, Oddei.

Inter (3-4-1-2): Handanovic 6,5; Skriniar 5,5, De Vrij 6, Bastoni 6,5; Darmian 7 (47′ st Hakimi sv), Gagliardini 6,5, Barella 6,5 (40′ st Eriksen sv), Perisic 6,5 (40′ st Sensi sv); Vidal 7; L. Martinez 7 (34′ st Lukaku sv), Sanchez 6,5 (34′ st Young sv). All.: Conte 7. A disp.: Radu, Stankovic, D’Ambrosio, Ranocchia.

Arbitro: Irrati

Marcatori: 4′ pt Sanchez (I), 15′ pt aut. Chiriches (I). 15′ st Gagliardini (I)

Ammoniti: Berardi, Rogerio (S), Perisic (I)

Espulsi: nessuno

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