Il caso Halil Umut Meler continua a fare molto rumore in Turchia e non solo. L’arbitro aggredito in campo dal presidente dell’MKE Ankaragucu Faruk Koca dopo il fischio finale del match della Super Lig contro il Caykur Rizespor è infatti uscito dall’ospedale Acibadem di Ankara, ma il suo rientro a casa è stato scortato dalla polizia locale per scongiurare ulteriori problemi dopo la sospensione del campionato locale.
Colpito al volto, il direttore di gara ha riportato una frattura delle ossa facciali e lasciando la struttura medica ha salutato i cronisti che lo attendevano con un cenno della mano prima di salire in macchina. L’agenzia statale Anadolu ha riferito che Meler è stato accompagnato a casa sua a Izmir, nella Turchia occidentale, scortato dalle forze dell’ordine per protezione.
Il primario dell’ospedale Mehmet Yorubulut ha detto ai giornalisti che il morale dell’arbitro è alto. “Non ha problemi a parte il gonfiore agli occhi“, ha detto Yorubulut, aggiungendo che la frattura guarirà nel tempo.
Nel frattempo sono stati arrestati i tre aggressori, fra i quali il presidente dell’Ankaragucu, Faruk Koca che ha annunciato le dimissioni dalla guida del club. Questo procedimento ha spinto il presidente della Federcalcio turca Mehmet Büyükekşi ad annunciare la ripartenza del campionato per il prossimo 19 dicembre.
COLLINA: “ARBITRO AGGREDITO? VIOLENZA E ABUSI CANCRO DEL CALCIO”
“Halil Umut Meler è un ottimo arbitro e una brava persona. Posso dirlo perché l’ho visto diverse volte sul campo di gioco e ho trascorso del tempo con lui alla Coppa del Mondo FIFA Under 20 in Argentina all’inizio di quest’anno. Né l’arbitro, né l’uomo meritavano di vivere l’esperienza vissuta ad Ankara. Stava svolgendo il suo lavoro quando è stato aggredito sul campo di gioco al termine di una partita che aveva appena arbitrato. L’immagine di Halil Umut steso a terra, con le mani che gli proteggono la testa mentre viene preso a calci dai suoi aggressori, così come l’immagine del livido sotto l’occhio, sono orribili. Ma ancora più orribile è sapere che ci sono migliaia di arbitri in tutto il mondo che subiscono abusi verbali e fisici nei campionati inferiori, senza che questo venga denunciato dai media. Sono sconosciuti. E la stragrande maggioranza di loro sono giovani arbitri all’inizio della propria carriera”. Così in una nota Pierluigi Collina, presidente della commissione arbitri della Fifa, commentando l’aggressione subita in campo dall’arbitro Meler in Turchia. “Parlando ai media dopo il Business Meeting annuale dell’IFAB tenutosi a Londra proprio il mese scorso, il 28 novembre, ho affermato che la violenza e gli abusi verbali e fisici contro gli arbitri sono un ‘cancro’ che puo’ costare la vita al calcio – ha aggiunto -. Un arbitro non può essere picchiato a causa di un decisione che ha preso, anche se sbagliata. La sua macchina non può essere bombardata o incendiata a causa di un calcio di rigore. Purtroppo non si tratta di un’esagerazione, poiché in alcuni Paesi si sono viste autobombe e auto incendiate, e non così raramente. Da ‘vecchio’ arbitro sono particolarmente grato al Presidente della Fifa Gianni Infantino per le sue parole e per la solidarieta’ espressa personalmente ad Halil Umut Meler. È una responsabilità per tutti coloro che amano il ‘bel gioco’ agire e fare qualcosa. Prima che sia troppo tardi, prima che questo cancro uccida il calcio”.
(sportmediaset.it)