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Samardzic: “Voglio diventare sempre più forte. Occhio a “Pejičić”

Il centrocampista rivela di avere un obiettivo: chiudere la carriera alla Stella Rossa
Monica Tosolini

Lazar Samardzic si è raccontato a ‘Cronache di spogliatoio’, ripercorrendo la sua storia calcistica, in particolare il mancato trasferimento all’Inter, situazione che lo ha messo a dura prova. Il ragazzo è determinato: “Voglio diventare sempre più forte. Ispirarmi ai giocatori di qualità come Dybala. Ma la strada è ancora lunga. Ho imparato a essere glorificato ma anche a prendere qualche batosta. Come la scorsa estate“. Ricorda, infatti: “Ho vissuto in prima persona una situazione spiacevole. Stavo trattando con l’Inter, ma poi non se n’è fatto di niente. Era agosto, ricordo bene, e non si leggeva d’altro. Quando sono sorti i primi problemi, ho aperto il telefono e ho trovato tantissimi insulti in chat. E ogni ora aumentavano. Ogni commento sul mio profilo parlava di quello.
Mi sono subito detto: «Laki, calma. È normale». I tifosi sono persone, e non tutte le persone sono uguali. Mi sono promesso immediatamente di guardare avanti, che avrei trasformato quelle offese in carica per andare ancora più forte. Mi hanno ferito però quei tifosi che mettevano in cattiva luce mio padre, che lo insultavano dicendo che pensava soltanto ai soldi, che mi rovinava la carriera. Niente che fosse più distante dalla realtà. Ci siamo parlati molto in quei giorni.E alla fine, dopo tutto quel caos, mi sono guardato dentro e ho capito che non avuto alcun tipo di rimpianto per com’è andata la vicenda, di non essere andato all’Inter. Sono cresciuto da quella situazione, un momento che ho vissuto e che mi ha fatto male. Posso dire che quando vieni preso di mira dagli haters, non devi né cadere né mollare. Piuttosto prendila sul ridere, perché è normale che accada purtroppo. Deve darti delle positive vibes per ribaltare la situazione. Se a loro non va bene e sentono che devono insultarti, sappi che ci sono altrettante persone pronte a sostenerti.Infatti quando sono rientrato a Udine per allenarmi, nessuno me l’ha fatta pesare. Anzi, mi hanno accolto con il sorriso. Non era successo niente. Ed era ciò di cui avevo bisogno. Ne sono uscito più grande, questo sicuramente. Anche in campo: in questa stagione ho avuto modo di provare anche altri ruoli. Io mi sento trequartista, ma sto crescendo anche come play e mezzala”.

Un avviso, poi, ai naviganti: “Voglio dirvi un’ultima cosa: state attenti a David Pejičić, è del 2007 e gioca qui con noi. Se sta calmo e ci mette la testa, può diventare fortissimo”.

Guardando al futuro, rivela: “Mio padre è un fan sfegatato della Stella Rossa. Gli ho promesso che chiuderò la carriera lì. Mi sono innamorato del loro tifo”.

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