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Silvestri a Tuttosport: “EuroUdinese? Ci credo!”

Alla vigilia della sfida alla Juve, Marco Silvestri ha parlato di tutto e di più a Tuttosport.
Monica Tosolini

Alla vigilia della sfida alla Juve, Marco Silvestri ha parlato di tutto e di più a Tuttosport. Ecco alcuni passaggi dell’intervista che riguardano l’Udinese:

Come arriva l’Udinese alla sfida con la Juve? «Andiamo a Torino per provare a vincere. A noi non interessa contro chi giochiamo, ma la prestazione che ci può portare a fare tre punti contro chiunque. Contro l’Empoli, per esempio, nonostante non sia arrivata la vittoria, abbiamo giocato alla grande».

Qual è la novità portata da Sottil? «È un ottimo allenatore che ci ha dato grande consapevolezza nei nostri mezzi. Ci chiede sempre di tirar fuori tutta la qualità che abbiamo in ogni partita, con lui gli allenamenti sono molto intensi e, non per caso, stiamo benissimo fisicamente. Inoltre ha molta passione e ha una grande voglia di arrivare a essere un allenatore di grande livello: questo noi questo lo sentiamo».

Parlare di Europa per l’Udinese è da stimolo o una pressione non necessaria? «Certo che può essere uno stimolo, anche se noi in realtà non ne parliamo perché preferiamo concentrarci sulle partite senza guardare la classifica. Abbiamo fatto prestazioni di ottimo livello e questo è segno del fatto che la squadra quest’anno può arrivare in alto. Abbiamo fatto 25 punti in 16 gare e sappiamo che per arrivare in Europa bisogna avere una media punti molto alta: poi a giugno vedremo dove saremo arrivati… Intanto pensiamo alla Juve».

A proposito, a Torino troverà di fronte Szczesny. La Juve da anni ha come politica quella di avere in rosa due numeri uno. Lei sull’argomento come si pone: la concorrenza interna danneggia un portiere o è da stimolo? «Penso che la concorrenza ci voglia, per forza, altrimenti uno rischia di rilassarsi troppo e questo non va bene perché in Serie A bisogna sempre essere sul pezzo a livello mentale. In tal senso all’Udinese io sono fortunato nell’avere Daniele Padelli come vice perché è un ragazzo molto positivo che mi aiuta tanto ma, allo stesso tempo, si allena sempre al 200% e questo mi stimola a dare di più in ogni allenamento. Ciò premesso, va detto che non sempre va così: la concorrenza che mi fa Daniele è una concorrenza molto leale e molto trasparente, poi c’è un’altra concorrenza, quella sleale, quando trovi un compagno che cerca di farti fuori in altri modi, magari iniziando a parlare quando sbagli qualcosa mettendoti un po’ in cattiva luce. Ecco, questo distrugge la mentalità di un portiere. Al contrario avere un compagno che ti aiuta quando le cose non vanno bene, che ti fa dare il massimo in allenamento perché lui lo dà è la cosa migliore che ti possa capitare».

Facciamo un gioco: chi toglierebbe ad Allegri? «Chiesa. È il top player della Juve».

Sottil un po’ le ricorda Juric? «Juric ama giocare più uomo a uomo, mentre Sottil in certe zone del campo predilige cose diverse e varia un po’ di più in base agli avversari che ha di fronte. Lo stile però è un po’ quello: calcio aggressivo, squadra che gioca in modo molto diretto e che fisicamente va per novanta minuti a altissimi ritmi».

Silvestri, ha già pensato a cosa fare una volta appesi i guanti al chiodo? «Non lo so ancora, ma penso che per una decina d’anni starò in campo: sembro ancora un ragazzino».

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