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Tuttosport: Pafundi capolavoro di Nunziata e Mancini

Per Xavier Jacobelli, il talento bianconero e i suoi compagni azzurri sono il futuro del calcio italiano
Monica Tosolini

Dalla notte di Italia-Uruguay, sfida valida per il titolo al Mondiale Under20 in Argentina, l’ex direttore di Tuttosport Xavier Jacobelli pensa al fenomeno Pafundi e si chiede: “Che cosa può chiedere di più Simone Pafundi, 17 anni, il ragazzo che, a quattro minuti dalla fine della semifinale con la Corea del Sud, ha disegnato la punizione vincente, spettacolosa come quelle di Diego e Messi, non a caso l’uno e l’altro proclamati migliori giocatori del torneo, nel ‘79 e nel 2005. Pafundi che indossa la maglia numero 20, la stessa di Paolo Rossi al Mundial ‘92. Pafundi, un predestinato: “Prima lui, poi tutti gli altri. Ecco che cosa scrivo quando compilo la lista dei convocati: ha qualità incredibili”, Mancini dixit. Mancini che lo ha fatto debuttare il 16 novembre 2022 a Tirana, contro l’Albania. Simone aveva 16 anni 8 mesi e 2 giorni: il più giovane esordiente in Nazionale negli ultimi cent’anni, scavalcando Donnarumma (17 anni, 6 mesi e 4 giorni), ritrovandosi alle spalle solo di Renzo De Vecchi (16 anni, 3 mesi e 223 giorni nel 1910) e Rodolfo Gandinelli (16 anni, 3 mesi e 8 giorni nel 1911). Mancini si è dovuto pure sorbire le critiche del Social Bar dove pullulano molti convinti che a calcio si giochi con la palla ovale. Transeat. Quante concioni sulla scomparsa dei talenti italiani, alcuni dei quali “costretti” ad andare all’estero, come se nel calcio globale, un’esperienza in Premier o in Bundesliga non fosse preziosa. E quante analisi grondanti catastrofismo cosmico sono toccate al ct e ci sono toccate, a proposito del futuro della Nazionale. La verità è che molti sono i ragazzi italiani di valore, pochi gli allenatori coraggiosi che li fanno giocare nei club. Coraggiosi come Paolo Nicolato, 56 anni, vicecampione europeo Under 19, semifinalista al mondiale Under 20 nel 2019, nei quarti di finale all’Europeo Under 21 del 2021: è il ct che ha riportato la stessa Under 21 alle finali del campionato europeo 2023 (Romania e Georgia, 21 giugno-8 luglio). E pazienza se Kean si è chiamato fuori per “indisponibilità”, mentre Tonali si è subito chiamato dentro: l’attaccamento alla maglia azzurra o uno ce l’ha o non se lo può dare. Coraggiosi come Carmine Nunziata, 55 anni, che parte per l’Argentina senza Gnonto, Miretti e Scalvini, impegnati fra Under 21 e Nazionale maggiore e senza Ndour, trattenuto dal Benfica. Eppure, Nunziata taglia un traguardo mai raggiunto prima, arriva alla finale di un mondiale durissimo che, l’una dopo l’altra, vede eliminati il Brasile, l’Inghilterra, l’Argentina, le grandi favorite. Comunque vada a finire a La Plata, Nunziata ha firmato un capolavoro. Lui e i suoi ragazzi, da citare a uno a uno, assieme a Pafundi. A cominciare dal magnifico Casadei, capocannoniere del Mondiale (7 gol in 6 partite, solo Haaland ha fatto meglio di lui, nel 2019: 9 reti. Però Cesare è un centrocampista, non un attaccante e deve ancora giocare la finale). Casadei, scuola Inter, passato al Chelsea per 15 milioni, prestato al Reading, così bravo che De Zerbi lo vedrebbe volentieri, anche in prestito, nel suo EuroBrighton. Pafundi, Casadei e poi gli altri. Sono tutti del 2003, tranne Pafundi (2006), Esposito e Lipani (2005); Faticanti, Pisilli e Guarino (2004). Com’era la storia che il calcio italiano non ha un futuro?”

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